Full Metal Bugs è un rubrica curata da Fulvio Giachino, entomologo presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Questa è la prima parte dell’appuntamento dedicato a Dead Space
Attenzione: l’articolo contiene spoiler sull’originale Dead Space, i suoi sequel e le opere collegate al suo universo narrativo, inoltre viene trattato un argomento altamente sensibile quale il suicidio.
Il Marker non deve far ritorno sulla Terra. […] Siamo stai ingannati nel credere che esistano dèi dello spazio. Unitology è una menzogna, un meccanismo di controllo, la menzogna che ci ha portato qui con l’inganno. […] Questa è un’infezione progettata per sopraffare la nostra intera specie! Farà qualsiasi cosa in suo potere per diffondersi! Qualsiasi cosa!
(Dead Space – Downfall)
Le opere “di genere” possono celare interessanti spunti di riflessione su molteplici argomenti. È il caso, ad esempio, di Dead Space, videogioco horror fantascientifico multipiattaforma del 2008, sviluppato dallo studio Visceral Games (Electronic Arts) e del quale è stato recentemente pubblicato il remake (a cura di Motive Studios, Electronic Arts). Al capostipite della saga si sono aggiunti due sequel, alcuni spin-off, fumetti, romanzi e film di animazione che ne hanno ampliato l’universo narrativo.
Protagonista di Dead Space è Isaac Clarke, un ingegnere imbarcato sulla nave interstellare USG Kellion, inviata per indagare sulla misteriosa interruzione delle comunicazioni con la USG Ishimura. Quest’ultima, in orbita intorno alla colonia mineraria Aegis VII, è una colossale planet-cracker (spacca-pianeti), ossia una nave la cui funzione è la raccolta di risorse da interi pianeti e asteroidi che, come suggerisce il nome, vengono distrutti e sbriciolati nel processo. La Kellion, nel tentativo di atterrare in uno degli hangar dell’Ishimura, verrà colpita da un detrito è sarà costretta ad un atterraggio di emergenza sul ponte di volo della planet-cracker. Isaac e gli altri membri dell’equipaggio della Kellion si rendono subito conto di come qualcosa di anomalo debba essere accaduto sulla Ishimura, della cui ciurma non vi è traccia. L’ingegnere verrà inviato a esplorare la nave per capire cosa possa essere successo, e avrà così inizio il suo incubo: l’Ishimura è infatti infestata da terribili e feroci esseri noti come necromorfi. Isaac si troverà ad affrontare orde di mostri nelle viscere dell’astronave, nel tentativo di salvarsi e di fuggire dalla planet-cracker.
La causa dell’infestazione di necromorfi è il cosiddetto Red Marker, un misterioso oggetto la cui forma ricorda due corna che si intrecciano, oppure la doppia elica del DNA, e sulla cui superficie sono incisi caratteri e simboli che sfuggono alla comprensione umana. Come si scoprirà avanzando nel gioco, il Red Marker è una delle copie di manifattura umana del cosiddetto Black Marker. Quest’ultimo, come possiamo apprendere sia da Dead Space sia dal romanzo “Dead Space” – Martyr è un oggetto di origine aliena scoperto sulla Terra nel 2214, ovvero tre secoli prima rispetto agli eventi del videogioco. Il Black Marker si trovava inabissato nel fondale del Golfo del Messico, al centro del cratere di Chicxulub (Yucatan); quest’ultimo è realmente esistente, ed è il punto d’impatto del meteorite che, 65 milioni di anni fa, pose fine all’era dei dinosauri aprendo la strada a quella dei mammiferi.
