Per prima cosa: EU4 è un capolavoro
na prima, grande, obbligatoria premessa: Europa Universalis IV è forse uno dei più grandi videogiochi mai creati. La frase è indubbiamente forte, per qualcuno esagerata, per qualcun altro addirittura inspiegabile, non conoscendo l’oggetto della questione. Europa Universalis è una delle saghe di punta di Paradox, casa svedese specializzata in Grand Strategy (e non solo). Il Grand Strategy è un genere se vogliamo di nicchia, che nasce nell’universo tabletop per poi spostarsi con grandi fortune nel settore anche videoludico.
Come indica il suo stesso nome, un Grand Strategy è un gioco che si focalizza sulla strategia bellica nel suo complesso, spesso andando ad astrarre la tattica militare, a favore di un esame più minuzioso delle risorse, delle politiche e della geografia della propria fazione. Un esempio di Grand Strategy (per quanto mi riguarda pessimo) è Risiko, che minimizza le questioni guerresche al punto da ridurle a un pugno di carri armati (tutti uguali, nessuna differenza in termini di forza o tipologia), concentrando la vera vittoria nella strategia geografica e nella fortuna ai dadi.
Europa Universalis IV è un GS che offre un panorama di gioco molto più vasto, chiamando il giocatore a guidare una nazione qualunque del globo, a partire dall’anno 1444, lasciando allo stesso la gestione delle scelte politiche, di ricerca, di commercio, religiose, culturali e militari dello Stato. Non riuscirei neanche volendo a spiegare con dovizia di particolari quanto sia imponente EU4 e quanto possa frustrare le aspettative dei nuovi giocatori; quello che posso fare è chiedere al lettore ignaro di spendere quel poco di fiducia che ripone nel sottoscritto e fidarsi quando affermo: Europa Universalis 4 è il non plus ultra dei Grand Strategy.
Galeotto fu il DLC
Detto questo, gradirei riflettere sulle strane scelte di mercato che ruotano attorno al gioco, in merito soprattutto ai chiacchieratissimi DLC. In questo preciso momento, sul negozio di Steam dedicato al prodotto, sono presenti 37 contenuti aggiuntivi, di cui circa 14 rappresentano vere e proprie espansioni. Il resto sono content pack o immersion pack, ossia un insieme di elementi estetici, musicali, di interfaccia e affini che hanno come unico scopo quello di rendere ancora più dettagliate le unità militari, le strutture e l’ambientazione globale. Il prezzo totale di questo incredibile potpourri supera i 400 euro, sebbene ci tengo a sottolineare che, come tutti i videogiochi PC superata una certa “età”, anche Paradox lancia spesso bundle, offerte e possibilità di comprare contenuti a prezzo ridotto.
Rimane comunque un esborso notevole, a fronte di un gioco che mantiene un prezzo di listino, per la versione Vanilla, di 40 euro. Una prima nota di biasimo è data dalla scelta di differenziare tra espansione (mediamente sui 20 euro) e content pack. Il primo è il cosiddetto “pezzo da 90”, un contenuto aggiuntivo che inserisce nuove dinamiche di gameplay, approfondisce determinate fazioni, introduce nuovi eventi storici. Europa Universalis IV, per gli appassionati, cambia letteralmente volto a seconda dell’espansione, soprattutto se quest’ultima impatta aspetti di gameplay non secondari come il combattimento navale, il commercio marittimo o via di questo passo. Il secondo tipo di contenuto spesso si accompagna al primo, integrando (a costo separato) le musiche, le casacche delle unità e via discorrendo. Ho sempre trovato questa pratica poco dignitosa, soprattutto all’interno di una produzione che è rimasta di grande qualità e che già di per sé monetizza grazie al rilascio continuo di DLC.
