Nicky è un truffatore professionista che quando si accorge che una giovane borseggiatrice sta per raggirarlo realizza che potrebbe anche prenderla nel suo “team”. In Jess vede del potenziale, oltre che un sacco di altre “virtù” e così la porta insieme a lui e alla sua banda di truffatori a New Orleans dove sta organizzando un mega-colpo durante il Super Bowl. Dopo essersi intascato il malloppo, però, e aver insegnato tutti i trucchi del mestiere alla ragazza, Nicky taglia la corda. I due si rincontrano tre anni dopo: lui nel bel mezzo di una truffa ai danni del proprietario di una scuderia di Formula 1, lei fidanzata con lo stesso. Tra i due si riaccende la scintilla ma ben presto realizzeranno di aver smesso di osservare la regola fondamentale: tieni sempre gli occhi aperti, perché niente è come sembra.
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Will Smith e la bellissima Margot Robbie (The Wolf Of Wall Street) provano a giocare a Ocean’s Eleven ma in due è molto difficile, soprattutto se non sai riempire adeguatamente lo schermo per gli oltre 100 minuti di proiezione. Il problema più grande di Focus, infatti, è l’esiguo carisma del cast. Le battutine e i soliti ammiccamenti di Will Smith alla lunga diventano un po’ ripetitivi e la Robbie, oltre alla magnifica presenza scenica, non propone molto altro dal suo repertorio. Ne consegue che il ritmo della pellicola targata Ficarra-Requa subisce una clamorosa battuta d’arresto dopo il lungo ma divertente prologo, dove si vedono senza dubbio le cose migliori a livello di sceneggiatura. La parte centrale è insostenibile: lenta, noiosa e priva di sequenze che permettano allo spettatore di costruirsi un quadro, anche solo immaginario, di come possa risolversi l’intreccio. Questo, infatti, è talmente “WTF?” da sfiorare il surreale (ma non sarebbe nemmeno un problema) e necessita quindi del classico spiegone dialogico verso il finale (dove la pellicola si risolleva leggermente) in modo da mettere tutti i pezzi del puzzle al loro posto, imboccando lo spettatore senza farlo sbrodolare. Altra grave mancanza è un antagonista degno di questo nome. Che senso ha mettere un protagonista figo e guascone se poi deve infinocchiare solo dei morti di sonno? Anche qui molto da imparare dal filone Ocean’s. Peccato perché, come dicevamo, la prima parte di Focus è giocata bene, ha ritmo e funziona per come è messa in scena.
Il problema è tutto quello che viene dopo, che sa di già visto e riproposto in maniera alquanto approssimativa. Non che ci aspettassimo un capolavoro ma visto il caché del signor Smith, che attualmente è l’attore più pagato di Hollywood, ci si aspetterebbe qualcosa in più che il solito sorriso smagliante e gli addominali in bella vista… Ma forse più di così non riesce proprio a fare.