Il Black Marker di Dead Space e il concetto di memi
Il Black Marker fu scoperto contemporaneamente dal geofisico Michael Altman, dalla multinazionale DredgeCorp e dall’esercito a causa degli strani impulsi energetici che iniziò a emettere. La DredgeCorp, spietata compagnia dedita all’estrazione delle ultime risorse disponibili sul pianeta Terra ormai prossimo al completo esaurimento delle stesse, avviò insieme ai militari un progetto di ricerca segreto sul Black Marker, finalizzato al comprenderne la natura e la funzione e, soprattutto, al cercare un modo per sfruttarlo. L’artefatto alieno venne recuperato dal fondale e fin dai primi contatti con esso si rivelò tutto fuorché inerte o innocuo: le sue emissioni energetiche contaminarono e alterarono il cervello e la psiche di chi vi era esposto. Le persone sotto l’influenza del Black Marker iniziarono a soffrire di allucinazioni e la loro sanità mentale peggiorò rapidamente, sfociando nella paranoia e nella demenza; queste si tradussero in scoppi di violenza incontrollabile, in suicidi e in omicidi. Nelle menti delle vittime del Marker, inoltre, si generano idee e concetti legati all’unirsi con l’artefatto alieno, diventando un tutt’uno con esso attraverso la morte. La contaminazione mentale da parte del Black Marker, come vedremo in seguito, è funzionale ai sui obiettivi: esso infatti necessita di materia organica morta per poter avanzare nel suo ciclo “vitale”, ossia la creazione dei primi necromorfi.
“[Il Marker] è un qualche tipo di codice… come un set di istruzioni. […] Ha a che fare col DNA, credo. […] Ti ricordi che ho detto che quei disegni erano un qualche tipo di istruzioni, per del DNA? […] un DNA che muta i geni a livello cellulare, come un cancro, o un virus. Ma si diffonde solo attraverso uno specifico vettore bersaglio! […] Carne necrotica, Bram! Infetta corpi morti.”
(Dead Space #4, fumetto; Traduzione dall’inglese dell’autore)
Esaminandolo da un punto di vista “biologico”, si potrebbe definire il Black Marker come un parassita estremamente raffinato. Esso trasmette, attraverso le proprie emissioni energetiche, informazioni relative al DNA alieno di cui è veicolo, e questo viene trascritto nel genoma degli ospiti. Il Black Marker, però, non si limita a questo: il codice genetico alieno non è infatti in grado di svilupparsi in un organismo vivo, e per questo motivo l’artefatto ha necessità di predisporre all’infezione i propri ospiti conducendoli alla morte. Questo avviene attraverso la contaminazione mentale accennata in precedenza, le cui vittime sperimentano visioni e allucinazioni che, inevitabilmente, portano a omicidi e suicidi. Questa fase del ciclo vitale dei Marker (Black o Red che siano) può essere paragonata a quanto avviene, nella realtà, coi cosiddetti memi. Il termine meme, coniato dal biologo Richard Dawkins, indica l’unità di trasmissione culturale, “un singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo all’altro” (da “Il Gene Egoista”).
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I memi sono quindi i singoli tasselli che compongono la cultura di una specie, intesa come l’insieme dei comportamenti acquisiti tramite una qualche forma di insegnamento sociale, non innati o istintivi, né imparati tramite l’esperienza diretta e individuale. Nel caso di Homo sapiens, per esempio, un meme può essere un gesto di saluto, il frammento di una melodia, un concetto o una parola a cui noi diamo un significato e a cui corrisponde una qualche manifestazione comportamentale; questa manifestazione, a sua volta, può essere recepita da un altro individuo e replicata, dando modo al meme corrispondente di essere registrato in un altro cervello e di diffondersi. In altre parole, i memi “passano” da un cervello all’altro mediante l’imitazione e la ripetizione, dimostrando quindi quella che Dawkins definì come capacità “infettiva”.
Sia il Black Marker che le sue copie (i Red Marker) hanno affinità con i concetti della teoria memetica di Dawkins in quanto sono in grado di trasmettere e imprimere nelle menti umane idee e concetti, ossia dei memi; questi spingeranno gli ospiti verso determinati comportamenti e azioni, ma favorevoli esclusivamente al Marker. Le visioni e le allucinazioni che le vittime della contaminazione sperimentano, insieme al radicarsi di concetti quali “unione col Marker” e “vita nella morte”, sono meccanismi che spingono l’ospite a uccidere o a suicidarsi: è questo l’elemento fondamentale che permette ai Marker di procedere con la seconda fase dell’infezione, ossia la creazione dei necromorfi a partire dai cadaveri.
