Ritorna Fate/Stay Night con il secondo capitolo della trilogia Heaven’s feel, con Sakura Matou come protagonista
Fate/Stay Night continua a mietere appassionati anche nel 2019, dopo ben 15 anni dall’uscita della prima visual novel della software house Type-Moon. Nei cinema italiani ritorna, infatti, la trilogia di Heaven’s feel con il suo secondo film dal sottotitolo lost butterfly, grazie a Dynit e Nexodigital, nelle giornate del 18 e del 19 giugno.
Il primo, presage flower, uscì nel 2017 e ci mostrava l’inizio della terza route possibile nella visual novel, la più complessa e cupa e, forse per questo, anche la più interessante.
Fate/Stay Night: fatti e antefatti
Non ci addentreremo in tutta la realtà che compone il cosiddetto Nasuverse (parola nata dall’unione di universe col cognome del suo creatore, Kinoko Nasu), ma ci concentreremo solo sulla storia raccontata nella novel di Fate/Stay Night, accennando giusto il necessario per comprenderla. Fate/Stay Night, infatti, fa parte di questo grande universo narrativo e possiede la sua timeline parallela ad altre opere scollegate dalla sua storia e dai suoi personaggi.
La visual novel di Fate/Stay Night racconta la quinta guerra per il Sacro Graal, che si svolge circa nelle prime due settimane del febbraio del 2004. Come nelle guerre precedenti, sette maghi si affrontano e combattono all’ultimo sangue per conquistare la reliquia, capace di esaudire qualsiasi desiderio. Per combattere i maghi evocano i cosiddetti Servant, delle entità spirituali chiamate anche Spiriti Eroici in quanto incarnano anime di personaggi leggendari.
Il protagonista di Fate/Stay Night è Shirou Emiya, un ragazzo dall’animo docile, gentile e onesto, che da piccolo perde i genitori in un enorme incendio che brucia quasi tutta la città di Fuyuki. In seguito, viene salvato e adottato dal mago Kiritsugu Emiya, che altri non era che uno dei maghi coinvolti nella quarta guerra per il Santo Graal. Il ragazzo, crescendo, dimostra interesse per la magia, avendo il nobile obbiettivo di proteggere i deboli, e cerca di esercitarsi anche dopo la morte del padre adottivo con scarsi risultati.
Nel frattempo, Shirou continua a vivere nella casa di Kiritsugu, supportato dalla compagna di scuola Sakura Matou e dalla professoressa e amica di famiglia Fujimura ma tutto cambia quando il ragazzo, rimasto una sera al club di tiro con l’arco, assiste al combattimento fra i due servant Archer e Lancer, rischiando di morire. La sua ferita mortale viene però curata da Rin Tousaka, un’altra sua compagna di classe presente sulla scena. Lancer tenta un secondo attacco nella casa di Shirou, che stavolta viene salvato dall’evocazione di Saber, una ragazza dai capelli biondi e armata di spada pronta a difenderlo.
Solo ora, Rin porta Shirou da Kirei Kotomine, un prete che finalmente gli spiegherà il rituale della Guerra per il Santo Graal. Da questo momento in avanti, Shirou si farà coinvolgere nella lotta per il Graal per diventare un “paladino della giustizia” come aveva promesso al padre, in un percorso che potrà avere diversi finali.
La route di Sakura Matou
I videogiochi visual novel sono caratterizzati dalla possibilità di ottenere più di un finale, poiché il giocatore verrà messo davanti a delle scelte (ad esempio risposte a domande di altri personaggi o azioni da fare) che condizioneranno la sua avventura. Questa dinamica viene chiamata route, è tipica anche di altri videogiochi giapponesi come i galge, nei quali l’obbiettivo principale è conquistare una ragazza tra le varie disponibili. Fate/Stay Night è invece un vero e proprio “romanzo grafico” dalla trama fantasy, tuttavia prevede ben tre route dedicate a ciascuna delle tre ragazze principali del gioco: Saber, Rin Tousaka e Sakura Matou.
