Stay Nerd, in quel di Etna Comics 2017, ha avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Fabrizio Mazzotta, vera e propria autorità del doppiaggio italiano, per cui doppia e dirige, voce iconica e caratterista con personaggi quali Krusty il Clown o Puffo Tontolone, ma anche scrittore e fumettista. Ecco com’è andata, nel resoconto della nostra intervista.
Bentornato su Stay Nerd, Fabrizio! Su cosa sei impegnato in questo momento? Districarsi tra quello che doppi e quello che dirigi non dev’essere facile.
È un piacere essere di nuovo con voi. Nemmeno io a volte mi ricordo a quante cose sto lavorando. Vi posso dire che ho appena cominciato a doppiare la ventottesima stagione dei Simpson: in questi giorni ho doppiato una puntata in cui Krusty si converte al Cristianesimo, dopo 28 stagioni di ebraismo! Poi avrò un altro turno di doppiaggio a luglio, ma ancora non so cosa doppierò e cosa farà il mio personaggio.
Come procede, invece, Scream?
Scream, purtoppo per me, vedrà un grosso cambiamento nei prossimi mesi: in America hanno cambiato alcuni attori e quindi non so ancora se affideranno a me il doppiaggio della terza stagione.
Com’è stata la gestione di una serie horror?
Bella, a me è piaciuta molto. Devo dire che a me i film di Scream non sono piaciuti: quando arrivarono i primi episodi televisivi andai a recuperare le pellicole, perché l’ispirazione per la serie arriva da quelle, ma non sono riuscito a farmele piacere. La serie, invece, mi è piaciuta moltissimo, sia la prima che la seconda stagione. Più la prima, a dire il vero. Mi dispiace che ci sarà questa interruzione con la terza stagione, perché è un vero e proprio reboot con storie nuove e nuovi personaggi e quindi alcuni misteri delle prime stagioni rimarranno irrisolti.
Un doppiatore, quando doppia una serie televisiva, la guarda?
Dipende, è un atteggiamento molto soggettivo. Io qualche volta avrei voluto vedere una serie particolare a cui ho lavorato ma poi non c’è mai il tempo, oppure mi dimentico, quindi non sempre riesco a stare appresso alle cose a cui lavoro. Cerco però di dare sempre almeno un’occhiata, per vedere come sono venute, se ho fatto un buon lavoro, se ho fatto degli errori…
Perché, dopo tutti questi anni di carriera, fai ancora errori?
Siamo umani, capitano anche gli errori! Ci sono cose che si fanno a occhi chiusi perché sono all’ordine del giorno, ma qualche errore può sempre scappare.
Tu che tipo di direttore del doppiaggio sei? Uno che si infuria facilmente?
Generalmente no. A volte sono molto rigido e scrupoloso, altre, invece, riesco a essere più fluido e a velocizzare il lavoro. Ci sono dei momenti in cui è necessaria maggior cura e dedizione, allora divento più intransigente e più severo.
Tu sei un caratterista iconico del doppiaggio italiano, hai fatto davvero un sacco di cose soprattutto nel mondo dei cartoni animati, personaggi buffissimi come Eros o Puffo Tontolone. Ti è mai capitato che la giocosità dei tuoi personaggi ti si attaccasse addosso e che quindi le persone pensassero che tu fossi come i tuoi personaggi?
Certamente, succede sempre. Il doppiatore riceve sempre delle etichettature da parte del pubblico e degli addetti ai lavori in base al tipo di lavori che ha fatto: per farti un esempio, io ho avuto delle difficoltà notevoli, all’inizio, a farmi affidare il doppiaggio di film con attori in carne e ossa.
Questo ti infastidisce?
Tanto, perché è una sciocchezza. Ad esempio, per quanto riguarda la voce, è chiaro che non potrò mai doppiare Tom Cruise, ma dirigere il doppiaggio di un film con Cruise sicuramente sì. Anche perché tra il doppiaggio per i cartoni animati e quello per il film, non cambia nulla dal punto di vista della cura, dello studio e del lavoro in sé.
Ti infastidisce anche quando ti chiedono di fare la voce di Krusty?
