For Honor Anteprima: nuovo franchise made in Ubisoft?
La pre-conferenza E3 di Ubisoft negli ultimi anni è sempre stata foriera di interessanti annunci, anche abbastanza a sorpresa vista la buona capacità della società di mantenere il riservo. Una delle sorprese di quest’anno è stata la presentazione da parte di Jason Vandenberghe (l’uomo dietro a Red Steel 2, per dirne uno) di For Honor. Il titolo, semplicisticamente, altro non è che un action game in terza persona che ci permetterà di vestire i panni o di un samurai, o di un cavaliere medievale o di un vichingo, per darcele di santa ragione all’interno di un contesto multigiocatore online, la presenza di una modalità single-player infatti è stata annunciata ma non mostrata. Ma come si risolve quanto detto?
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Beh, in poche parole il gioco permetterà a due squadre di quattro giocatori di sfidarsi per la vittoria (saranno presenti, opportunamente rivisitate le più classiche modalità multiplayer) all’interno di setting molto evocativi dal tipico sapore medievale coadiuvati da schiere di NPC comandati dall’intelligenza artificiale. Ebbene se scontrarsi e vincere contro questi personaggi sarà piuttosto semplice, lo scontro con i giocatori umani sarà tutt’altra cosa e necessiterà di padroneggiare efficacemente l’immediato, seppur ben studiato, sistema di combattimento.
La meccanica di gioco, con le diverse sfumature in base alla “classe” guerriera scelta (un samurai avrà più capacità d’offesa di un cavaliere ad esempio, ma contemporaneamente minor capacità difensiva, ecc…), presenta il classico duplice attacco (attacco forte e attacco debole) adibito ai tasti R2 e R1 del nostro controller che, muovendo lo stick analogico destro, sarà possibile orientare nello spazio (in un’ipotetica sua suddivisione fra sinistra, destra ed alto) e così colpire un diverso punto del corpo nemico; e un sistema di difesa che è l’esatta replica dell’attacco ma ovviamente ad essere orientata sarà la parata. Studiare i movimenti del nostro avversario, quindi, la sua postura e maturare l’abilità necessaria a saper leggere l’azione che verrà a realizzarsi, sarà fondamentale per evitare di essere sconfitti o per impedirci di sprecare energia con colpi a vuoto ed essere immancabilmente alla merce di chi ci troviamo di fronte.
Ci troviamo, dunque, di fronte ad un titolo che presenta due nature ottimamente mescolate: da una parte lo scontro contro le truppe comandante dalla CPU, energico, veloce e abbastanza spensierato; e, dall’altra, quello con gli avversari umani, più lento, ragionato e capace di restituire le sensazioni di un vero duello esaltante e brutale.
Resta da vedere quanto di bello mostrato trovi poi una realizzazione concreta e convincente sul lungo periodo (anche in merito al level-design e alla varietà) e come si innesterà in tutto questa una campagna single-player, perché finora le premesse sembrano molto positive – a partire dal comparto tecnico, che è sembrato già da queste prime battute niente male, ma, siamo sinceri: in casa Ubisoft non avevamo dubbi che potesse essere così, i problemi, se ci saranno, si presenteranno altrove; vero Assassin’s Creed?