Heaven’s Feel vuole dunque essere la trasposizione anime della terza route, quella di Sakura, la compagna di Shirou che fin dall’inizio rimane accanto a lui e che in questa linea narrativa assume un ruolo preponderante. Il percorso di Heaven’s Feel comincia con presage flower, il film che Nexodigital e Dynit portarono in Italia nel 2018, il primo della trilogia dedicata a Sakura, al suo passato e ai suoi sentimenti per Shirou. Scegliendo di agire secondo la sua route, vedremo il rapporto tra i due ragazzi svilupparsi notevolmente, fino a sfociare in amore. Tale sviluppo, insieme a quello della quinta guerra, ha il suo centro in lost butterfly, il secondo film della route, in uscita il 18 e il 19 giugno.
Sakura è, tra le opzioni disponibili, il personaggio più complesso e oscuro, tant’è che la sua route ha più elementi horror e perversi. La ragazza, infatti, ha un passato traumatico, fatto di abusi e sfruttamento, nonostante sia dotata di grandi poteri. La sua route perciò è anche la più interessante, poiché le rivelazioni che ne conseguono portano ad una crescita maggiore del personaggio di Shirou e al climax finale di questo film.
Guardare Heaven’s Feel II.lost butterfly, sì o no?
Heaven’s Feel non è certo la prima opera anime dell’universo Fate. Prima ci sono state le serie animate della route di Saber, la classica Fate/Stay Night, poi della route di Rin, ovvero Unlimited Blade Works. Ciò che distingue il primo dai secondi è la decisione presa dal regista, Tomonori Sudou, di cercare di mantenere il più possibile la componente erotica e violenta presente nel gioco e di optare per il formato cinematografico per mantenere questo obbiettivo. Dettaglio da tenere in alta considerazione, poiché la lunga gestazione di questi film è dovuta anche all’enorme pressione da parte dei fan, che criticarono non solo le serie precedenti ma anche presage flower, per la sua frettolosità e alcune mancanze che non rendevano chiaro l’ordine degli eventi.
Se non si è visto il primo film, infatti, di lost butterfly ovviamente si può capire ben poco: lo sviluppo dei personaggi di Shirou e Sakura qui è centrale più che mai ed è importante che si sappia come si è instaurato il loro rapporto già di per sé non molto convenzionale.
È comprensibile, quindi, l’apprensione del regista, non solo per via dei contenuti che voleva riportare integralmente (quindi anche le scene di sesso e di violenza, anche se per noi occidentali non sono niente di che) ma anche a causa della difficoltà stessa di rendere al meglio in pellicola una storia con determinate caratteristiche. Si può notare, per esempio, come molte inquadrature e dialoghi riprendano quelli tipici del visual novel: frontali e quasi statiche, con il personaggio che si rivolge a Shirou, e idealmente allo spettatore, e musica struggente di sottofondo (ma la colonna sonora, d’altronde, è uno dei punti forti della serie).
La difficoltà con cui approcciarvisi, quindi, non è tanto il suo comparto tecnico o l’intreccio, che di suo è anche coinvolgente proprio come dovrebbe essere quello di un visual novel; semmai è il fatto che questa sia una storia appartenente ad una visione d’insieme più grande, comprensibile in pieno solo da chi conosce già un minimo il Nasuverse.
Nonostante ciò, non è impossibile cominciare proprio dalla route di Sakura Matou. Come detto, prima di vedere lost butterfly è necessario aver visto presage flower, che getta le basi della route riassumendo anche il prologo comune a tutte. Questo è disponibile su Netflix, quindi vi permetterà almeno di fare la conoscenza dei personaggi principali e di avere un assaggio dei legami tra i master e i servant.
Questi potrebbero non essere del tutto chiari magari, ma sarete presto più immersi nella storia e il voler capire questi meccanismi passerà in secondo piano. Forse potrete constatare anche voi che, per una volta, iniziare “dalla fine”, ovvero l’ultima route che si dovrebbe percorrere nel gioco, può considerarsi anche un inizio per avvicinarsi a questa saga così intensa, nella quale scoprire le varie sfaccettature dei personaggi e dell’animo umano.