A cinque mesi dall’uscita di InFamous: Second Son, Sucker Punch pubblica per la sua creatura il suo primo DLC in una formula del tutto anomala. Perché si, First Light è un DLC, ma in parte non lo è. Sony, con una mossa un po’ azzardata ha infatti deciso di pubblicare il contenuto in forma stand alone sicché, che lo compriate online o nei negozi (in forma fisica, su disco) potrete giocarvi anche senza possedere il gioco originale. Eppure non parliamo che di una manciata di ore, con tanto di trama e missioni secondarie, ma godibili senza bisogno di sentirsi l’alito di Delsin sul collo e, senza neanche per forza conoscerlo, in quanto la possibilità di spoiler è davvero ridotta all’osso.
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First Light
Protagonista indiscussa di questo First Light è Abigail “Fetch” Walker, una conduit ben nota a chi avrà giocato a Second Son, e dotata del potere del neon, tale che si manifesta per mezzo di attacchi a base di luce. Fetch, in effetti, si era dimostrata un personaggio interessante già durante lo scorrere delle ore della trama di Second Son, e la spettacolarità del suo potere, così strettamente connesso alla luce, l’ha resa un personaggio subito identificabile e affascinante. Il fatto, poi, che sia figlia di un background tortuoso in cui sono immischiate la dipendenza da droga ed una vita allo sfacelo, ha reso la scelta di Fetch quasi obbligatoria e perfetto apripista per quello che, ipoteticamente, potrebbe essere un ampliamento ulteriore del brand. Abile, in tal senso, è stato il team nel tinteggiare (seppur brevemente) la storia della protagonista che, anche a chi non la conoscerà, saprà comunque raccontare in modo interessante la sua storia. Non ultimo, First Light è un prequel alle avventure di Delsin, cronologicamente ambientato in due momenti: 2 anni prima degli eventi di Seattle e qualche istante prima di quegli stessi eventi, andando a raccontare come la giovane conduit si sia trovata su quella strada che, come saprete, la porterà poi ad imbattersi nel protagonista di Secon Son. In tal senso il team si dimostra ancora una volta intelligente nel proporre nel modo giusto tematiche mature, senza stemperarle ma senza neanche essere vittima di alcuna esagerazione, che porterebbe poi la trama (e le motivazioni di Fetch) a diventare lo zimbello di loro stesse. Questo, a ben vedere, è stato un marchio distintivo (ma sotteso) della serie InFamous, che con gli anni si è sempre più avvicinata a tematiche mature ed intelligenti, seppur restando profondamente legata ad una narrazione di ispirazione fumettistica. Il problema qui, come in Second Son, è che si resta in qualche modo ancorati ad una certa semplicità narrativa. La sceneggiatura tende a semplificare temi, come quello della dipendenza, su cui invece sarebbe stato interessante concentrarsi un po’ in più. Si tratta di un pelo nell’uovo, ovvio, ma perché non osare di più?
Flash Blindness
Per quanto riguarda il gioco in sé, salvo le ovvie differenze nell’uso dei poteri, InFamous: First Light è perfettamente sovrapponibile al titolo da cui deriva con tanto di mappa di Seattle che, invero, è tuttavia limitata alla sua zona nord, seppur l’estensione sia comunque notevole, soprattutto considerata la natura di un contenuto scaricabile. Qui, tuttavia, si riscontra un problema che in qualche modo rende la già breve esperienza di gioco ancor più striminzita. La porzione di Seattle, infatti, è disponibile praticamente sin da subito, ed il giocatore potrà scorrazzare liberamente senza vincoli, portando rapidamente a termine anche quei pochi incarichi secondari che la costellano. Anche i poteri di Fetch sono concepiti nello stesso modo e, sebbene i più potenti si renderanno disponibili solo alla fine del gioco (il che, di fatto, li rende utili solo nelle arene) essi saranno in gran parte sbloccabili già dopo i primi minuti. L’accumulo di punti utili all’espansione dei poteri è infatti privo di complicazioni di sorta. Certo, ci sono sfide impegnative, ma basta dilettarsi per poco in qualche incarico secondario che si avranno già le prime soddisfazioni. Questo da un lato