Resoconto dal fronte booktok di un millennial che cerca di portare la fantascienza su TikTok
febbraio di quest’anno ho attivato il mio profilo su TikTok. In realtà lo avevo creato già diversi mesi prima e occasionalmente lurkavo sulla piattaforma per cercare di capirne i meccanismi, ma senza partecipare attivamente. L’obiettivo era principalmente vedere come si muovesse la community legata ai libri, sia dal lato degli appassionati (i “semplici lettori”) che degli addetti ai lavori (autori, editor, case editrici). E in particolare, mi interessava capire cosa si dicesse della fantascienza su TikTok. Poco più di due mesi dopo, la fantascienza su TikTok Italia sono diventato io.
Benvenuti nel #booktok
So già che leggendo questo primo paragrafo hai iniziato a storcere la bocca. D’altra parte la narrazione dominante è che TikTok sia “il social dei balletti idioti per ragazzini”. Magari hai pure visto il servizio indignisconvolto di Striscia la notizia in cui si riferiva delle minacce “al nostro Brumotti”. Come sempre quando emerge una nuova piattaforma c’è sempre una certa resistenza nei suoi confronti, soprattutto quando si insiste particolarmente sul divario generazionale del pubblico da una parte e dall’altra della barricata. Ed è comunque vero che lo scopo iniziale di TikTok fosse quello di brevi video di intrattenimento, nella tradizione dei vines che esistevano già su altre piattaforme (da Youtube a Vine, appunto). Con il tempo però anche TikTok si è evoluto per ospitare contenuti di tipo diverso, e se da una parte vanno forte cosplayer e motivational coach, dall’altra si trova un’immensità di divulgatori e artisti. E lettori.
Fin dalla nascita di Internet i libri sono sempre stati uno dei fattori di aggregazione più importante, elementi intorno a cui si costruiscono molte community, indipendentemente dal mezzo: dai newsgroup ai forum, dai blog ai gruppi Facebook, dai canali Youtube ai bookstagrammer: la passione, la condivisione e la critica dei libri attirano sempre un pubblico discreto, e non c’è angolo della Rete in cui non si trovi qualcuno che parla di libri. Era quindi abbastanza scontato che, una volta trovata la formula giusta, anche su TikTok si sarebbe creata una community per i libri: ecco #booktok, uno degli hashtag più seguiti a livello globale. Per gli insider, è il booktok.
Ma di cosa si parla sul booktok? Com’è noto alcuni dei casi editoriali mondiali degli ultimi anni sono nati proprio da lì, vedi La canzone di Achille e Fabbricante di lacrime, o più recentemente La mascella di Caino. La percezione comune è che romance, fantasy ed erotico (o meglio: spicy) siano i generi che smuovono attenzione maggiore, e questo forse è il motivo per cui il reparto libri di TikTok viene considerato immaturo e frivolo. D’altra parte, l’età media del pubblico è piuttosto bassa rispetto ad altri social, anche se in costante aumento. Tuttavia sarebbe riduttivo affermare che sul booktok ci sia spazio solo per questi generi.
Bisogna anche considerare che l’Algoritmo di TikTok è uno degli incantesimi più potenti e meno ammaestrabili del cyberspazio: basta vedere quanti consigli su “come funziona l’algoritmo” si possono trovare, tutti in contraddizione tra loro. Questo comporta che l’effetto bolla che si manifesta in tutti i social qui è particolarmente accentuato, ma anche più sottile. TikTok infatti non si limita a proporre contenuti dai profili che segui, ma interpreta i tuoi interessi (sia dalle tue scelte esplicite che dal tuo comportamento sull’app) e ti propone contenuti in linea con essi. Pertanto, se da un lato puoi scoprire creators e argomenti nuovi, dall’altro ti trovi spesso a muoverti sempre in your side of TikTok.
