I molti passi avanti della simulazione Konami. Basterà?
“Ci lavoriamo da tre anni”. Questa è stata la prima cosa che Adam Bhatti ha detto ai giornalisti presenti all’incontro della Gamescom per PES 2018.
La dichiarazione ha il sapore di una sfida, ovvero riportare sotto le luci dei riflettori quella che una volta veniva ritenuta la miglior simulazione calcistica di sempre, prima che EA sovvertisse l’ordine delle cose in una supremazia che dura da diversi anni.
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La soluzione, secondo Konami, si basa su numerosi accorgimenti che si rivelano efficaci tanto sulla carta quanto pad alla mano, incentrate principalmente sul gameplay e sulle licenze, versanti dove il gioco in passato ha sofferto fin troppo evidenziando la volontà del colosso giapponese di migliorarsi, di guardare alla concorrenza a stelle e strisce come un punto di riferimento, e non più con la presunzione di esserle stati superiori per anni.
L’avvento del Fox Engine e qualche cambiamento giusto a livello di gameplay avevano reso PES di nuovo grande, forse non come un tempo, ma sicuramente un degno concorrente nell’annuale sfida di cui sopra. Forse nella scorsa edizione era avvenuto addirittura un controsorpasso, visti i difetti storici che FIFA, forte dei risultati del mercato, sembra non aver alcuna intenzione di correggere, ed infatti avevamo premiato PES 2017 anche in sede di recensione.
Attualmente sembra che la strada intrapresa da Konami sia quella giusta, perlomeno a giudicare dal primo assaggio che questa demo ci ha offerto.
Con PES 2018 si ha una sensazione di libertà che nella serie non si avvertiva da anni: i “binari” sono molto meno evidenti e la manovra è molto più fluida, per un gioco che, perlomeno al primo impatto, si presenta come un ibrido ben riuscito tra simulazione e arcade, che poi è uno dei punti cardini della sfida tra i due colossi. Il merito è di tutta una serie di miglioramenti che coinvolgo gli aspetti più importanti del gioco: in primo luogo un nuovo motore fisico che gestirà in maniera più realistica il comportamento del pallone in campo e che lavorerà in sinergia con un’altra delle novità di questa edizione, il REAL Touch +. L’evoluzione di questo sistema ha permesso agli sviluppatori un miglioramento della gestione della palla da parte del giocatore, grazie ad una mappatura completa dei calciatori che restituirà effetti diversi in base alle abilità ma anche in caso di contatti fisici, dove la possanza di un difensore sarà significativa in fase difensiva e offensiva.
Ad onor del vero, la nostra prova ha restituito sensazioni miste a riguardo: sono infatti tornati i tiri forti, le belle bombe da lontano che finalmente regalano grandi soddisfazioni e una sensazione di potenza che si era un po’ persa nel tempo, mentre abbiamo trovato meno efficaci i tiri a giro ed i colpi di testa, che risultano spesso troppo loffi, ed il rimbalzo del pallone dopo i contrasti, a volte poco convincenti. La revisione dei contrasti è riuscita invece a bilanciare finalmente un po’ le cose, ed il risultato regala azioni più spettacolari ed efficaci, ma al tempo stesso credibili.
La stessa cosa ancora non si può invece dei portieri, che spesso parano in scioltezza delle conclusioni piuttosto insidiose, mentre sembrano messi in difficoltà dai tiri lenti, che tendono a respingere in maniera goffa. Abbiamo anche notato un’eccessiva severità da parte degli arbitri, dal cartellino piuttosto facile.
Passiamo invece ad un altro problema storico del brand: le licenze. Da qualche anno PES sta cercando la famosa quadratura del cerchio a riguardo e la soluzione, seppur non ci faccia impazzire, resta un’idea che ha il suo senso quando messa in pratica. Parliamo ovviamente degli accordi esclusivi con numerosi club del mondo mettendoli sotto la propria egida e sfruttando con saggezza le loro peculiarità. A fronte delle licenze esclusive relative a Champion’s League, Europa League e AFC, Bhatti ha parlato delle nuove partnership siglate con altri club europei, ovvero Borussia Dortmund, Liverpool, Valencia e Fulham. Queste squadre saranno completamente fedeli alle controparti reali, incluse divise e stadi, ed avranno anche la loro porzione di PES Legends: Lars Ricken, Michael Zorc,Karl-Heinz Riedle, Jorg Heinrich e Norbert Dickel saranno i giocatori leggendari del club teutonico, mentre i fan dei Reds potranno contare su Robbie Fowler, Ian Rush e Michael Owen. Tra le altre leggende annunciate, fanno poi capolino una versione speciale di Diego Armando Maradona nel suo biennio 82-84 caratterizzato da una foltissima capigliatura, ma anche numerose iterazioni di David Beckham: il campione inglese ha infatti firmato un accordo esclusivo con PES e sarà presente nel gioco nei vari momenti della sua carriera, dall’inizio con il Manchester United fino alla sua ultima squadra, il PSG. A chiudere, sono state annunciate altre leggende sudamericane come Socrates, Romario, Marcelo Salas e Ivan Zamorano.
La voce grossa Konami la fa dal punto di vista grafico: il Fox Engine mostra i muscoli e regala un gioco che è uno splendore per gli occhi. I modelli dei calciatori hanno subito ulteriori miglioramenti, in particolare per quanto concerne la riproduzione fedele dei volti e, soprattutto nel caso degli stadi presenti negli accordi con i club, avremo delle controparti virtuali perfette di numerose arene iconiche come il Camp Nou o il Signal Iduna Park, dall’ingresso degli spogliatoi ai tunnel dei giocatori, con un livello qualitativo invidiabile. Da segnalare inoltre novità anche per il pubblico che continua ad essere migliorato edizione dopo edizione, passando facilmente per il dodicesimo giocatore in campo. Quanto al sonoro, la demo non ci ha permesso di sviluppare un giudizio in modo adeguato in virtù di alcune mancanze, in particolare l’assenza di telecronaca. Abbiamo comunque sentito cori e ovazioni abbastanza convincenti ma ci riserveremo di parlarne a tempo debito in fase di recensione.
In sostanza di lavoro da fare ce n’è, e non sappiamo se verrà risolto con qualche patch (è più realistico sperare nell’edizione 2019), però tutto sommato il gioco diverte ed è visivamente spettacolare.
Il calcio d’inizio è vicino, e scommettere su PES non è più un azzardo.