è un’ottima cosa, perché dopo aver giocato a Second Son da pochi mesi, ripartire con un personaggio che necessita “rodaggio” quasi disturba. Si vorrebbe tutto e lo si vorrebbe subito ed un sistema di sblocco così “rapido” da belle soddisfazioni. Dall’altro ci si sente sempre schiavi di una certa semplicità che, nonostante il possibile settaggio di un livello di difficoltà alto, non ci prenderà mai davvero sul serio. Anche le missioni sono poco variegate e,sebbene ci si sia sforzati di rendere intrigante il gameplay tramite le capacità di Fetch (in particolare della sua incredibile velocità), il tutto non è lontanamente paragonabile a quanto fatto con Delsin per Second Son e la cosa, essendo un titolo derivato, non è un’ovvietà data dalla natura di contenuto aggiuntivo. Infine manca quello che è un marchio di fabbrica di InFamous, ossia il sistema karmico, qui del tutto assente. Ora, poiché la storia tratta di un prequel, la cosa potrebbe anche avere senso dal punto di vista narrativo, poiché – se ci pensate – si sa già bene quale sarà il destino di Fetch. Tuttavia privare InFamous di tale caratteristica è un po’ un colpo basso e non siamo del tutto certi che non ci fosse alcuna possibilità di integrarlo. Anche in una serie di missioni secondarie magari, o di scelte minori, che avrebbero quanto meno dato l’idea di voler inserire quello che per la serie è un solidissimo cliché.
Highlight
Grande novità di questo DLC è la possibilità di affrontare una serie di arene, suddivise in tre livelli di difficoltà e due obiettivi selezionabili: salvare una serie di ostaggi o sopravvivere a ondate di nemici. Le prove si svolgeranno all’interno del complesso di detenzione di Curdun Cay e, dimenticando qualsiasi defezione scenografica, mostreranno semplicemente un playset funzionale alle esigenze ludiche con piattaforme sopraelevate, ponti infrangibili e varie altre trovate che identifichino l’area come un possibile scenario di esercitazione cosa che, di fatto, è. Per quel che riguarda le sfide in sé, esse conterranno una serie di obiettivi (chiamati, per l’appunto, sfide) che vanno conseguiti per completare lo scenario al 100%. Tra questi, oltre agli ovvi obiettivi di punteggio ce ne sono anche alcuni che premiano un determinato numero di salvataggi o vittime, nonché il conseguimento di determinate azioni (metti il caso: hackera 10 torrette). Purtroppo nonostante il livello di difficoltà crescente, è evidente che per il giocatore più smaliziato queste missioni non saranno affatto un problema. Premesso un potenziamento di Fetch seppur minimo, il gioco ci metterà in difficoltà solo quando nell’arena saranno presenti ondate di nemici veramente preponderanti. Il che ha una sua logica ma, e c’è un ma, il problema è che quando ciò accadrà avrete spesso ampiamente superato tutte le sfide con successo, e vi ritroverete ad andare avanti per inerzia, più che per vera sfida. Comunque si tratta di un passatempo più che apprezzabile, ottimo anche per dare sfogo alle possibilità distruttive di Fetch, grazie soprattutto al sistema di controllo che, come già in Second Son, da sfoggio di una certa cura nel design dei controlli. Dulcis in fundo, se possedete una copia di Second Son, le sfide raddoppiano e l’arena potrà essere giocata anche nei panni di Delsin.
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Spotlight
Tecnicamente parlando, First Light si lascia guardare molto gradevolmente, grazie soprattutto alla cura per l’illuminazione ed i particellari che Sucker Punch aveva avuto nel confezionare Second Son. A colpire ottimamente, poi, è la città di Seattle, la cui caratterizzazione ha richiesto al team grande sforzo, ma con un risultato veramente intrigante, soprattutto se si considera che è la prima, vera, città “next gen” sebbene, lo segnaliamo, non sarà completamente esplorabile nel gioco, se non nella sua parte nord, a cui First Light è confinato. La bellezza della città, la sua grandezza, e certamente anche i suoi esosi costi in termine di produzione, lasciano anche intendere il perché si sia optato per pochissime aree inedite, e comunque non liberamente esplorabili.