Tuffiamoci negli anni ottanta per riscoprire i Filmation’s Ghostbusters, gli acchiappafantasmi da non confondere mai con “The Real Ghostbusters”

In una galassia lontana lontana chiamata anni ottanta i pomeriggi dei bambini venivano allietati da programmi i cui nomi posseggono la potenza di una madeleine proustiana. Sulle reti Fininvest Paolo Bonolis e Manuela Blanchard erano il volto di Bim Bum Bam, insieme alla chiassosa presenza di Uan. Su Rai 1 invece, ancor prima dei tempi fatati di Solletico, Lenticchia e Mauro Serio, dalle dalle 15.45 alle 17.30 andava in onda Big. A condurlo c’erano personaggi ora difficilmente abbinabili a programmi per giovanissimi: Carlo Conti, Piero Chiambretti e ancor prima Pippo Franco.

Oltre al momento più atteso, il premio dato ai telespettatori contraddistinto da radio palla di dubbio gusto estetico, Rai 1 proponeva cartoni Disney d’annata e gli immancabili Heidi e Remi. In mezzo a tutte quelle già vecchie e polverose produzioni (mamma Rai non si smentisce mai) ogni tanto Big proponeva alcune gemme come Il fiuto di Sherlock Holmes firmato Ghibli, e L’ispettore Gadget. E poi loro.

filmation ghostbustersÈ un pomeriggio d’autunno del 1987. Il Nes è appena arrivato sugli scaffali dei negozi italiani, dando vita ad una svolta epocale al panorama videoludico. Da pochi giorni in sala è uscito Full Metal Jacket di Stanley Kubrick. Ma nel frattempo su RAI 1 parte una sigla la cui unica strofa recita: “Let’s go Ghostbusters”. Gli acchiappafantasmi.

La prima puntata di Filmation’s Ghostbusters è appena iniziata e già sorgono diversi interrogativi: è un plagio di The Real Ghostbusters, andato in onda in Italia poche settimane prima? Perché c’è un gorilla antropomorfo? Il film del 1984 ha dato vita a tutto ciò?

Per rispondere a tutte queste domande bisogna andare indietro nel tempo. Negli anni settanta.

Come nascono i Ghostbusters?

Nel settembre del 1975 sul canale statunitense NBC debutta una sitcom firmata Filmation. Il suo nome è Ghost Busters, rigorosamente staccato. Quindici episodi da trenta minuti l’uno, girati in appena nove settimane. I protagonisti della serie sono due scienziati da strapazzo, Jack Kong e Eddie Spencer, accompagnati nelle loro peripezie sovrannaturali da un gorilla di nome Tracy, con movenze e atteggiamenti umani, sfruttato come autista.

Le quindici puntate hanno tutte il medesimo copione, molto simile all’architettura narrativa di Scooby Doo: in città si presenta un mostro o un fantasma che puntualmente semina il panico. I tre goffi eroi ricevono l’incarico da un misterioso capo, chiamato “Zero” e si lanciano alla ricerca del fenomeno paranormale di turno, che in ogni puntata, con grande fantasia, si nasconde o nel cimitero o nel castello presente nei pressi della città. King, Spencer e Tracy con il loro Ghost De-Materializer eliminano la presenza sovrannaturale. Fine.

La ciclicità e ripetitività del telefilm non minarono gli ascolti, che premiarono la serie con il secondo posto nello share dei prodotti Filmation, dopo la serie su Shazam. Ma il successo non fece cambiare idea ai produttori, che non confermarono la serie e per molti anni si mormorò che tutti i nastri con i quindici episodi fossero andati distrutti per sempre. Soltanto recentemente sono stati rinvenute altre copie, riversate in DVD.

Filmation vs Columbia

Con un balzo temporale arriviamo ai primi anni ottanta. La passione di Dan Aykroyd per i fenomeni paranormali e la fisica lo porta ad elaborare un progetto ambizioso: la storia di alcuni acchiappafantasmi che viaggiano tra tempo, spazio e dimensioni paralleli a caccia di enormi presenza sovrannaturali. Quell’idea aveva un titolo: Ghost Smashers. L’idea iniziale di Akroyd fu approvata ma nettamente ridimensionata, poiché giudicata troppo esosa dal regista e produttore Ivan Reitman.

