– ATTENZIONE! QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLA QUINTA STAGIONE! –
Voglio aprire questo articolo con una provocazione: ma secondo voi Game of Thrones è ancora uno show interessante?
Di sicuro si starà manifestando nelle vostre teste un lungo gioco al rimpiattino tra bestemmie, imprecazioni e tutta una serie di aggettivi poco carini rivolti alla mia domanda ma fermate per un attimo ogni spirito da fanboy/fangirl e seguitemi. Mi sono trovato a vedere la quinta stagione di Game of Thrones privo di qualsivoglia pregiudizio nei confronti dello script e questo, come intuirete, non può che essere inteso come un bene. Non sono uno di quei tipi che esige, o meglio, pretende che la narrazione di uno sceneggiato sia, PER FORZA, aderente uno a uno con la sua opera originale. La trovo anzi una cazzata e non capisco chi non comprende quanto si debba per forza di cose modificare delle meccaniche, delle dinamiche, o anche solo dei semplici passaggi narrativi in nome della pellicola. Non perché in nome del girato si debba annichilire tutto il resto (persino la fonte) ma semplicemente perché non tutto quello che si legge può essere girato degnamente e viceversa. Ma qual è il punto?
Il punto è che sono sicuro che moltissimi spettatori (almeno quelli più orgogliosamente nerd) si siano avvicinati alla quinta stagione concedendole il beneficio del dubbio, ma comunque non potendo proprio ignorare il fatto che essa è in gran parte inventata di sana pianta perché, si sa, ormai lo show ha ampiamente raggiunto quanto scritto da Martin e certo una roba come GoT (che macina più soldi dei Lannister e dei Tyrell insieme) non si poteva arrestare per aspettare che l’autore, finalmente, riportasse le sue idee su carta. E dunque, col benestare di ciccio Martin, gli sceneggiatori hanno annunciato che possono fare il cavolo che gli pare. Seguendo una linea che è alla lontana tracciata dai libri (onde certamente evitare di contraddire quanto meno i passaggi salienti e misteriosi che Martin sta tessendo da anni) ma, fondamentalmente, il serial può fare come vuole… e infatti così è.
Ebbene a me quest’idea non ha turbato più di tanto, anzi diciamo pure che me ne sono fottuto però sento che questa quinta stagione di GoT sta faticando non poco per andare avanti in modo efficiente. Confrontandomi con alcuni amici mi sono sentito dire più o meno le stesse cose: c’è nell’aria del serial una strana sensazione, quasi sempre impalpabile, che lascia tuttavia non propriamente avvinti. Intendiamoci: si tratta di un serial sempre fatto con una certa cognizione di causa, e dalla qualità invidiabile, tuttavia incomincio a trovare molte puntate noiose o, peggio, persino blande. Questo pensiero è derivato in me dopo la visione dell’ultimo episodio, in cui, come saprete… ma se non lo sapete occhio allo SPOILER… Sansa e Ramsay convolano a nozze. E già qui vorrei ci fermassimo un attimo perché come saprete, l’episodio (e la prima notte di nozze) si sono conclusi con l’ennesima scena di stupro, stavolta ai danni della povera e sfigatissima Sansa. Ancora una volta, il team di scrittura ha scelto di utilizzare lo stupro per evidenziare una sorta di “momento di passaggio” per un personaggio femminile e la cosa comincia francamente a diventare imbarazzante e stantia. Vero è che la camera ha preferito concentrarsi sullo sguardo di un Reek che manifesta sempre più la presenza di un Theon che fu, ma francamente pur apprezzando l’idea di voler ridare spessore al personaggio, la scena è comunque uno stupro ai danni di Sansa e amen, poco altro da dire.
Alla fine dell’episodio, quindi, e di questa scena, e pensando anche ai vari giri di parole che gli ultimi 6 episodi ci hanno offerto, sto cominciando a credere che lo script sia un po’ stanco e si stia perdendo in situazioni che non è in grado di sostenere senza il supporto diretto delle parole di Martin. C’è stazionarietà, e temo che secondo un meccanismo che al serial non è affatto estraneo, si cominci a rallentare sempre di più per poi culminare in un roboante climax finale. Che non sarebbe male se prima del fottuto climax ci fosse anche un pochino di carne in più. E di nuovo: non che non ci sia carne al fuoco, ma c’è, secondo me, un problema. E il problema qui è di filigrana. Il lavoro di Martin è certosino, fine, decisamente stiloso e si fa apprezzare anche dopo anni ed anni di connessioni sottili che corrono tra le pagine proprio come una filigrana presente ma inizialmente invisibile. Il serial mi sembra invece spesso grossolano e piuttosto che cercare di recuperare quello stile sottile finisce molte volte per concentrare la sua attenzione su personaggi “facili” a clamor di pubblico, senza tuttavia il vezzo di una narrazione sempre funzionale.
Il serial, ai miei occhi, ha subito una vertiginosa battuta d’arresto, rallentando consistentemente il suo ritmo, e scegliendo soluzioni francamente ridicole anche in quelle sottotrame che gli autori hanno deciso di imbastire autonomamente. Vi faccio un esempio: c’era davvero bisogno della lunga sequenza di Ramsay che parla per 5 minuti abbondanti, da solo, alla tavolata della sua famiglia? Ma diamine solo io l’ho trovata di una noia mortale? C’era bisogno della scena del processo a Ser Loras quanto poi il processo, benché sia comunque una farsa, poggia l’intera incriminazione sul parere di… uno scudiero?! Uno scudiero Vs il principe Tyrell e la Regina? Ma ha davvero senso? C’è bisogno di tutte queste scene con la serva/concubina di Ramsay che di tanto in tanto si turba per la presenza di Sansa?
Diamine no! Ma chi se ne frega! Anche poi in quelle storyline che si aspettavano da tempo, come quella di Arya e del suo cammino iniziatico in quel di Braavos, il ritmo è soporifero e ci sono voluti 6 episodi di quasi nulla per arrivare finalmente a stringere qualcosa. Tutto il resto, pensateci, si è svolto in 2 stanze con 3 personaggi (lei compresa). Ora voi penserete che io mi stia contraddicendo, perché anche nei romanzi il cammino iniziatico di Arya procede realmente a piccoli passi. Ma non è così, sono gli autori che contraddicono sé stessi, perché dopo innumerevoli tagli di trama delle stagioni passate (e presente), si vanno dilungando in momenti morti che non possono che causare, ormai, un lieve disturbo. Come è infine successo per Tyrion e Jorah. Anche loro: 6 episodi per arrivare a qualcosa… qualcosa che ha anche avuto un risvolto un pochino ridicolo (mercanti di cazzi?! WTF?!?).
In conclusione Game of Thrones è ancora uno show interessante? La domanda è ancora rivolta a voi ma, per quel che mi compete, se dapprima non sentivo la mancanza delle basi di Martin allo show, adesso quanto meno capisco la differenza. Per il resto, ogni giudizio definitivo lo rimandiamo alla fine della stagione anche se, con queste premesse…