Il mese che ci lasciamo ormai alle spalle è cominciato nei migliori dei modi. Il 2 giugno infatti è uscito Tekken 7. Se non bastasse il ritorno di un nome a cui un po’ tutti, chi più chi meno, sono molto affezionati, l’importanza del settimo capitolo dello storico picchiaduro di Bandai Namco acquista duplice importanza dal momento in cui si rivela anche un gioco fantastico, e probabilmente il miglior capitolo della saga dai tempi di Tekken 3. Gli ultimi episodi in effetti stavano poco a poco intaccando lo smalto della serie, troppo uguali a sé stessi e poco incisivi su tutti i fronti. Harada si è preso quindi il tempo che serviva per confezionarne uno nuovo in grado di perfezionare le meccaniche iconiche del gameplay, ripulire tutte le imperfezioni anacronistiche del sistema di combattimento, enfatizzare le qualità e servire sul piatto quindi un Tekken fresco, veloce, appassionante, nonché pieno di contenuti. Certo, c’è qualche difetto: la modalità storia non è esaltante come ci saremmo aspettati viste le premesse e le sbandierate pretese di fornire la degna conclusione ad una narrazione che accompagna sberle e calci rotanti da un ventennio, e si poteva trovare spazio per qualche celebre personaggio che invece manca all’appello. Ma mi sento di dire che in questo caso, si cerca veramente il pelo nell’uovo. Tekken 7 è quindi il gioco di giugno, e lo celebriamo, come di consueto, con le frizzanti matite di Mattia Iacono e il suo Heihachi. Insomma, se non ve lo siete ancora procurato e siete amanti del genere, non so proprio cosa stiate aspettando. Detto questo, come si congederebbero i mitici conduttori di Celebrity Deathmach: “Buona notte e… Buone botte!”