La Columbia Pictures inoltre non era convinta dal titolo provvisorio. Quel film doveva chiamarsi “Ghost Busters”, ma la Filmation deteneva ancora i diritti, avendo registrato il marchio nel 1975. Si pensò subito alla trovata di unire i due nomi ed evitare guai legali. Inoltre, per ricorrere a eventuali ripari, furono girate alcune scene alternative in cui gli acchiappa fantasmi vengono definiti “Ghost Stoppers” e “Ghost Breakers”. Dopo aver consultato avvocati ed esperti giuridici, la Columbia decide di acquistare dalla Filmation i diritti del marchio Ghostbusters  per 500mila dollari e una percentuale sui profitti.

Il film ideato da Akroyd cambia la storia. Sia del cinema, diventando un cult immortale, sia dei Ghostbusters, che arrivano al grande scisma del 1986.

filmation ghostbusters
Sulla base dell’accordo preso nel 1984 e sull’onda dell’incredibile successo del film, Columbia Pictures e Filmation si incontrano nuovamente, discutendo di una possibile serie animata ispirata alla pellicola di Reitman. La Filmation infatti in quel periodo era particolarmente attiva sul fronte cartoon, dopo aver prodotto He-Man e i dominatori dell’universo, Albertone e Flash Gordon.

L’accordo però stenta ad arrivare e così le strade di Filmation e Columbia si dividono, dando vita a ben due serie con gli acchiappa fantasmi protagonisti.

La Columbia si lega alla DiC Enterteinment e produce la versione animata del film, cambiando esteticamente alcuni dettagli dei protagonisti e dell’abbigliamento. La serie viene definita “The Real Ghostbusters”, proprio per rimarcare lo stretto legame con il film.

La Filmation non ci sta e vuole approfittare della scia del successo e della ghost-mania che imperversava ovunque nel 1986. Non potendo collegarsi alle vicende di Peter Venkman e co., la casa di distribuzione californiana decide di ripristinare il suo vecchio filone paranormale anni settanta, trasformando l’idea del telefilm in una serie animata. Nasce così ufficialmente Filmation Ghostbusters.

Chi erano i Filmation Ghostbusters?

La Fimation per il suo nuovo Ghostbusters segue la legge Eisner, ovvero la regola creata dalla Disney per cui ogni serie, anche quelle di successo, devono rigorosamente interrompersi al raggiungimento del sessantacinquesimo episodio.

Tra il 1986 al 1988 vanno dunque in onda i 65 episodi che compongono la serie. La prima puntata va in onda l’8 settembre, cinque giorni prima di The Real Ghostbusters, e si intitola Figlio di Acchiappafantasmi (I’ll Be A Son of a Ghostbuster Part 1). Il titolo chiarisce subito che rispetto al telefilm Filmation Ghostbusters è un vero e proprio sequel.

I personaggi della serie animata sono infatti i figli dei primi acchiappafantasmi: Jake Kong Jr. ed Eddie Spencer Jr. Il gorilla invece è lo stesso, ma in italiano diventa Grunt. Nei primi cinque episodi si assiste quindi al passaggio del testimone tra padri e figli, che a distanza di 10 anni tornano ad operare nel campo del paranormale.

Gli autori della scarnissima sigla sono Brian Banks e Anthony Marinelli, nella versione italiana viene mantenuto il motivetto originale con l’aggiunta di una voce che ripete “gli acchiappafantasmi”, inserita senza alcun criterio nel jingle.

filmation ghostbusters

Ma qual era la trama di Filmation’s Ghostbusters?
Jack Kong, Eddie Spencer e il gorilla Grunt (che nel telefilm cambiava una sequela infinita di cappelli, ma per motivi di risparmio economico nei disegni qui indossa sempre la stessa fedora) proseguono l’attività di famiglia all’interno del loro quartier generale, una casa diroccata e infestata al centro di New York.

Accanto ai tre protagonisti vediamo diversi comprimari: Jessica Wray, una reporter del notiziario newyorchese, che segue gli acchiappafantasmi per lavoro e diletto, nutrendo una particolare attenzione per Jack; Corky, nipotino di Jessica e perennemente vestito con una maglietta con il logo degli acchiappafantasmi; Futura, una ragazza dall’improbabile pelle violacea, proveniente dal futuro, da cui arriva con uno scooter volante e parlante denominato FantaMoto; Belfry, un pipistrello rosa che ricorda molto poco vagamente Pimpi di Winnie The Pooh e che vuole puntualmente unirsi alle scorribande della banda.


