Final Fantasy 7 Remake a episodi? Se proprio è necessario… ma senza fregature cortesemente.
Final Fantasy 7 è un titolo che da solo è capace di suscitare ciechi plausi dall’alto della sua nomea che per i fan più sfegatati, è considerata alla stregua di una icona religiosa. Ecco perché nonostante sono diversi anni che vanno avanti a spizzichi e piccoli teaser, o info rilasciate con il contagocce, la bava alla bocca di tutti i giocatori per questo Final Fantasy 7 Remake non è mai calata. Compresa quella del sottoscritto. Siamo tutti giocatori con un cuore in fondo…
Si vociferava già da tempo di un progetto però diviso in più parti, anche se i dettagli in tal senso erano ben mistificati, per lasciare tutta la luce dei riflettori puntata sull’attuale lavoro di Square. Durante E3 ci è stato mostrato quello che sarà di fatto il primo capitolo del titolo, che finalmente uscirà il 3 marzo 2020. Una grafica sontuosa, un sistema di combattimento che sembra promettente, “feels” da ogni pixel e la promessa di una prima parte dell’avventura consistente e indimenticabile per quel che riguarda i contenuti.
Sicuramente dare un’impressione positiva del progetto è un bene, nessuno si augurerebbe mai uno sviluppo non in stato di salute, ma permettetemi di guardare anche il bicchiere mezzo vuoto, oltre la coltre dell’entusiasmo incondizionato di buona parte della fanbase di Square-Enix e del titolo in questione. Può essere quanto meno interessante.
Il passo più lungo della gamba?
Ebbene, cominciamo con il dire che sicuramente dinamiche economiche, politiche aziendali e logistica di sviluppo, non mi permettono di dire che Nomura e il suo team siano “disonesti” nella scelta di non inserire l’intera epopea del gioco originale in un solo titolo. In fondo, sono il primo a sostenere che per quelli che sono i costi e tempi di sviluppo odierni, un prodotto come Final Fantasy 7 Remake, con variabili infinitamente più complesse di quelle del 1997, tra regia, grafica, recitazione, il bisogno di potenziare visivamente e ludicamente ogni frangente della storia e dell’esplorazione, non avrebbe mai potuto racchiudere tutto il racconto originale.
Ma permettetemi di essere perplesso nel giudicare la strada intrapresa come miglior compromesso per gestire il progetto. Perché di questo si tratta: una questione di compromessi. Questo è il migliore in assoluto che si potesse trovare? Secondo me no, e i motivi sono molteplici.
Final Fantasy 7 non è un titolo qualunque, è qualcosa di ben preciso e innestato nella memoria dei giocatori, con tutta la sua storia, tutti i suoi momenti magici, tutte le sue ambientazioni; è un mosaico narrativo imprescindibile e indivisibile. Si può proclamare che il primo gioco, che vede protagonisti solo gli eventi di Midgar, sarà un gioco stand alone, ma non si può pretendere che la stragrande maggioranza dei giocatori NON viva la cosa con un sentimento di frammentarietà, è impossibile. Un approccio che potrebbe funzionare con una nuova IP forse, che può benissimo vivere la propria evoluzione nel mistero senza intaccare la potenza del suo “presente”. Ma non con Final Fantasy 7, in cui ogni evento richiama inevitabilmente alla memoria quello successivo. Cosa si poteva fare? Nella migliore delle ipotesi, rassicurare i giocatori e limitare gli episodi al minor numero possibile. Per qualche tempo i rumor parlavano di 2 parti, e vi dico che in questa prospettiva, sarebbe stato un compromesso accettabile.
