Dove avevo lasciato il mio Dreamcast?

Ci sono due cose infinite nell’universo: la stupidità umana e l’amore per il Dreamcast.
Se purtroppo sulla prima abbiamo poco da fare per risolvere il problema, sulla seconda ci si può lavorare, e c’è chi ci lavora: HuCast. La casa tedesca infatti se ne è uscita ben due anni fa con
Ghost Blade, uno sparatutto a scorrimento verticale (shmup, per gli amici) pubblicato proprio sulla storica macchina SEGA, dopo più di dieci anni dalla sua uscita dal mercato. Bellissima operazione, ma probabilmente non è stato così agevole venderlo, questo Ghost Blade, ed infatti il gioco è stato recentemente ripubblicato per le macchine dell’attuale generazione, PC compreso, guadagnando la denominazione HD (e relativa alta risoluzione).
Ci troviamo così a parlarvene, dopo aver testato la versione Playstation 4, e vi diciamo fin da subito che non si tratta di un gioco per tutti, ma di un prodotto destinato ai cultori di un certo sottogenere di sparatutto (ormai quasi sparito dai radar), che comunque mantiene un occhio di riguardo per i neofiti.

Appena avviato Ghost Blade HD, dopo un piccolo download di circa un gigabyte, ci ritroviamo di fronte ad una schermata del titolo particolare, graziata da un design veramente eccezionale sia nell’imitazione dei canoni estetici propri dei prodotti d’animazione giapponese, sia per un piacevolissimo uso di tinte neon che subito ci muovono verso quelle atmosfere elettroniche che caratterizzano la colonna sonora.

Alla pressione del tasto start troveremo immediatamente di fronte a noi le modalità tipiche dello sparatutto a scorrimento verticale, con la classica arcade a uno o due giocatori, lo score attack ed un inaspettato tutorial. La modalità arcade permette di affrontare i cinque livelli che compongono Ghost Blade in uno o due giocatori, solamente in modalità locale, scegliendo tra tre navi e tre difficoltà. La Score Attack invece prevede continue infiniti, e l’unico obbiettivo è quello di portare a casa il più grande punteggio possibile, inanellando nemici uccisi senza essere a nostra volta colpiti. Il tutorial, infine, consente di riprovare singolarmente ogni livello o Boss Fight del gioco, così da perfezionarsi.

Iniziando una partita, Ghost Blade permette di scegliere – come già detto – tra tre navi diverse, ognuna con il proprio pattern di attacco particolare, che si differenzierà ulteriormente raccogliendo potenziamenti. Alla scelta della nave succede la selezione della difficoltà, e con Easy il gioco è estremamente semplice, va detto, tanto che siamo riusciti a completarlo al primissimo tentativo, seppur morendo qualche volta. Questo perché nella difficoltà minima il gioco sacrifica le bombe possedute prima delle vite, qualora si venga colpiti, aumentando esponenzialmente il numero di possibilità, soprattutto perché tali bombe possono essere ricaricate. In quella normale e difficile le cose si fanno ovviamente più ardue, portando finalmente la difficoltà di Ghost Blade HD a quello che dovrebbe essere lo standard di uno shmup, anche soltanto per il semplice fatto che soli cinque livelli e la voglia di scalare le classifiche non avrebbero senso alla luce di un gioco troppo facile. È altresì vero però che in questo modo, complice anche la presenza di una modalità di allenamento, HuCast cerca di avvicinarsi agli utenti meno avvezzi al genere, permettendogli di approcciarcisi senza scontrarsi contro il durissimo muro della difficoltà tipica di queste produzioni.

In termini di puro gameplay invece Ghost Blade HD non innova nulla, e l’unica meccanica particolare è quella delle due tipologie di sparo, una ad ampio raggio ed una concentrata, che influiscono anche sulle possibilità di movimento della nave mentre si sta sparando. Così la modalità di sparo concentrata farà muovere la nave più lentamente, mentre farà più danni. Ma non solo, perché sparando così sarà anche possibile ricaricare le bombe, utili per pulire lo schermo da proiettili e nemici. Lo sparo ad ampio raggio invece donerà maggiore agilità, oltre ad una maggiore possibilità di incrementare il punteggio e di colpire più nemici mentre ci si concentra nello schivare i complessi pattern di proiettili.

A proposito dei pattern, è bene notare come questi siano tendenzialmente ben chiari sullo schermo, per quanto i limiti del genere consentano, ovviamente. Questo è dovuto anche e soprattutto ai colori utilizzati per i diversi elementi che riempiono lo scenario, ben staccati dai fondali stessi. Proprio parlando di fondali, è necessario notare come la definizione non sia delle migliori se li si guarda da vicino, problema che passa tranquillamente in secondo piano giocando normalmente.
Tutto l’impianto gioco è bidimensionale, con le animazioni dei nostri avversari un po’ sottotono e non eccessivamente fluide. Allo stesso modo i boss non riescono a vantare quella particolare ispirazione, né stilistica né di resa in termini di puro gameplay, a cui altri esponenti del genere ci hanno abituato. Dispiace anche l’assenza di una modalità online, presente solo per quanto riguarda le classifiche. Quello che invece abbiamo davvero apprezzato è la possibilità di mettere il televisore in verticale, per poter giocare
full screen, e la colonna sonora, composta da brani elettronici veramente galvanizzanti.

Verdetto:

Ghost Blade HD è un gioco un imperfetto sotto alcuni punti di vista, che certamente non reinventa il genere né propone picchi eccezionali. Non ci troviamo, quindi, di fronte a una produzione come quelle a cui ci hanno abituato Cave o Treasure, ma sarebbe stato anche stupido pensarlo data l’esperienza del team. D’altro canto troviamo un titolo proposto a soli 9 euro, complessivamente ben confezionato e piacevole, che in termini di gameplay scivola solamente sull’aspetto Boss Fight, riuscendo bene nel resto dell’avventura con un buon livello di sfida ed un buon level design. Apprezzabilissimo anche l’aspetto stilistico e le musiche, oltre alle modalità dedicate ai neofiti del genere. Il nostro consiglio è quindi di provarlo, ed è rivolto soprattutto agli appassionati di shumps e a tutti quelli che sono incuriositi da un genere oramai poco popolare. Soprattutto dato il prezzo basso.

 

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.