No, quello non m’infastidisce. Sto al gioco e mi diverto, mi fa piacere. Purché non si esageri. È molto bello fare un lavoro che entra nelle case di tanta gente, soprattutto perché poi si ricevono dei riconoscimenti: sapessi quante persone mi stanno fermando, qui a Etna Comics, per ringraziarmi.
Tornando a te: sei un caratterista e doppi personaggi con voci anche molto particolari. Quanto è faticoso doppiare questo genere di personaggi? Ad esempio, quant’è difficile doppiare Krusty?
Krusty, per assurdo, mi è più facile adesso rispetto a prima, perché caratterizzare un personaggio tanto a lungo con la stessa voce richiede che la voce non cambi mai, mentre con il passare degli anni la voce si scurisce, invecchia. Adesso, ad esempio, faccio un pochino più fatica a fare Puffo Tontolone o Eros. In realtà non è fatica, ma io so che la voce è leggermente differente, perché sono passati 30 anni dalle prime apparizioni di questi personaggi. Krusty, al contrario, ha una voce profonda e quindi adesso che sono passati 30 anni, la sua voce è più simile a quella che faccio di solito.
Ci sono delle cose che ancora non hai fatto e che vorresti fare, dal punto di vista artistico?
Sì, ci sono sempre. Ad esempio mi piacerebbe fare grossi film cinematografici, come la saga di Harry Potter.
Come attore, invece?
Io ho cominciato facendo l’attore, è così che sono approdato al doppiaggio. Se mi chiamassero a fare un film andrei volentieri, ma non è un campo che mi intriga più di tanto. A me piace fare doppiaggio.
Il Mazzotta disegnatore che sta facendo?
Niente, ahimè, perché non ho il tempo di fare nulla. Il doppiaggio mi impegna dalla mattina alla sera.
Se potessi scegliere, che fumetti vorresti fare?
Il mio è uno stile umoristico e in Italia è rimasto molto poco sul genere: Topolino, Lupo Alberto. Aggiungi poi che il settore è cambiato rispetto a quando lavoravo più sul fumetto e ti rendi conto che sarebbe difficile fare qualcosa. Il tempo, poi, non riuscirei proprio a trovarlo.
Potrebbe essere il momento per fare un libro per bambini!
Magari! Tutto sta nel trovare un editore lungimirante che creda in me e prenda le mie cose.
E dal punto di vista della scrittura?
Quando faccio fumetti, io sono un autore completo: scrivo le sceneggiature e le disegno. Mi capita, poi, di scrivere articoli. Ultimamente mi sto dedicando, molto lentamente, a un saggio su Braccio di Ferro che mi è stato chiesto. Dopo aver scritto un libro che ho amato tanto sui Puffi insieme a Davide Caci, ho proposto questo saggio su un altro personaggio che amo molto, appunto, Braccio di Ferro.
Se oggi qualcuno volesse fare il doppiatore dovrebbe affidarsi a internet o ai professionisti?
Ai professionisti, senza alcun dubbio. Internet è un gioco, per doppiare bisogna essere attori completi, saper recitare, avere una buona dizione, nessuna inflessione dialettale e soprattutto saper emozionare solo con la voce, perché nessuno potrà mai vedere il tuo sguardo o i tuoi movimenti. Ed è molto difficile, credetemi. Quindi, come in tutte le cose, sono necessari tanta gavetta, tanto studio e anche tanta caparbietà perché quello del doppiaggio è anche un ambiente difficile.
Sono quasi quarant’anni che sei nel mondo del doppiaggio: per quanto ancora ti ci vedi?
Io dico sempre, un po’ scherzando e un po’ no, che dovrei smettere. In realtà è un lavoro che mi piace anche perché richiede una dedizione totale e io, spesso, torno a casa dopo nove ore in sala di doppiaggio e mi siedo al PC per compilare le schede sui lavori che ho fatto, per Netflix, tanto per dire, oppure per fare la distribuzione degli attori. Per cui sto sempre al lavoro e lo faccio appunto perché, pure se brontolo, mi piace. Quindi tornando alla domanda, finché reggo farò il doppiatore, insomma.