Da Queste Oscure Materie alle Cronache di Narnia, molti libri fantasy affrontano la religione come un tema da proporre al pubblico dei giovani lettori
Uscirà il giorno 1 gennaio 2020 su Sky Atlantic la prima stagione di His Dark Materials – Queste Oscure Materie, la serie basata sull’omonima trilogia di Philip Pullman di cui abbiamo visto in anteprima il primo episodio al Lucca Comics and Games 2019. Tra i temi centrali della serie fantasy di Pullman c’è la religione, che contrariamente a quanto si potrebbe pensare è un argomento tutt’altro che estraneo ai romanzi per ragazzi.
Religioni, pantheon e simbologie nel fantasy
Per comprendere la presenza della religione nella narrativa fantasy è sufficiente pensare alla lore su cui solitamente si fondano questi mondi alternativi. Dalle origini del mondo alle gesta di eroi antichi fino ai conflitti eterni tra forze oscure e benigne: sono tutti ingredienti tipici di quelle mitologie che spesso vanno a costituire la base delle religioni. Praticamente tutti i fantasy, che siano classici o post-tolkieniani o grimdark, hanno elementi di questo tipo, anche quando la religione propriamente detta non viene espressa nel corso della storia.
Ma ci sono molti casi in cui la religione, intesa come sistema organizzato di credenze tramite il quale viene esercitato il potere secolare e spirituale, ha un ruolo centrale nella storia. Si tratta a volte di religioni politeiste fittizie, sulle quali in genere si modellano le arti magiche, come quella della serie di Chalion di Lois McMasters Bujold o Mistborn di Brandon Sanderson. Oppure adattamenti di religioni storiche pressoché estinte, come nei romanzi di Rick Riordan con protagonista Percy Jackson, in cui gli dèi greci sono reali e ancora esistenti, o anche gli American Gods di Neil Gaiman, dove si affiancano divinità del passato a quelle moderne.
Più delicato però è il caso in cui la religione fantasy si basa su quella cristiana, che è senza dubbio la più diffusa e conosciuta nel mondo occidentale, di cui ha fortemente influenzato la storia passata e presente. Quello della religione è sempre un tema sensibile, per cui è complicato affrontarlo e uscirne indenni, come dimostrano i recenti casi di petizioni contro Good Omens. Eppure la centralità di questi temi all’interno della narrativa fa sì che molti autori di libri per ragazzi cerchino di veicolare il messaggio cristiano all’interno delle loro storie.
Dal Vangelo secondo Aslan
L’esempio più famoso di influenza della religione in una storia fantasy è quello delle Cronache di Narnia, che per stessa ammissione dell’autore C.S. Lewis dovrebbe rappresentare l’intera saga del cristianesimo dalla Creazione al Giudizio, passando per la venuta di Cristo. È impossibile infatti non notare nel primo libro della serie Il leone la strega e l’armadio la sovrapponibilità tra la figura di Aslan, il Grande Leone creatore del mondo e dispensatore di saggezza, e Gesù Cristo. Nella storia Aslan subisce tradimento, pubblica umiliazione ed esecuzione, per poi resuscitare e portare alla salvezza i suoi alleati.
Le affinità tuttavia non si fermano alla figura messianica di Aslan, poiché tutta la serie è densamente impregnata di messaggi ricavati dalla dottrina cristiana: i protagonisti definiti “figli di Adamo e figlie di Eva”, l’idea di peccato e redenzione, il fatalismo derivante dalla fede completa in forze superiori. L’allegoria è così palese che molti gruppi cristiani consigliano la lettura di questi romanzi per i ragazzi, e all’epoca dell’uscita dell’adattamento cinematografico del primo libro, la stessa promozione del film era affidata a congregazioni di matrice cristiana, invitate a proiettarlo ai propri fedeli.
Naturalmente questo approccio ha attirato tanto sostegno quanto critiche da parte degli ambienti laici. L’idea che una storia fantasy d’avventura indirizzata ai ragazzi possa diventare un vero e proprio strumento di propaganda religiosa non è piaciuta a molti, e per quanto Lewis all’inizio avesse tentato di allontanare l’accusa di aver scritto i libri con questa intenzione, da alcune sue lettere risulta proprio l’opposto. Per questo altri autori venuti dopo di lui hanno cercato un altro approccio, nel tentativo di trasmettere ai giovani lettori non tanto la dottrina ma il pensiero autonomo.
