Cinque forme di amore estremo nel manga Fetish di Kaoru Fujiwara
Uscito per la collana Wasabi di Star Comics, Fetish è un volume unico che raccoglie cinque manga brevi nei quali l’autrice, Kaoru Fujiwara (già autrice de Il giardino dell’Eden), indaga le pulsioni sessuali e psicologiche di personaggi all’apparenza normali, rappresentandoli col suo tratto elegante e semi-realistico. Dietro i loro comportamenti più pacati o indifferenti, si celano pensieri disturbanti, azioni mosse da puro desiderio carnale o insoddisfazioni personali riversate sul corpo altrui.
Una raccolta di vite vissute all’estremo, che culminano in risvolti inaspettati e shockanti, accomunati da sentimenti ossessivi incontrollati.
Donne: osservate, circondate, imprigionate
In Fetish abbiamo modo di osservare in particolare cinque donne, diverse fra loro ma tutte vittime dell’amore estremo delle rispettive controparti maschili. La passione nutrita da questi uomini si manifesta in comportamenti che vanno dal voyeurismo alla vera e propria tortura, distorcendo così la concezione stessa che questi hanno delle donne che amano: meri oggetti o figure da adorare con ogni mezzo possibile, anche il più anormale?
Il feticismo di questi uomini diviene una pratica con cui credono di dimostrare il proprio amore ma non potrebbe invece trattarsi di un puro e semplice disturbo psicologico a causa del quale nessuna delle parti coinvolte potrà mai essere felice?
Kaoru Fujiwara indaga queste sfaccettature emotive e psicologiche tramite le sue donne protagoniste, che non sempre ricambiano l’amore estremo ricevuto ma, di fatto, finiscono per esserne succubi in un modo o nell’altro, cosa che spesso si traduce, a livello fisico, in pratiche sessuali altrettanto estreme.
Fetish nei manga: voyeurismo, violenza e costrizione come fonti di piacere
La seconda storia di Fetish ricalca, in parte, un espediente narrativo che possiamo trovare anche in uno dei gialli più famosi della letteratura giapponese, ovvero La belva nell’ombra di Edogawa Ranpo. La donna protagonista di questo romanzo chiede all’improvvisato investigatore che risolverà il caso di capire come sia possibile che un uomo, di cui non si conosce con certezza l’identità, sappia tutto di lei pur uscendo poco di casa. Si viene presto a scoprire che sul soffitto della casa della donna sono stati fatti dei buchi per poterla spiare dall’alto per tutto il tempo.
Lo stesso avviene in questo secondo racconto, nel quale, se possibile, l’angoscia di esser costantemente osservata si fa ancora più forte e inquietante nella mente della ragazza, una volta scoperto il modo in cui è stata guardata da una persona che per lei rimarrà per sempre sconosciuta.
Eppure, questa persona invece ha tratto enorme piacere nel poter osservare, anche solo da lontano, l’oggetto dei suoi desideri e, sicuramente, la reazione finale della ragazza ha fatto sì che il piacere raggiungesse il suo climax, poiché la sua consapevolezza lo avrebbe legato a lei indissolubilmente, anche se contro la sua volontà.
Il limite del voyeurismo, il fetish che si potrebbe definire più “innocuo” tra quelli presenti in questo manga, viene superato con una rapida presa di coscienza, con l’obbiettivo di penetrare la mente della donna con la stessa violenza con cui vengono colpite fisicamente alcune delle altre protagoniste.
Sempre ne La bestia dell’ombra, infatti, l’investigatore cercherà di capire l’origine dei segni di frustata che si intravedono sulla schiena di Shizuko, sospettando si tratti di una pratica sessuale condotta col marito. Il feticcio legato alla violenza, nel caso del terzo racconto del manga Fetish, si fa addirittura persona, divenendo un sostituto dell’originale al quale fare di tutto e di più senza alcun rimorso, per mezzo di sadiche torture fisiche.
La costrizione della ragazza prevede catene reali e psicologiche, dalle quali potrà fuggire solo alla fine. Tuttavia, quello che poi rimarrà davvero imprigionato sarà l’uomo che l’aveva costretta con il proprio egoismo, fonte e causa di ogni sua azione compiuta ai danni della giovane.
Pratiche ricollegabili sia al voyeurismo che al BDSM sono presenti anche in altri manga di respiro più leggero.
Tra i più recenti, troviamo Nana e Kaoru, pubblicato in Italia da Planet manga: come in Fetish, il legame passionale che unisce i protagonisti è fondamentalmente quello di padrone e schiava, combinato inoltre ad una componente di shibari ovvero tecniche di legatura a scopo erotico, che poi si evolve in un rapporto d’amore passionale fra i due liceali.
Al giorno d’oggi è più facile trovare manga e anime ecchi che sfruttano l’idea della costrizione o del guardare di nascosto in modi fantasiosi e perlopiù equivoci, al fine di creare semplice fanservice, ormai onnipresente in moltissime opere.
Il manga di Kaoru Fujiwara, invece, come pochi altri, racconta con crudezza e intensità cause e conseguenze di determinante devianze, che spesso hanno più risvolti negativi su chi le prova rispetto a chi ne è oggetto. Pur non riuscendo sempre a creare una trama di fondo coerente dall’inizio alla fine, è impossibile non percepire la suspense e l’ansia dei personaggi nel trovarsi in situazioni estreme, talvolta già prima di incappare nei propri ammiratori, come se questo tipo di amore fosse così intenso nella sua brutalità da essere percepibile nell’aria.
Le donne coinvolte in queste storie di amore estremo finiscono quindi per estremizzarlo loro stesse, incapaci (o forse, in alcuni casi, non desiderose) di sfuggirvi e di distinguere il sentimento vero dall’ossessione malata.
Il piacere è soggettivo
Era inevitabile che venisse a galla un manga più cupo riguardo la ricerca del piacere fisico per mezzo di feticismi vari: in Giappone riscuotono un certo interesse nell’industria del sesso con molta facilità e ne scopriamo i dettagli più scabrosi soprattutto attraverso letteratura thriller e noir (ad esempio in molte delle opere di Natsuo Kirino).
L’oggettificazione della donna, tramite queste pratiche, che pure possono essere consenzienti (e in tal caso non c’è nulla di male), è purtroppo una conseguenza prevedibile in un Paese come il Giappone, dove c’è ancora molta strada da fare per quanto riguarda la libertà sessuale individuale.
Kaoru Fujiwara, allora, ci mostra con crudele franchezza questi angoli nascosti della mente umana, ricordandoci che ogni forma d’amore è soggettiva e, forse, non per questo sbagliata. La ricerca del piacere può passare attraverso vie oscure sulle quali è giusto gettare una luce meno frivola, per non dimenticare anche come ogni cosa vada affrontata nel suo contesto, anche le proprie ossessioni.
Siamo noi che, mettendoci nei panni di questi personaggi, saremo in grado di trovare una risposta del tutto personale alle domande che ci siamo posti all’inizio.