I primi di questi esseri, noti come Infector, propagheranno fisicamente il DNA alieno in altri ospiti dopo averli uccisi, dando il via ad una vera e propria infestazione. La contaminazione mentale e memetica dei Marker, però, non si limita alla sola predisposizione delle vittime affinché possano essere trasformate in necromorfi. Gli artefatti in questione sono incapaci di riprodursi in autonomia e, al pari di un virus, necessitano di un organismo ospite per potersi moltiplicare, nello specifico di una forma di vita sufficientemente avanzata dal punto di vista tecnologico. I Marker, come possiamo vedere (o meglio, giocare) in Dead Space 2 oppure leggere in “Dead Space – Catalyst”, possono imprimere nelle menti di alcuni individui il proprio progetto e il proprio schema di costruzione. Le persone infettate in questo modo, faranno di tutto affinché vengano costruiti altri Marker, permettendo così sia alla contaminazione memetica, sia alla conseguente infezione necromorfica di diffondersi in modo più rapido ed efficace. Lo stadio terminale dell’infestazione necromorfica è l’Evento di Convergenza: tutte le forme di vita del pianeta si uniscono in singolo essere che ne ricopre l’intera superficie. Questi titanici necromorfi, noti come Brethren Moon, vagano per l’universo con il solo obbiettivo di moltiplicarsi e, come conseguenza, di estinguere ogni forma di vita con cui entrano in contatto. La riproduzione dei Brethren Moon avviene quindi grazie ai Marker, vettori da loro prodotti e dispersi nel cosmo, in grado di infettare e sopraffare gli organismi e gli ecosistemi con cui entrano in contatto.
La Chiesa di Unitology di Dead Space
Nel mosaico narrativo di Dead Space, strettamente connessa al Marker e alla figura di Altman, troviamo la Chiesa di Unitology. I fedeli di Unitology credono che la nostra specie sia stata creata da entità aliene che ne hanno guidato l’evoluzione, e che grazie al potere del sacro Marker, un giorno l’umanità si ricongiungerà, attraverso la morte, ai suoi creatori. La paradisiaca promessa di Unitology è, a ben guardare, una promessa di estinzione: l’unione prospettata altro non è che la fase finale dell’infezione necromorfica, un Evento di Convergenza, cosa di cui sia il clero che i fedeli sono all’oscuro.
La chiesa fu ufficialmente fondata da Michael Altman, considerato dai primi fedeli come un profeta poiché rivelò al mondo l’esistenza del Black Marker. La realtà dei fatti fu, però, molto diversa. Michael Altman, come detto in precedenza, fu uno degli scopritori del Black Marker, nonché uno degli scienziati coinvolti nel progetto di ricerca segreto sull’oggetto alieno. Per quanto non si riuscisse a comprendere appieno le funzioni del Black Marker o come esso operasse, gli scienziati si resero conto della sua capacità di modificare e riscrivere il DNA umano; gli esperimenti si focalizzarono a questo punto sul tentare di utilizzarlo per guidare l’evoluzione umana, potenziando la nostra specie o addirittura rendendola immortale (una sorta di distorto transumanesimo, dove le élite avrebbero deciso come e in quali termini i singoli avrebbero avuto accesso a queste nuove tecnologie ricombinanti).
“‘Una volta che avremo compreso il segreto del Marker, una volta che il nuovo Marker sarò replicato, lo condivideremo con il pubblico. Fino a quel momento, daremo loro piccoli assaggi, qualcosa per prepararli a quello che sta per arrivare.’ […]
‘Visto in questa luce, hai fatto proprio il nostro gioco. Non è sufficiente che siamo soltanto noi a crederci. Dal momento che si tratta di una questione di salvezza della specie umana, abbiamo bisogno di diffondere il credo. Quale modo migliore per farlo se non dare origine a una religione vera e propria? In questo modo, quando giungerà il momento giusto, saranno pronti.’
