La mia banda suona il Ro-ehm, il Punk!
Fumetto e musica intrattengono da sempre un rapporto particolare. Le citazioni testuali della musica, tra le vignette, sono dai più viste come una presenza fastidiosa e perlopiù inutile. Il medium fumetto è concepito e fruibile come muto, e solo in tempi recenti con produzioni “dal basso” (come Lumina) o autoriali (come Life Zero) si è pensato e provato di aggiungere all’esperienza di lettura una colonna sonora dedicata. Se questa sia una scelta azzeccata, visionaria o filosoficamente superflua, per fortuna non sta a noi dirlo, non in questo caso, perché servirebbe un sacco di tempo e parole e From Here To Eternity, tutto di Francesco Guarnaccia, edito da Shockdom, ci risparmia gentilmente la fatica.
Perché From Here To Eternity mette la musica, senza la musica, nei fumetti.
Se ne avete sentito parlare, il volume parla della scalata dis-avventurosa al successo di una giovane band punk, i Punkarrè. Potreste pensare che era per questo tutto il discorso in apertura sulla musica, ma in realtà no. Il motivo per cui si parlava di musica, oltre al fatto che i protagonisti (e gli antagonisti) ne fanno in quantità durante il graphic novel, è l’aspetto di From Here To Eternity. Dallo stile dei disegni, alla divisione serrata in vignette, alla narrazione compressa e decompressa ritmicamente, ai colori, cavolo, i colori! Tutto sprizza energia da qualsiasi poro. Energia che, messa al servizio della musica, te la fa sentire senza bisogno di una nota.
La storia? I Punkarrè perdono il cantante-frontman per infortunio (spassoso e qui volontariamente non spoilerato) e come sostituto reclutano Emilio Fugazi, un “nonnetto” iroso che non aspetta altro che la sua occasione per esprimere quanto ce l’ha con il mondo. Bam! Assurdo? Sì, quanto semplice e forte. È dal conflitto delle contraddizioni semplici e assurde che nascono le storie migliori. Da qui la rocambolesca e sempre meno inaspettata ascesa dei protagonisti tra le band più di successo della scena musicale underground. In palio: un concerto come gruppo spalla per gli stra-noti Stinki di Santos.
L’avventura è costellata da situazioni estreme, sia in ambito di comicità che di “epica”. Certo, le modalità narrative sono quelle classiche della scalinata, gradino dopo gradino, fino all’obiettivo finale. Ma non importa, il fumetto è divertente e infarcito di gustose citazioni dalla musica punk contemporanea e non.
La vera forza di From Here To Eternity, comunque, non è il reparto della trama, soddisfacente ma più solido che rivoluzionario nella sua struttura ad anello, bensì quello del look. Sul serio: è un’esplosione di vignette e colori, fuse in un linguaggio che non potrebbe essere più attuale e funzionale, nel mondo dei fumetti (e fumettisti) emergenti. A tutto ciò, un abile quanto giovane Guarnaccia aggiunge l’ironia e la giusta dose di azione, sotto forma di duelli musicali. Ma potrebbero essere anche scontri a base di proiettili e katana, la verve è la stessa.
Il volume (120 pag. per 16€) presenta però una piccola problematica. Mentre si tratta dell’esemplare perfetto di fumetto emergente contemporaneo, il tipico webcomic promosso a pieni voti (esplosivo, intenso e divertente), potrebbe non andare giù a chi stenta, per gusto o consuetudini, a masticare il nuovo linguaggio comunicativo di cui From Here To Eternity è campione. C’è sempre un po’ di confusione sulla tavola, mai tanta da inficiare la comprensione generale, ma abbastanza da rallentare, almeno all’inizio, chi è abituato ad avere sempre ben presente il personaggio che parla, le azioni precise che questo compie, etc.
Detto così sembra un difetto grave, ma non è proprio così. From Here To Eternity ha un suo linguaggio, mantenuto coerente dalla prima all’ultima pagina. All’interno di questo linguaggio, non ci sono errori o trascuratezze. L’unico avvertimento è per i lettori cresciuti con il canone classico di ritmo e comunicazione (in maggioranza, ma forse ancora per poco): se non volete “rifarvi gli occhi”, più letteralmente del solito, lasciate stare. Siete di fronte a qualcosa di nuovo che si sta facendo strada, dal web sulla carta, prepotentemente come il punk che racconta e con grande merito.