La religione, Questa Oscura Materia
Stiamo parlando appunto dei romanzi di Philip Pullman del ciclo Queste Oscure Materie. L’ispirazione della serie è il poema Paradiso Perduto di John Milton, che narra la caduta degli angeli e la cacciata dell’uomo dall’Eden. Nei suoi romanzi Pullman voleva raccontare questa stessa storia ma con una prospettiva e una scala diverse, rivolgendosi a un pubblico di ragazzi.
Così in La Bussola d’oro si trovano i daemon, controparte in forma di animale che accompagnano ogni essere umano, e stanno a rappresentare la personalità, l’inconscio, le aspettative e la forza vitale dei personaggi: in una parola, quello che noi chiamiamo anima. Ma soprattutto, nella saga di Pullman l’antagonista principale è il Magisterium, l’organizzazione religiosa che tiene sotto controllo la società in cui vive la giovane protagonista Lyra. Per quanto nei libri non venga mai nominata esplicitamente, i riferimenti sono sufficienti a identificare la religione praticata come il cristianesimo, o per lo meno una religione affine per contenuto e struttura.
Inizialmente il Magisterium è presente solo in quanto misteriosa entità manovratrice, i cui scopi non sono del tutto evidenti. Ma verso la fine del libro apparirà evidente come i teologi stanno studiando il problema della rimozione del peccato originale, in modo da liberare l’umanità dalla sua condanna all’infelicità. Per ottenere questo risultato, il clero del Magisterium è disposto a compiere atti orribili nei confronti di innocenti, che appaiono pienamente giustificati nella prospettiva dell’obiettivo finale.
Nei libri successivi (La lama sottile e Il cannocchiale d’ambra) entreranno in gioco forze ancora maggiori, come angeli, fantasmi e personificazioni della morte, fino ad arrivare all’Autorità, il dominatore supremo della creazione che, per facilitare la comprensione, potremmo tranquillamente chiamare Dio. Sarà proprio l’Autorità l’avversario finale contro cui i protagonisti si dovranno scontrare, in un degno sequel alle vicende del Paradiso Perduto di Milton.
L’unica vera religione fantasy
Come era prevedibile, la saga di Philip Pullman ha ricevuto a sua volta numerose critiche per il modo in cui ha rappresentato il cristianesimo e la religione organizzata. Come già detto, trattandosi di temi sensibili è facile sollevare polemiche, alle quali d’altra parte è stato esposto anche Lewis per le sue Cronache, da parte di coloro che non hanno apprezzato l’inclusione di creature e simbologie pagane nella storia.
Uno degli illustri contestatori dell’opera di Lewis è stato J.R.R. Tolkien, contemporaneo e amico dell’autore. Tolkien ebbe modo di osservare come l’inserimento delle tematiche religiose nei libri di Narnia fosse troppo esplicito, e che se l’intenzione dell’autore era quella di veicolare un certo tipo di valori cristiani allora non era quello il modo giusto. Ma allora, quale è il metodo per far arrivare al pubblico di ragazzi questo messaggio?
Come viene spesso sottolineato, anche la Bibbia si può considerare un libro di narrativa fantasy. Nella tradizione delle grandi epiche antiche, tanto la Bibbia quanto il Ramayana, l’Iliade o l’epopea di Gilgamesh narrano le gesta di eroi, dei e popoli, forze contrapposte che si battono per poter affermare i propri valori più importanti, quelli sui quali le civiltà sono state fondate fin dall’alba dell’umanità. Trarre da questi testi il significato profondo al di sotto dei livelli di allegoria stratificati nei secoli è ciò che da sempre l’uomo ha fatto. Definire sulla base della corrispondenza a questi testi una religione come fantasy è un grave peccato di superficialità.
In questo senso, ciò che forse rende l’opera di Pullman più intensa e profonda rispetto a quella di Lewis, è il modo in cui i protagonisti sono costretti a lottare per comprendere meglio, sbagliare e imparare dai propri errori, piuttosto che affidarsi all’intervento infallibile di un deus ex machina pronto a portarli alla salvezza: in Queste Oscure Materie è la stessa Lyra a dover compiere il sacrificio estremo senza conoscerne le conseguenze, e non il Grande Leone a offrirsi al suo posto con la consapevolezza della resurrezione. E se esiste un messaggio che i ragazzi hanno bisogno di apprendere per diventare adulti consapevoli, al di là delle etichette religiose, è proprio quello di farsi carico delle proprie azioni e accettarne la responsabilità.