Tutto ciò per dire che per quanto abbia cercato di differenziare le mie fonti (seguendo per esempio sia profili italiani che internazionali), in realtà è probabile che la mia esperienza sia parziale e limitata dalle scelte consapevoli o meno che ho espresso sulla piattaforma. Il mio lato del booktok potrebbe essere molto diverso dal tuo. Tuttavia, come tutti gli stregoni dell’Algoritmo consigliano, per avere successo su TikTok bisogna “scegliere una nicchia”, e io l’ho fatto: la fantascienza.
Dov’era la fantascienza su TikTok
Nei miei mesi di lurking sulla piattaforma avevo spesso cercato l’hashtag “fantascienza” per vedere quali video fossero contrassegnati con questa etichetta. La maggior parte erano riferimenti al cinema, spesso con clip estratte dai film (un tipo di contenuto che l’Algoritmo scoraggia e che presto potrebbe essere del tutto rimosso) e occasionalmente alcuni riferimenti ai libri, di solito estremamente entry level, del tipo “la differenza tra fantascienza e fantasy” o “libri di fantascienza da leggere” con la menzione di Fahrenheit 451 e Io Robot. Il video in assoluto più popolare con il tag #fantascienza era (forse è ancora) una clip di un TedTalk di Paolo Bonolis in cui interpreta un “racconto di Isaac Asimov” che è in realtà un mash-up tra L’ultima domanda di Asimov e La risposta di Fredric Brown. [Equivoco che mi sono premurato di chiarire, nda]
Sulla categorizzazione della fantascienza su TikTok bisogna anche fare un’altra precisazione: il termine “fantascienza” è sempre meno utilizzato, soprattutto dalle nuove generazioni. Come abbiamo già suggerito in precedenza, oggi si tende a usare “distopia/distopico” come etichetta che include praticamente qualunque tipo di storia con elementi futuristici/speculativi. Per cui in molti casi contenuti afferenti alla fantascienza si nascondono sotto il tag #distopico. Cercando questo si trova molto di più, anche se per la maggior parte si parla di distopie young adult piuttosto formulaiche, e spesso anche qui trainate dalla componente romance/spicy, come il caso di The Selection.
Ma per chi segue e pratica la fantascienza da decenni, l’etichetta “distopia” sta stretta, e pur con tutti i dubbi sui limiti della definizione di “fantascienza”, la parola esiste e ha un suo significato. E di fantascienza in senso ampio, su TikTok Italia non si parlava: esclusi i consigli per i film da vedere, mancavano video dedicati alla storia, agli autori, ai classici, ai sottogeneri, alle novità. C’era quindi tutta una nicchia del booktok ancora incontaminata, una parte della mappa tutta da esplorare, forse anche disegnare. Rimaneva solo un dubbio: c’era davvero qualcuno interessato a sentir parlare di fantascienza su TikTok?
Come parlare di fantascienza (o di qualunque altra cosa) su TikTok
Lo abbiamo già detto ed è bene ricordarlo: il pubblico di TikTok è mediamente giovane. Anche se la tendenza si sta invertendo, perché sempre più Millennial e GenX (e sì, anche Boomer) si stanno affacciando su questo social, il grosso del pubblico di TikTok fa parte della Generazione Z. Si potrebbe quindi pensare che la fantascienza non sia di loro interese, perché, è noto, la fantascienza è morta nel 1985 e il pubblico della fantascienza è un pubblico di uomini cinquanta-sessantenni che sono più collezionisti che lettori. Questo se diamo retta alla segmentazione di mercato operata dalla più grande casa editrice italiana e la sua non-strategia di comunicazione (nota a margine: sono l’unico ad aver parlato e citato più volte Urania su TikTok; you’re welcome).