‘Non tutti devono conoscere la reale portata di quanto sta davvero accadendo,’ disse Markoff. ‘In realtà, è meglio se soltanto pochi di noi conoscono davvero i dettagli, soltanto una selezionata cerchia ristretta. È sempre meglio mantenere un po’ di mistero, introdurre le persone lentamente, gradualmente. Mantenere il potere nelle giuste mani.’”
(Dead Space – Martyr; traduzione dall’inglese dell’autore)
Resosi conto di come tali sperimentazioni avrebbero inevitabilmente condotto a un Evento di Convergenza, il “profeta” Altman rivelò al mondo l’esistenza dell’oggetto alieno, sperando in questo modo di fermare il complesso bellico-industriale interessato a sfruttarlo. Altman tentò inoltre di fermare le ricerche facendo affondare nell’oceano la stazione di ricerca galleggiante cuore del progetto sul Black Marker e luogo in cui quest’ultimo era conservato. Le sue azioni furono però inutili: il Black Marker fu portato in superficie una seconda volta, e le dichiarazioni e le rivelazioni del geofisico sfruttate proprio da quello stesso complesso bellico-industriale che avrebbe voluto fermare. Attraverso abili manipolazioni dell’opinione pubblica, Altman fu trasformato in un martire e un profeta, il portatore della verità sul Black Marker e rivelatore dell’esistenza di intelligenze aliene; verità scomode per il potere, che tenterebbe in tutti i modi di tenerci all’oscuro sulle stesse.
“Altman si accorse che le sue mani stavano tremando. ‘Ma ho sparso la voce,’ disse. ‘L’ho reso pubblico. La gente saprà.’
‘Sì, lo hai fatto,’ disse Stevens. ‘Grazie per averlo fatto. La voce che hai diffuso è che il governo sta nascondendo qualcosa che le persone dovrebbe invece conoscere. Pensaci. Abbiamo ricontrollato tutte le riprese, tutte le interviste che hai rilasciato. Eri abbastanza combattuto sul fatto che il Marker fosse qualcosa da temere o qualcosa da studiare, e quindi sei stato vago. Possiamo rigirare i tuoi commenti in qualunque modo vogliamo. Quando avremo finito con te, non solo la tua piccola bravata non ci avrò danneggiato: sarai considerato un santo. Tu hai sparso per primo la voce, Altman – tu sei quello che ha dato origine al tutto. Tutti crederanno che sia stato tu a fondare la religione.’”
(Dead Space – Martyr; traduzione dall’inglese dell’autore)
Altman fu a questo punto ucciso col preciso scopo di trasformarlo in un martire, la figura messianica di Unitology, colui il quale aveva rivelato al mondo la verità sull’uomo, sulle sue origini e sul suo destino. Il credere nelle rivelazioni del Profeta Altman è uno dei fulcri centrali della chiesa e questo nucleo si basa su quella che è, nei fatti, soltanto una sofisticata opera di manipolazione delle masse da parte del potere, finalizzata al condizionamento e al controllo. L’obiettivo delle élite in potere era, come visto, la diffusione nella popolazione di idee compatibili con i propri fini, e farle accettare dalle masse.
Unitology fu creata come uno strumento finalizzato a rendere “sacro” tutto ciò che aveva a che fare col Marker, in primis l’idea di unirsi ad esso; in tal modo, un transumanesimo guidato dal complesso bellico-industriale e basato su tecnologie e DNA alieno, sarebbe stato socialmente e dogmaticamente accettato dai fedeli. A questo si aggiunge la contaminazione mentale del Black Marker, che ebbe influenzò anche i responsabili delle ricerche e degli esperimenti sull’artefatto alieno. Ai vertici della neonata Unitology, ci sarebbero state proprio queste persone, che così facendo avrebbero mantenuto pieno controllo sulla dottrina religiosa, garantendosi di conseguenza un enorme potere politico. La sacralità del Marker e la “verità” che i fedeli di Unitology si illudono di conoscere, altro non sono quindi che raffinati costrutti del potere finalizzati al controllo delle masse: la Chiesa è strumentale nel fornire un’illusione di libertà e di libero arbitrio, oltre ad essere un concreto rischio per la sopravvivenza della nostra specie.
