Bentornati negli anni 2000 dei film di genere brutti
Con la Blumhouse non si può mai sapere a cosa vai incontro. La nota casa di produzione statunitense che si occupa di tutto quello che segue il fil rouge del genere horror e dei sui derivati, ci ha portato al cinema perle come Get Out o Insidius, ma anche film davvero poco apprezzabili tra i quali The Lazarus Effect, Area 51 e -ultimo ma non ultimo- il qui presente Fantasy Island di cui andremo brevemente a parlare in questa sede. Il film del regista Jeff Wadlow, già autore del deludente Obbligo o verità, dirige questo film che può vantare il raro primato di non funzionare praticamente da nessun punto di vista.
Ora, non vi farò spoiler, perché non si sa mai. Magari qualcuno di voi non si fida (giustamente) e andrà al cinema comunque per godersi tutti gli strabilianti risvolti di questo film che sembra uscito dalle peggiori produzioni di serie B dei primi anni 2000, e attenzione, non quella bella, carismatica e consistente, ma quella patinata e insipida. Tipo un capitolo a caso dei più brutti Final Destination per intenderci. Anzi peggio. Almeno in Final Destination c’era sempre qualche morte degna di una piccola sghignazzata a denti stretti, qui nulla di nulla.
Già le premesse sono, almeno a mio umile avviso, abbastanza sconfortanti, sia a livello produttivo che narrativo. Tanto per cominciare, penso nessuno sentisse l’esigenza del remake/reboot della serie omonima degli anni 80. Soprattutto in questi grotteschi termini. E poi anche il soggetto lascia parecchio a desiderare. C’è un gruppo mal assortito tra tutti i più beceri stereotipi che la filmografia americana più pigra abbia mai concepito, e si ritrovano ospiti di un improbabile (nel senso che è proprio improbabile nel ruolo di Mr. Roarke) Michael Peña, magnate e amministratore di una specie di villaggio vacanza all’interno di un’isola che ha la fantastica facoltà di esaudire qualsiasi fantasia partorita dalla mente umana, a patto di seguirla fino alle sue derive più estreme.
Non è certo l’idea più interessante del mondo, né quella più plausibile, ma in fondo se è il pretesto di un buon film di intrattenimento, chi se ne frega tutto sommato. Il problema è che invece la premessa diventa solo il pretesto per mostrare le mille maniere in cui tutto il film scricchiola. Un coacervo di cose sbagliate così grande che mi trovo anche in difficoltà nel sbrogliare la matassa e dare un ordine al lungo elenco di brutture che compongono il film. Già nell’etichettarlo sorgono i problemi. Si mescolano elementi thriller, action, horror, slasher, ma qualunque genere tocca, lo fa male. L’azione è messa in scena come fosse una produzione televisiva di quarta categoria, la violenza è blanda, innocua, non pervenuta e sicuramente non divertente, la tensione sta ai minimi storici e l’intreccio narrativo è cretino a livelli colossali.
Per mezzo film si assiste allo sviluppo di diversi scenari che corrispondono alla fantasia di ognuno dei protagonisti e quello che succede è noioso o addirittura fastidioso per quanto mette in luce la pochezza con cui questi sono stati scritti. Quando poi tutto questo deve in qualche modo evolversi per andare a parare da qualche parte, le cose peggiorano pure. Tutte le varie storielle si mischiano in modo confuso e poco sensato, la natura sovrannaturale dell’isola è tratteggiata in modo ingenuo, superficiale e senza il minimo fascino. C’è poi un plot twist totalmente improbabile e allo stesso tempo sterile che si esplica attraverso una “supercazzola” di rara stupidità, che pare voler fare il verso a Scream, film a cui ho pensato già dal prologo concettualmente molto simile tra le due pellicole.
Ma almeno nel cult di Wes Craven c’era dietro un interessante discorso sui topoi del genere (oltre ovviamente ad un film incredibilmente meglio girato), c’era la capacità di rimanere in qualche modo sospeso in questa dimensione metacinematografica e di non prendersi sul serio fino in fondo. Questo Fantasy Island invece è un film talmente melodrammatico da risultare paradossalmente ancora più ridicolo. Si fosse buttato tutto in caciara ma con una regia e delle trovate degne, sarebbe stato almeno sopportabile. Macché. Ogni scena è posticcia, grossolana, senza la minima verve estetica, talvolta ci sono anche alcuni passaggi che definirei quasi amatoriali nella messa in scena. Nemmeno nello staccare il cervello c’è alcun gusto con Fantasy Island.
Insomma che posso salvare di questo film? Forse solo una Maggie Q dignitosa che pare crederci un po’ più degli altri interpreti. In ogni caso, sconsigliato a chiunque.