Ma le cose non stanno davvero così. L’utenza di TikTok è in buona parte reattiva alle proposte e alle novità, c’è molta più apertura e disponibilità all’ascolto rispetto agli altri social. Lo dimostra anche il fatto che molte autrici autopubblicate sponsorizzano qui il proprio lavoro e ricevono attenzione e curiosità, rispetto alla diffidenza che si trova di solito sugli altri social (questo indipendentemente dalla qualità del loro lavoro, tutta da dimostrare ma impossibile da approfondire al momento). Non c’è modo di ritenere quindi che un argomento venga rifiutato a priori, che su TikTok non ci sia spazio per parlare di fantascienza. Semmai si può presumere che il booktok ama la fantascienza, solo che ancora non lo sa.
Allo stesso modo però sarebbe sbagliato pensare che il pubblico di TikTok sia tutto lì in attesa del messia che porti il messaggio della fantascienza. Il mezzo è il messaggio, diceva un tizio quando di mezzi per diffondere messaggi ce n’erano una frazione infinitesima di quelli attuali, e pertanto è necessario fare i conti con questo assioma e adattare la comunicazione a quello che TikTok chiede. Se è vero che il formato del vine è diventato più flessibile, e si trovano moltissimi creator che si limitano a parlare di fronte allo schermo, bisogna sempre considerare che il fruitore medio dell’app sta cercando un video breve e intenso da consumare in meno di un minuto. Non è detto che non si possano fare contenuti più lunghi (da poco sono stati sbloccati i video fino a 10 minuti), ma quello che viene premiato e diffuso dall’Algoritmo è di solito qualcosa di più condensato e d’impatto. Se possibile, divertente.
Si può parlare di libri di fantascienza in modo rapido, intenso, divertente? Personalmente è quello che cerco di fare, senza per questo ritenere svilito l’argomento. In realtà è sempre esistito un modo più leggero di fare divulgazione e non è la leggerezza o l’ironia a rendere i contenuti meno validi. TikTok è attualmente il social che più di tutti esprime il potere della propagazione memetica, con un sistema molto democratico di accesso alla viralità: non bisogna investire capitali in sponsorizzate e non bisogna avere una base di follower spropositata per essere visualizzati, bisogna solo azzeccare la combinazione gradita all’Algoritmo di tag, trend e contenuto. Magari non tutti quelli che vedranno il mio video sul ciclo dell’Invasione di Harry Turtledove saranno strettamente in target, ma ci si può immaginare che su 14.000 persone che girano nel booktok qualcuno potrebbe essere interessato.
Exploitare l’Algoritmo per vendere libri
Parliamoci chiaro, non sono certo un influencer, i miei numeri sono ancora ridicoli e non ho ancora ricevuto “proposte di collaborazione” dalle case editrici, forse anche perché tutte e quattro le case editrici italiane che lavorano nella fantascienza e affini già mi conoscono. Tuttavia i risultati ottenuti in un paio di mesi sono abbastanza impressionanti (come confermato da alcuni addetti ai lavori) e il fatto che li abbia raggiunti occupandomi quasi esclusivamente di fantascienza, scrittura, ed editoria dimostra il potenziale di questo strumento. Che sarà pure effimero, sarà pure imprevedibile, ma appunto, è uno strumento e come tale va considerato. Vorrà pur dire qualcosa se nelle librerie stanno comparendo interi scaffali dedicati alle letture del #booktok, che a differenza di quelli dedicati agli influencer che si trovavano già da anni non sono “libri scritti da personaggio famoso” ma “libri diventati popolari su TikTok”.
Chiaramente le grandi case editrici hanno movente, mezzo e opportunità per agganciarsi al trend internazionale del momento e portarlo in Italia, per poi spingerlo con una promozione massiccia sfruttando le booktoker. Ma le grande case editrici competono su quei settori che sono già di massa, quindi romance, young adult e spicy. Difficilmente i reparti marketing stanzieranno un budget da investire in settori e generi che attualmente non sembrano avere un riscontro generale. Ma per spuntarla contro i giganti non si può batterli con le loro stesse armi: come dicono gli aruspici dell’Algoritmo, pick a niche. Se io fossi una di quelle quattro case editrici di fantascienza, oggi in Italia, un ragionamento ce lo farei. I miei contatti li avete già.