La non-recensione di un free-to-play che si paga (per ora)
Fortnite è un titolo distribuito in modo molto particolare, e questo è il motivo per cui, in fondo alla pagina, non c’è nessun voto. Il gioco è infatti acquistabile in una specie di formula ad accesso anticipato, in diversi pacchetti contenenti vari bonus a seconda del denaro speso, mentre quando uscirà verrà rilasciato, nel corso del 2018, come free-to-play. Da una parte, quindi, siamo qui per dirvi se ha senso che spendiate i vostri soldi per iniziare a giocare prima degli altri. D’altro canto, però, essendo il gioco ancora in fase di sviluppo, non possiamo certamente dare un giudizio perentorio. Non potete quindi saltare in fondo alla conclusione (lo sappiamo che lo fate, birbantelli), ma vi tocca leggervi la recensione per intero stavolta!
L’incipit di Fortnite è quanto di più semplice si possa pensare: l’Umanità è stata ridotta del 98% da una tempesta, che ha portato sulla terra gli abbietti, una sorta di buffi zombie. Attraverso una serie di missioni sarà nostro compito lottare contro l’invasione. Tutto molto semplice, com’è normale che sia per un gioco solo online. Infatti, Fortnite è un TPS cooperativo, con fortissimi elementi di tower defense e crafting. Questo significa che oltre a sparare alle orde che ci colpiranno, ci sarà molto altro da fare. L’esplorazione, stranamente per un prodotto di questo tipo, è tutt’altro che accessoria e consente di entrare in possesso di materiali rari e nuovi, utili a creare nuove armi, trappole e strutture. Questi possono essere raccolti dalle casse sparse nelle mappe, ma anche semplicemente distruggendo elementi di scenario, dal momento che, fatti salvi pavimenti e alcuni muri, tutto può essere raso al suolo. La struttura delle partite è sempre piuttosto simile, perché dopo una prima fase più canonica il team si ritroverà a dover costruire le proprie difese per proteggere un punto della mappa. Qui entrano in gioco l’aspetto tower defense e il crafting: per blindare le zone calde bisognerà costruire muri e percorsi attorno, in modo da incanalare gli abbietti ed impedirgli di raggiungere il loro obiettivo, ovviamente spendendo i materiali precedentemente raccolti. Insomma, tutto molto semplice, detto così, ma in realtà c’è tantissimo di più di cui parleremo succintamente per non annoiarvi (e soprattutto perché non stiamo realizzando una guida in questa sede).
La prima cosa che si nota avanzando nell’avventura con uno dei pacchetti ora disponibili è la possibilità di acquistare delle pignatte a forma di lama (eh, sì) dalle quali troveremo, in modo casuale, delle carte che rappresentano qualsiasi cosa, da bonus a progetti per armi, passando per altri superstiti. Questi superstiti sono utili a formare delle squadre che, con l’avanzare degli skill tree, potranno essere sempre più numerose e vantaggiose.
Passando agli alberi di abilità, questi sono due, e hanno due tipi di “moneta” diversi richiesti per acquistare i nodi successivi. Ogni “carta”, inoltre, può essere migliorata per quanto riguarda il livello, aumentando così le abilità e i perk, oppure può essere “rotta” per recuperare punti esperienza, visto che è possibile trovare doppioni. Il discorso delle carte si estende anche agli eroi utilizzabili dal giocatore, che hanno come tutto il resto un livello di rarità e vengono pescati casualmente dai pacchetti. Insomma, avrete capito che il gioco è davvero ampio, e stare qui a snocciolarvi ogni minimo dettaglio sarebbe superfluo, ma possiamo riflettere ora sul peso che hanno le micro-transazioni nell’economia interna al gioco: sono influenti. Questo perché, senza acquistare nuovi lama, è praticamente impossibile ottenere bonus, e per ora il gioco ci sembra piuttosto avaro nel regalare valuta in-game. Il prezzo poi non è neanche così basso, perché si parte da un euro per ogni busta d’espansione. Ovviamente non è questo il momento di decidere il peso che avrà tutto ciò nel gioco finale, perché qualsiasi cosa potrebbe cambiare alla pubblicazione del gioco finale, ma al momento, esclusi bonus giornalieri e il pacchetto di lama iniziale regalato per aver acquistato il gioco, non è semplicissimo entrare in possesso di nuove carte.
Sicuramente però la quantità di cose offerte dal team di sviluppo per chi acquista ora il gioco dà una bella spinta iniziale, senza che il giocatore si trovi, come spesso accade nei free-to-play, con le mani legate durante le prime ore. Se vi dovessimo quindi dire se ha senso acquistare il gioco adesso, avremmo delle difficoltà a darvi un’indicazione precisa. Se pensate che il gioco vi impegnerà per i mesi restanti fino alla release free-to-play (come anticipato, fissata per l’anno prossimo), e se comunque acquisterete dei “pacchetti di carte” quando il gioco uscirà, allora potete tranquillamente procedere all’acquisto. Se invece siete di quelle persone che giocano i free-to-play in modo veramente free, potreste aspettare con pazienza, a meno che non vi piaccia veramente tanto il concept raccontato da Epic Games.
Perché, effettivamente, tutto il resto di Fortnite funziona bene e non si direbbe di trovarsi di fronte ad una beta. L’aspetto tecnico è davvero ottimo, con una grafica cartoon realizzata davvero bene sia per quanto riguarda i personaggi che in relazione agli scenari di gioco. Gli alberi si muovono al vento in modo davvero piacevole, e l’art direction generale è evidentemente figlia di grande cura, oltre ad essere perfettamente coesa con lo stile spensierato e scanzonato che permea tutto il gioco. Anche il matchmaking è più che soddisfacente, e a volte impiega davvero un istante a trovare altri tre giocatori con i quali collaborare nella missione in corso, mentre se si decide di iniziare la partita da soli senza aspettare compagni, questi verranno rapidamente aggiunti a partita iniziata. Unica nota dolente, i tempi di caricamento un po’ troppo lunghi all’avvio di una nuova mappa.