QUESTA CITTÀ È TROPPO PICCOLA PER TUTTI E DUE… O NO?
Quando si parla di simulazioni calcistiche non si può non far riferimento al dualismo FIFA/PES che da quasi vent’anni ha caratterizzato il mondo videoludico pallonaro.
La situazione è stata piuttosto altalenante con il titolo Konami in netto vantaggio nelle old-gen e quello EA a riprendersi lo scettro nella generazione PS360, fino ad arrivare ai giorni nostri dove, se da una parte il buon vecchio PES sembra veramente tornato ai suoi massimi livelli con il già ottimo capitolo del 2015, FIFA è chiamata a farsi trovare pronta dopo una serie di episodi, per carità buoni, ma che hanno dato l’impressione che la software house americana si sia un pelino adagiata sugli allori, grazie anche alla geniale intuizione dell’Ultimate Team, probabilmente la modalità di gioco più gettonata degli ultimi anni.
E proprio da una modalità nata da una costola di FUT partiamo per darvi le nostre prime impressioni su cosa aspettarci da questo FIFA 16, ossia la nuova modalità “Draft”.
MESSI O RONALDO? E I MARÒ?
FUT Draft è una storia a parte, è un divertissement.
Funziona così: per ogni ruolo il gioco ti propone una rosa di 5 giocatori da cui sceglierne uno. Gli altri si scartano, non puoi tenerli neanche in panchina, quindi sei costretto a ponderare bene la tua scelta.
Il risultato sono veri e propri squadroni (beh, non sempre. Non è detto che uno riesca a prendere sempre i propri pupilli, altrimenti dove sarebbe il divertimento?) che hanno il pregio di rendere il gioco frizzantino e molto vario.
Già, perché la modalità ha un costo d’iscrizione in FIFA Points e delle ricompense a seconda del livello di difficoltà scelto e, soprattutto, non permette di tenere la propria squadra per più di 4 partite, al termine delle quali si dovrà rifare da zero il proprio undici titolare.
Immaginate di dover scegliere un centrale di centrocampo dunque: Pirlo, Iniesta, Xavi, Pogba o Verratti? “Mah, io scelgo la classe di Iniesta, ma se va male la prossima volta tento uno più fisico. Magari mi esce Kondogbia”. Che tanto mica dovete pagarlo pure voi 40 milioni…
Insomma Draft è una modalità che poco aggiunge al gioco in sé, ma che è un di più, un modo per svecchiare un po’ il gioco e proporre un po’ di varietà in più. Uno sfizio, ecco, che va preso come tale.
LA PROVA SUL CAMPO
Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, che è poi la cosa più importante, vanno registrati alcuni miglioramenti fin dal menù, più minimalisti e chiari.
La fisica del pallone appare più realistica e verosimile, ci sono nuove animazioni e scene d’intermezzo dentro e fuori dal campo, volti a simulare sempre di più una partita “vista in tv”, così come le nuove esultanze che permettono ad esempio di lanciarsi in festeggiamenti con i componenti della panchina o, il caso per eccellenza, la possibilità di interagire con la telecamera di gioco (ricordate l’ “Irina te amo” di Batistuta, ad esempio?) con dinamiche che strizzano sempre di più l’occhio al calcio televisivo.
Ci sono 16 nuovi stadi, tra cui il nuovo e ristrutturato Velodrome di Marsiglia, il Monumental del River Plate neo campione della Libertadores e alcuni minori tra cui perfino lo stadio del Portsmouth, aggiunto in onore del compianto Simon Humberg, creative director della serie e grande tifoso della squadra inglese che ora milita nella seconda divisione del campionato d’oltremanica. C’è un sistema di illuminazione migliorato (niente più campi “abbaglianti” o giocatori mimetici nelle zone d’ombra) e finalmente un meteo che promette di essere più “effettivo” sul comportamento dei giocatori in campo.
Ma ciò che interessa davvero sono le sensazioni di gioco e quest’anno pare esserci un sensibile miglioramento riguardo il ritmo di gioco, un po’ più compassato e realistico rispetto alla scorsa edizione, ed un comparto difensivo che sembra davvero migliorato ed efficace, specie se confrontato con il gioco molto più votato all’attacco di FIFA 15. Ci sono poi un nuovo sistema di finte di corpo, realizzabili con la levetta destra, ed un nuovo passaggio manuale che si effettuerà premendo il tasto relativo al passaggio più uno dei dorsali.
Ci sarà comunque modo di prendere confidenza con tutte le nuove caratteristiche di gioco, grazie alla modalità FIFA Trainer, che riprodurrà su schermo la sequenza di tasti necessaria ad eseguire le mosse desiderate.
IL CALCIO D’AGOSTO
Anche la modalità carriera ha subito, finalmente, alcuni miglioramenti.
Innanzitutto è stata migliorata tutta la parte relativa al precampionato, dove ora le amichevoli di preparazione non sono più tre partite generate casualmente che spezzettavano soltanto il mercato, ma ci sarà la possibilità di organizzare dei tornei estivi che, a seconda dei risultati conseguiti, influiranno anche sul budget della propria squadra.
Inoltre è stato finalmente inserito un sistema di allenamenti personalizzati: si potrà scegliere tra 30 esercizi da assegnare fino ad un massimo di 5 calciatori, per facilitare la crescita degli stessi, e dare modo ad esempio di coltivare giovani interessanti o semplicemente per migliorare le lacune di alcuni componenti della squadra.
Va da sé che i miglioramenti arriveranno a seconda delle caratteristiche del calciatore. Cercare di migliorare il tiro di un portiere può essere lento, oltre che deleterio, così come perfezionare al massimo le abilità di un giocatore già bravo di suo (andiamo, chi è che insegnerebbe il dribbling a Messi?) può non essere una buona idea. Insomma, bisognerà essere bravi anche in questo ambito della gestione della squadra.
Ma se da un lato accogliamo con entusiasmo questi miglioramenti, dall’altro speriamo vivamente che gli storici bug che affliggono la modalità carriera (da banali errori regolamentari come il fatto che il vincitore dell’Europa League non partecipi alla Champions dell’anno successivo, a quelli più inspiegabili come la possibilità di essere licenziati senza aver nemmeno disputato una partita quando si sceglie di cambiare squadra a fine stagione, l’elenco è lungo) vengano sistemati. Ti teniamo d’occhio, EA.
SIAMO DONNE, OLTRE LE GAMBE C’È DI PIÙ.
Altra novità sbandierata già da quando cominciarono a filtrare le prime notizie di gioco è la presenza del calcio femminile.
Ci sono 12 nazionali tra cui scegliere e, da una veloce prova, sembra un po’ lo stesso discorso fatto per il Draft: un simpatico diversivo.
Il gioco è diverso da quello delle controparti maschili, è più veloce e meno tecnico, ed ha il pregio di offrire ulteriore varietà di gioco ad un titolo che di novità negli ultimi anni ne aveva offerte pochine.
TOP PLAYER
Insomma per ricollegarci al discorso fatto in apertura, se da anni abbiamo fatto da spettatori all’ascesa e caduta dell’uno o dell’altro titolo, la “next-gen” potrebbe segnare l’era d’oro dei giochi di calcio, dove i due unici contendenti rispondono attivamente ai rispettivi colpi sferrati, dando a noi giocatori dei prodotti che, in attesa della prova definitiva di fine settembre, sembrano davvero di grande qualità, perché l’impressione è che anche FIFA 16 quest’anno sia davvero un “top player”.