Nonostante all’epoca degli eventi del primo videogioco gli esperimenti sui Marker fossero stati abbandonati da oltre tre secoli a causa dei ripetuti e catastrofici fallimenti, Unitology è tutto meno che estinta: si è diffusa ad ogni livello sociale e, per tale motivo, la sua chiesa ha enorme potere ed influenza su governi, nazioni e multinazionali. Nel ventiseisimo secolo, Unitology è la religione con la maggior diffusione e col maggior numero di fedeli e la sua chiesa è indipendente e ignara delle sue origini come strumento di controllo e manipolazione. Ampliando quanto detto in precedenza, secondo la teoria memetica di Dawkins una religione è un insieme di memi concatenati e uniti l’uno all’altro, quello che viene chiamato memoma o memeplesso. In quest’ottica, le religioni sono memeplessi estremamente efficaci nel fornirci sistemi di credenze, regole e precetti sui quali basare la nostra esistenza in vista di un premio (e.g. un’eternità beata in paradiso) o per timore di una punizione divina (e.g. l’eterno tormento dell’inferno). Escludendo le componenti psicologiche, l’efficacia delle religioni è dovuta al fatto che il nostro cervello è biologicamente e fisiologicamente predisposto ad incamerare memi; essi sono la base e l’essenza del nostro essere una specie culturale, nella quale i comportamenti non sono dettati esclusivamente dall’istinto e dagli impulsi biologici codificati nei nostri geni.
Nota:
Nell’articolo, si è utilizzato il termine originale “Marker” in luogo di quello tradotto “Marchio” in quanto le due parole veicolano messaggi e significati leggermente differenti; la traduzione più corretto del termine inglese sarebbe “Marchiatore” piuttosto che “Marchio”, a riprova di come esso sia in grado di imprimersi nelle menti che contamina.
Fonti e approfondimenti
• Dead space (2008; Visceral Games, Electronic Arts)
• Dead space 2 (2011; Visceral Games, Electronic Arts)
• Dead space 3 (2013; Visceral Games, Electronic Arts)
• Dead space – Martyr (2010, B. K. Evenson; Tor Books)
• Dead space – Catalist (2012, B. K. Evenson; Tor Books)
• Dead Space (fumetto; 2008; A. Johnston, B. Templesmith; Image Comics)
• Dead Space – Downfall (2008; C. Patton)
• Il gene egoista (1976; Richard Dawkins; Ed. Oscar Saggi)
• The Behavioral ecology of parasites (2002; E. E. Lewis, J. F. Campbell; CABI Publising)
• Anticapitalism wasn’t banned in English classrooms during the cold war – why is it now? (https://theconversation.com/anticapitalism-wasnt-banned-in-english-classrooms-during-the-cold-war-why-is-it-now-147121; onsultato il 10/03/23)
• Schools in England told not to use material from anti capitalist groups (https://www.theguardian.com/education/2020/sep/27/uk-schools-told-not-to-use-anti-capitalist-material-in-teaching; consultato il 05/03/23)
• Treccani Online, voce Greenwashing
(https://www.treccani.it/vocabolario/greenwashing_%28Neologismi%29/; consultato il 01/03/23)
• Il mondo di QAnon: come entrarci, perché uscirne. Prima parte
(https://www.internazionale.it/reportage/wu-ming-1/2020/09/02/mondo-qanon-prima-parte; consultato il 10/02/23)
• Il mondo di QAnon: come entrarci, perché uscirne. Seconda parte
(https://www.internazionale.it/opinione/wu-ming-1/2020/09/18/mondo-qanon-seconda-parte; consultato il 10/02/23)
• Heaven’s Gate – Britannica Online Encyclopedia
(https://www.britannica.com/print/article/701760; consultato il 24/02/23)
• Behind the Curtain of the Heaven’s Gate Cult
(https://daily.jstor.org /behind-the-curtain-of-the-heavens-gate-cult; consultato il 24/02/23)
• A Dictionary of World Mythology, voce Ixtab (1986, A. Cotterel; Oxford University Press)
• Insetti: Dei e Demoni (2022, F. Giachino; WBA Project Ed)