La seconda nota di biasimo si concentra sulle espansioni vere e proprie. Quanto sono necessarie? Abbastanza per approcciare il gioco secondo certe dinamiche, pur non impedendo al gamer di divertirsi anche senza. Certo, la famigerata Art of War rappresenta un contenuto quasi obbligatorio, aggiornando in maniera pesante (e finalmente fruibile) la gestione delle truppe e più in generale delle battaglie, che in un gioco come Europa Universalis IV sono spesso un osso duro da rodere. In generale comunque, e senza scendere nel pantano dei fan del contenuto X rispetto al contenuto Y, le espansioni del videogame in parola sono prodotti densi di contenuto, impattanti sul gameplay e fin troppo appetibili per i veri appassionati. Quello che “cambia” le carte in tavola è la politica di aggiornamento gratuito. Ogni DLC è solitamente accompagnato da una patch (potete notare tutte le versioni proprio qui), che introduce anche per il giocatore cosiddetto vanilla alcune novità prese di peso dal contenuto aggiuntivo – ovviamente alcune, non tutte. Il problema è che, se il giocatore umano si ritrova con una versione sicuramente migliorata, ma carente rispetto al DLC a pagamento, l’intelligenza artificiale gode di tutti i benefici. Il tutto si traduce in un’esperienza di gioco che sovente risulta sbilanciata, o comunque molto più difficile di quanto già non sia di per sé il titolo.*correzione in coda all’articolo
L’auspicio di un mercato più sostenibile
Qual è il punto, di questa filippica? Scendendo un po’ nel giudizio personale, da fruitore di lungo corso del prodotto, direi che il punto è criticare un approccio di vendita certo non malato o “criminale” come ci hanno abituato tanti altri videogiochi (penso solo alle microtransazioni di alcuni noti videogiochi sportivi), ma comunque in certa maniera disonesto. Europa Universalis IV può essere giocato anche con versioni precedenti alle patch “monche” che vi ho descritto poco fa, a patto di riconoscere questo problema (che è presente, ma non è certo così evidente agli occhi di un giocatore medio) e di rinunciare a tutti gli sviluppi accessori, ossia quelli che non toccano il gameplay ma risolvono bug, problemi tecnici e via discorrendo. La scelta quindi diviene tra giocare la versione corrispondente all’ultima espansione posseduta sulla base della cronologia di rilascio, rischiando di utilizzare un prodotto “vecchio”, oppure usufruire della patch più recente e ritrovarsi una IA avvantaggiata. Problemi che in videogiochi meno delicati e cervellotici sarebbero quasi secondari, mentre su EU4 si sentono in maniera più concreta. Oggi tra l’altro esiste la possibilità di abbonarsi, per 5 euro al mese, ed ottenere tutti i DLC (ma solo fin quando si paga la rata mensile). Un prezzo che trovo solo in apparenza conveniente: parliamo pur sempre di un solo gioco, non dell’intero catalogo Paradox; se andiamo a confrontarlo con altri sistemi di abbonamento il paragone è imbarazzante.
Quali sono quindi le conclusioni di questa mia piccola accusa al comunque sempre godibile Europa Universalis IV? Che si torni ad approcci di mercato meno subdoli e meno sgraziati nei confronti degli utenti che preferiscono spendere “poco”. Tutto sommato è chiaro che un prodotto del 2013 debba reggersi su rilasci di contenuti aggiuntivi nel corso del tempo, ed è un sistema anche preferibile all’uscita annuale del FIFA di turno. Allo stesso modo si potrebbe perlomeno diminuire il volume di DLC, magari integrando le release estetiche all’interno dell’espansione in quanto tale, oppure abbassando il prezzo del mensile (o allargandolo a più prodotti). Ed indubbiamente si dovrebbe garantire una versione aggiornata che non sposti l’asticella del gameplay verso la IA, costringendo a giocare patch datate o ad affrontare una sfida ancora più difficile del normale (che è comunque uno standard non proprio alla portata di tutti*). D’altronde, se anche Europa Universalis IV inizia a prendere, lentamente ma inesorabilmente, la strada dell’avidità, per tutti quegli altri videogiochi che da anni hanno venduto l’anima al diavolo, direi che non ci potrà mai essere redenzione.
*Nota dell’autore: Pur avendo cercato di verificare la questione, che è sempre risultata molto dibattuta, ho fatto affidamento sul feedback (ed i post) di alcuni giocatori esperti e delle analisi delle community di gioco (molto floride su Reddit, Steam e sullo stesso forum Paradox). A distanza di qualche giorno dalla pubblicazione del mio scritto, continuando a monitorare la situazione, ho notato la presenza di alcune recenti discussioni che mettono in serio dubbio la reale politica di aggiornamento della Intelligenza Artificiale a prescindere dalla presenza o meno del DLC per il giocatore umano. Le prove a sostegno, in assenza di patch notes esplicite in tal senso, sono solo empiriche e rimangono dubbi sulla possibilità per la IA di accedere a degli “exploit delle istituzioni” (chi gioca, capirà) che il giocatore umano privo di contenuto aggiuntivo non può raggiungere. Nel giornalismo però – ed in generale nelle questioni di “giustizia” – la mancanza di prove certe e incontrovertibili o quanto meno analizzabili deve necessariamente portare ad un passo indietro. Mi scuso quindi con i lettori: ad oggi il sistema di DLC di EU4 non assegna features aggiuntive alla IA dei giocatori privi dei contenuti aggiuntivi. Rimane ovviamente granitico il mio giudizio su quanto detto circa l’approccio scorretto di Paradox, nonché la necessità per i giocatori di utilizzare patch non aggiornate: le features gratuite, infatti, spesso risultano scarsamente bilanciate nel contesto di gioco (molto più di quanto non succeda con il contenuto a pagamento). E questa prassi è largamente consolidata e nota all’interno della community di gioco.