Ghost in the Shell si è rivelato una scommessa persa per Paramount, con una perdita stimata di oltre 60 milioni di dollari.

La major avrebbe imputato del fallimento le polemiche sul whitewashing del cast (ovvero l’affidare a interpreti bianchi ruoli di diversa etnia), ma soprattutto alle recensioni influenzate dalla questione.

L’approdo nei cinema giapponesi ha perciò indotto l’Hollywood Reporter ha chiedere ad alcuni spettatori del Sollevante un parere sulla pellicola. E, un po’ a sorpresa, le opinioni sono state generalmente positive; di certo in Giappone il whitewashing ha avuto una risonanza minima.

Tra gli intervistati il fan di Ghost in the Shell Tomki Hirano ha dichiarato “È stato davvero cool e mi è davvero piaciuto. Non si sono limitati a copiare la storia originale, ma hanno tentato un approccio inedito aggiungendo degli elementi. Poi trattandosi di un grande film hollywoodiano hanno potuto spendere un sacco di soldi per creare degli effetti di qualità. [Scarlett Johansson] è stata ottima. L’ho amata in The Avengers e ho voluto vedere questo film proprio perché c’era lei. Se avessero fatto un live action giapponese avrebbero di sicuro ingaggiato una qualche inutile idol”.

Sempre al riguardo della pellicola, queste sono state le dichiarazioni di Yuki, giovane impiegata appassionata del fumetto: “Visivamente è straordinario penso che dal punto di vista degli effetti abbiano davvero fatto un lavoro notevole. La storia magari è un po’ superficiale, non è andata a scavare quei temi presenti nell’anime. Ma si tratta della versione hollywoodiana, per cui era quello che mi attendevo. Ho sentito che negli Stati Uniti volevano un’attrice asiatica, ma siamo sicuri che sarebbe stato meglio avere un’asiatica o un attrice americana di origine asiatica? Per me sarebbe stato peggio: ci saremmo trovati con un’attrice di un altro paese dell’Asia che fingeva di essere giapponese. A questo punto meglio avere una occidentale”.

(fonte: Hollywood Reporter.com)