In quel di Etna Comics 2017, noi di Stay Nerd abbiamo avuto l’onore di intervistare Stefano Intini, storico disegnatore Disney e tra i creatori delle avventure di PK, ai tempi di Paperinik New Adventures. Volete sapere com’è andata? Seguiteci, con il resoconto della nostra chiacchierata…
Grazie mille a Stefano Intini per quest’intervista. Tu sei uno dei creatori di PK. Anzi, di PKNA, perché ormai bisogna stare attenti con le sigle…
Grazie a voi! Eh sì, nell’epoca di New Adventures, perché ci sono stati nuovi sviluppi e nuovi passaggi. Abbiamo creato un bel team di autori che hanno lavorato a questo nuovo progetto, in particolare, dal punto di vista grafico, Alberto Lavoradori, che è stato quello che ha dato gli input maggiori, e poi tanti altri autori di contorno tra i quali anche io, con grande soddisfazione.
PK, per l’appunto, ha avuto molte evoluzioni e stop prolungati, e adesso è tornato. Che ne pensi di questo percorso e sull’attuale incarnazione?
All’inizio ci si è trovati a gestire un successo che non si aspettava in quei termini, e quindi c’è voluto del tempo per assestarsi e capire un pochino come muoversi. Poi, gli sviluppi dal punto di vista editoriale sono sempre delle incognite, quindi ci sono stati probabilmente dei periodi di grande riscontro e altri dove si è fatta un po’ più di fatica. Ma Paperinik è rimasto sempre un personaggio molto amato, che ha avuto grandi richieste, per questo si sono prese delle direzioni che poi hanno incontrato un po’ meno il gusto dei lettori. Adesso però si è tornati con questa nuova avventura che sembra andare molto bene e, tra l’altro, a differenza del debutto di Paperinik, adesso non c’è una rivista dedicata, ma le storie escono periodicamente su Topolino.
Considerando il contemporaneo ritorno delle vecchie storie su PK Giant, si è scelta un’interessante soluzione. Si potrebbe dire che le molte richieste di un ritorno di PK sono state ascoltate in maniera duplice.
Sì. Secondo me il Giant è rivolto a chi adesso scopre PK con le storie su Topolino e vuole recuperare le prime avventure, mentre gli appassionati della prima ora le conoscono già tutte e possono seguire le nuove su Topolino.
Senza contare che anche le storie nuove vengono raccolte nelle De Luxe Edition, una delle numerose collection che Panini sforna per Disney. Il formato della De Luxe è enorme, una gioia per gli occhi, senza nulla togliere al formato di Topolino.
Sì, è chiaro però che quel tipo di formato penalizza un po’ quella tipologia di storie. Un formato più grande valorizza meglio quel tipo di lavoro. In generale le collection piacciono molto e gli appassionati sono molto felici quando escono. Meno felici per il portafoglio naturalmente, ma molto felici dal punto di vista collezionistico. (ride)
Parliamo un po’ del tuo tratto: all’inizio era molto “cavazzaniano”, poi ha avuto un’importante evoluzione e adesso è subito riconoscibilissimo.
Sì, sì, è vero. Io ho iniziato andando proprio da Giorgio Cavazzano, che molto gentilmente mi dava pareri, guardava i disegni, mi consigliava. È stato un maestro sotto tutti i punti di vista ed io mi sono sempre rifatto al suo stile, poi è ovvio che negli anni c’è un percorso: parti che cerchi di copiare il tuo maestro, poi cerchi di affrancarti e fare sperimentazioni, cosa che porta anche a degli eccessi rispetto al canone classico, e poi si raggiunge a poco a poco il proprio stile.
Quindi è stato un percorso naturale, il tuo. È qualcosa che consiglieresti anche ai nuovi autori?
Il mio è un percorso molto naturale che, mi sembra, sia stato il percorso che molti altri hanno intrapreso, magari con delle modalità leggermente diverse. Credo che il punto di partenza sia sempre trovare un riferimento, un modello, poi affrancarsi da quel modello cercando di dare un minimo di personalità a quello che si fa, e poi c’è una crescita costante dal punto di vista tecnico e stilistico, si vedono altre cose, si trovano fonti d’ispirazione anche totalmente diverse. Ripeto, c’è un periodo di sperimentazione anche continuo, ma poi si trova un po’ di pace con la maturità, mettiamola così.
A proposito di sperimentazioni: tu hai disegnato anche un gioco dell’oca. Che esperienza è stata?
È stata un’esperienza molto carina perché c’era molta libertà, potevo disegnare con lo stile che preferivo ed è stato molto divertente, oltre ad essere un lavoro molto lungo, ma è stato stimolante perché mi ha permesso di disegnare scene enormi, con tantissimi personaggi, con diverse situazioni, magari riuscendo ad inserire qualche gag visiva. È stato davvero molto divertente.
Tu che anni fa sei stato al centro di una questione “diplomatica” Disney [Intini firmò i disegni di PKNA #03 con lo pseudonimo Paul Ackerman a causa dei ritocchi imposti da Disney per questioni di rispetto del canone grafico di Paperino, NdR], trovi che oggi sia cambiata la situazione tra le varie succursali internazionali di Disney, anche per la gestione dei personaggi?
Quello è stato un periodo molto particolare, c’era una supervisione che adesso non c’è, quindi anche dal punto di vista stilistico c’è più libertà, stando ovviamente all’interno dei canoni disneyani e senza esagerazioni eccessive. Devo dire anzi che è molto apprezzato il fatto che ci siano tanti autori con tratti molto riconoscibili e diversi.
Quindi c’è stata un po’ di apertura…
Sì, ma in realtà quell’operazione fu peculiare solo per quel particolare progetto di PK. Su Topolino c’è sempre stata libertà per chi ha stili un po’ diversi. Ripeto, c’è molta apertura in questo senso; io credo che loro siano ben felici di avere autori con stili e personalità così forti, così diversi. Chi è adatto a disegnare un tipo di storia, chi un altro. Questo, secondo me, per una casa editrice è una ricchezza enorme, perché ha tanta varietà e qualità di autori di cui disporre. Questo vale per disegnatori e sceneggiatori. Non possiamo non fare l’esempio di Sio, al lavoro come sceneggiatore per la sua particolare ironia, che non si trova in altri autori. Lui ama molto i personaggi Disney, è sempre stato un lettore Disney. Utilizza la sua chiave ironica-demenziale, sempre con molto rispetto nei confronti dei personaggi Disney. È un lettore, li ama, quindi li muove con la sua sensibilità, ma sempre rispettoso dei caratteri dei personaggi. Interpretazione, ma mai deformazione ed esagerazione.
Qualche progetto futuro su cui potremmo vederti? Qualche storia in uscita?
In questo momento sto lavorando a una puntata dei Milioni di Paperone e sto lavorando con Sio a qualche breve storia che deve uscire a breve. Per quello che è il mio tratto, credo che le storie di Sio siano l’ideale, mi permette davvero di lavorare sulle espressioni dei personaggi in maniera divertente. È anche un po’ frustrante, gliel’ho pure detto, perché lui fa queste sceneggiature disegnate molto divertenti con personaggi “a la Sio” dalle espressioni buffe che non sono poi replicabili nel momento in cui vai a disegnare paperi o topi. Quindi, a volte, c’è un po’ di frustrazione nel non riuscire a raccontare così come lo ha fatto lui, ma frustrazione a parte è un lavoro molto divertente, si riesce sempre ad arrivare a un compromesso che spero risulti simpatico anche al lettore.
Perfetto, grazie mille ancora per quest’intervista da parte di tutta Stay Nerd!
Grazie a voi!