Ogni volta che vengono chiamati in causa tramite lo scontroso teschiofono, i tre ghostbusters entrano all’interno dell’ascensore parlante Skelevator e vengono proiettati in una dimensione degna del cinema espressionista tedesco di Robert Wiene, in cui viene completata la loro vestizione. In puro stile mecha.

Dopo essere rimbalzati su un materasso finiscono a bordo della Fanta-Buggy, una macchina intelligente e perennemente assonnata. I nostri eroi devono interrompere i loschi piani di conquista del mondo di uno dei migliori villain apparsi sul piccolo schermo: lo stregone Malefix (Prime Evil). Teschio da androide e mantello rosso, le sue passioni principali sono: suonare l’organo, fulminare i suoi sottoposto e viaggiare nel tempo per seminare il panico. Malefix non riesce mai a pronunciare la parola “acchiappafantasmi” e il suo quartier generale, la spettrale Fantacentrale, è situato nella “Quinta dimensione”.

 

Accanto a lui una pletora di stravaganti personaggi: tra i “fedelissimi” troviamo Fangster, un lupo mannaro con le Air Jordan alle zampe; Scuotiossa, una sorta di C-3PO che finisce puntualmente in mille pezzi; Mysteria, la signora della nebbia, molto simile a Morticia della famiglia Addams; Vishid, un cacciatore dal forte accento inglese; Sir Trance-A-Lot, un cavaliere con cavallo-scheletro annesso, che spara raggi soporiferi dalla lancia; l’immancabile Ghigno, il lacchè personale di Malefix, a metà tra un ratto volante e una lucertola.

Dopo ogni episodio, terminato con la vittoria contro i vari scagnozzi capitanati da Malefix, la schelevisione, una tv con le consuete fattezze scheletriche, recita la morale dell’episodio, con un il consueto spiegone educativo di cui tutti noi avremmo fatto volentieri a meno.

Le indimenticabili action figure 

Gli anni ’80 e ’90 hanno dato vita all’età d’oro delle action figure. Se non costringevi i tuoi a seguirti a La Standa o da Rocco Giocattoli per comprare i pupazzetti dei cartoni dell’epoca, non eri nessuno. Tutto per colpa dei magnifici cataloghi “Gig è Bel”, che ti proponevano il diabolico e attraente merchandise legato alla serie del momento.

E Filmation Ghostbusters aveva dei giocattoli meravigliosi. Distribuiti in Italia dalla Gig e prodotti dalla Shaper, le action figure riproducevano fedelmente i personaggi della serie e all’interno di ogni confezione blisterata era presente anche un fumetto, che narrava la storia dei primi cinque episodi.

Oltre ai vari protagonisti e villain, la Shaper produsse anche dei playset molto dettagliati. La Fanta Buggy era trasformabile in aereo e barca e divenne presto il sogno proibito di qualsiasi bambino dell’epoca. E pensare che costava solamente trentancinquemila lire… meglio non ricercarla ora su Ebay. Quanti rimpianti!

Una voce echeggia nell’aria rarefatta dalla nostalgia. È la voce di Malefix. Gli Achhhhh…Achhhhh…Acchiappafantasmi!!! Let’s go Ghostbusters!

Leone Auciello
Secondo la sua pagina Wikipedia mai accettata è nato a Roma, classe 1983. Come Zerocalcare e Coez, ma non sa disegnare né cantare. Dopo aver imparato a scrivere il proprio nome, non si è mai fermato, preferendo i giri di parole a quelli in tondo. Ha studiato Lettere, dopo averne scritte tante, soprattutto a mano, senza mai spedirle. Iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2006, ha collaborato con più di dieci testate giornalistiche. Parlando di cinema, arte, calcio, musica, politica e cinema. Praticamente uno Scanzi che non ci ha mai creduto abbastanza. Pigro come Antonio Cassano, cinico come Mr Pink, autoreferenziale come Magritte, frizzante come una bottiglia d'acqua Guizza. Se cercate un animale fantastico, ora sapete dove trovarlo.