Qui poi si entra nel soggettivo, ma lasciatemi dire la mia. Si parla di una estensione veramente importante di quelle che in Final Fantasy 7 sono solo le prime 4-5 ore (a essere generosi), piena di innesti inediti per dare più spessore agli eventi di Midgar, e probabilmente quella rotondità narrativa che ci farà percepire il gioco come “stand alone”, ma che da un punto di vista più malizioso, si può considerare anche un “allungare il brodo” superfluo. Un’operazione quasi paradossale se si considera l’enormità del materiale complessivo presente in Final Fantay 7 originale. Fermo restando che ovviamente si giudicherà la scelta a tempo debito, non posso fare a meno di pensare che tutto il tempo e le energie spese per dilatare la permanenza in Midgar, potevano essere spese per inserire nel gioco una più ampia porzione della storia di Cloud, Tifa e compagnia. Certo sarebbe stato tutto più “asciutto” rispetto a quello che ci si prospetta, ma ci saremmo davvero lamentati, alla luce della consapevolezza di un viaggio comunque lunghissimo davanti a noi? Io non credo. In Square-Enix quindi secondo me, c’è della “furbizia” che quanto meno, va messa in discussione.
Nello stesso modello comunicativo della compagnia in fondo, possiamo trovare più di un motivo per storcere il naso. Alla domanda “quanti capitoli avrà Final Fantasy 7?” Yoshinori Kitase risponde “non lo sappiamo”. Potrebbe essere una bugia, certo, per non disturbare l’utenza con una risposta che potrebbe deludere. O potrebbe essere la verità, dando però l’impressione di un progetto in corsa, che non è mai qualcosa di positivo. In ogni caso, la NON risposta è francamente inaccettabile. Noi giocatori siamo chiamati a investire sul progetto, a sganciare i nostri sonanti dindini, e poco importa quanto questo primo capitolo (che la stessa Square-Enix a livello di marketing bada bene ad evidenziare come tale, titolandolo semplicemente Final Fantasy 7 Remake) possa essere un gioco “stand alone”. Sappiamo tutti benissimo che ci apprestiamo a comprare il “prologo” di quelle vicende. E non si tratta di pretese, ma di onestà intellettuale. Sono loro che hanno deciso di riproporre quel titolo, e quel titolo è quello che ricordiamo, non solo Midgar.
Alla luce di questo quindi, è giusto non sapere nemmeno se per avere l’avventura completa dovremmo investire su Final Fantasy 7 Remake in 3, 5, 10 episodi? L’ambizione di un progetto dovrebbe essere direttamente proporzionale alla cura nella sua preparazione, e la comunicazione verso i fan in tal senso dovrebbe essere impeccabile visto l’impegno richiesto. Affidarsi alla semplice nostalgia non è sufficiente, e non sono nemmeno sicuro che Square-Enix se lo possa permettere, visto un passato costellato di progetti travagliati, rimandati, dai tempi di sviluppo infiniti. Siamo davvero sicuri che se il progetto sarà lungo come tutti gli indizi fanno pensare, arriverà al suo epilogo? O potrebbe crollare al primo ostacolo produttivo, subire tagli, disattendere le aspettative di vendita e quant’altro? Final Fantasy XV, un titolo sulla carta molto più contenuto di questa operazione Remake, ha subito tutte le conseguenze di una realtà produttiva tutt’altro che solida, quindi perché dovremmo stare tranquilli in tal senso?
Forse, e dico forse, il Remake di Final Fantasy 7 poteva essere trattato come un progetto più ponderato, magari meno ambizioso, ma più concreto. E non è un discorso ingenuo, è ovvio che una compagnia debba fare i propri interessi e sfruttare le loro migliori proprietà, ma esistono dei limiti oltre i quali i giocatori interessati potrebbero vedere venir meno il rispetto per la propria passione. Ed è una cosa a cui una compagnia come Square-Enix dovrebbe prestare attenzione.
Trovate il mio scenario troppo apocalittico? Non vi preoccupare, tanto verrà sicuramente dissipato e annichilito dall’euforia dei fan che tutto sommato, di fronte alla felice prospettiva di vestire nuovamente i panni di Cloud, si sentono cosi ottimisti da giustificare, difendere ed elogiare le scelte di Square in qualunque loro forma. Un ottimismo che un po’ invidio, e che sono convinto, Nomura e Kitase apprezzano più di ogni altra cosa.