Ci libereremo mai dei discorsi approssimativi sulla fantascienza che i giornalisti italiani a tutti i livelli continuano a proporre?
gni volta che su una Testata Nazionale si parla di fantascienza, un appassionato di fantascienza muore. Questo perché sembra che i nostri giornalisti siano irrimediabilmente rimasti a un’idea di fantascienza anacronistica, nostalgica e superficiale, che porta nei migliori dei casi ad articoli banali, che sfociano volentieri nel ridicolo. Proviamo allora a fornire un rapido vademecum per giornalisti che si vedessero assegnare questo tema dalla redazione e non sanno da che parte rifarsi.
Fase uno: documentazione
Doverosa premessa: non vogliamo insegnare a nessuno come fare il suo lavoro. Sappiamo bene come il settore dell’informazione si sia dovuto evolvere rapidamente con l’avvento dei social; la tirannia della SEO è un problema con cui ci confrontiamo tutti. Noi in realtà non più, ma capiamo le vostre difficoltà. Detto questo, ci ricordiamo ancora che alle superiori quando ci veniva insegnata la scrittura del saggio breve o dell’articolo di giornale come da programmi ministeriali, il docente insisteva sul fatto che la prima cosa da fare per produrre questo tipo di testi fosse la documentazione. Ovvero: conoscere l’argomento. Nell’evidente impossibilità di conoscere tutti gli argomenti in profondità, quanto meno bisognerebbe limitare le proprie affermazioni alle nozioni di cui siamo sicuri, senza azzardare.
Questo eviterebbe strafalcioni imbarazzanti come quello dello “speciale fantascienza” di Robinson in cui si affermava che Ted Chiang è un autore cinese. Naturalmente è comprensibile l’origine dell’equivoco, e la svista ci sta sempre, tuttavia quando per verificare un’informazione bastano otto secondi di ricerca su Google, la credibilità dell’articolo (e della testata che lo ospita) inizia a vacillare. Naturalmente questo è un principio valido per qualunque argomento si stia trattando, ma essendo noi più informati sulla fantascienza, abbiamo potuto riscontrare di frequente errori di questo tipo quando ne parlate, e ci permettiamo di segnalarli. Certo, a quel punto sorge il dubbio di quante altre volte nei vostri articoli ci siano errori simili su argomenti di cui non abbiamo la stessa competenza, e quindi viene da chiedersi se dovremo mai fidarci di quello che scrivete. In quanto “professionisti dell’informazione” dovreste sapere dove reperire le informazioni, e invece abbiamo l’impressione che non sia sempre così.
Ora quindi il problema che si pone ai giornalisti è dove trovare informazioni sulla fantascienza. Qui dobbiamo riconoscere noi stessi che, trattandosi di un argomento di nicchia, praticamente una sottocultura, è difficile reperire informazioni sui canali mainstream. Potreste aver bisogno di una ricerca un filo più approfondita di quegli otto secondi di Google. Ecco quindi qualche punto di riferimento utile da cui iniziare le vostre ricerche.
Il portale italiano più popolare per la fantascienza è Fantascienza.com (chi l’avrebbe mai detto, eh?) su cui escono quotidianamente news riguardo libri, film, serie e approfondimenti su molti temi collaterali alla fantascienza. Sempre da questo portale potete accedere al Catalogo Vegetti, che era un grande progetto di raccolta delle informazioni su tutte le pubblicazioni di fantascienza (e fantastico in senso lato) disponibili in Italia. Purtroppo il Catalogo non è più aggiornato ma se cercate informazioni sui testi fino ai primi anni 2000, lì trovate tuto. Se volete consultare la mente-alveare di appassionati e collezionisti, in particolare della collana Urania ma non solo, allora c’è il forum Uraniamania. Per aggiornamenti sui testi più recenti, una risorsa importante è il portale Leggere Distopico, in cui è confluito anche Fantascienza Oggi, che concentra l’attenzione proprio sulle uscite contemporanee, anche quelle che non riportano l’etichetta esplicita di fantascienza ma si possono ascrivere al genere. E infine, ci permettiamo di segnalare, anche qui su Stay Nerd cerchiamo di fornire contenuti originali e approfonditi sulla fantascienza e tutto quello che le sta intorno, quindi metteteci tra i bookmark.
Reminder: la fantascienza è letteratura
Arriviamo a un altro punto delicato che voi giornalisti alle prese con la fantascienza non sembrate in grado di recepire: la fantascienza è letteratura. La fantascienza non è “evasione” non è “divertimento” non è “previsione”. Può essere tutte queste cose, ma non sono condizioni necessarie né sufficienti per identificare la fantascienza. Qui avete un’attenuante: non è colpa vostra. Vi hanno cresciuto con l’idea che la fantascienza sia raggi laser e mostri insettoidi, e soprattutto vi hanno impiantato in testa l’idea di Star Wars come esempio rappresentativo della fantascienza. Ma non è così: la storia della fantascienza è lunga e variegata, e nei suoi quasi due secoli di vita la narrativa fantascientifica ha dimostrato tutti i tratti tipici degli altri generi che considerate senza troppo sforzo come parte della macrocategoria “letteratura”.
Poi certamente si può discutere sulla qualità, gli scopi e il target di molte opere di fantascienza, ma ciò non è diverso dalle valutazioni che si fanno per ogni altro genere letterario. Mettereste sullo stesso piano Nicholas Sparks e Jane Austen? Stephen King e R.L Stine? Il Codice Da Vinci e Il nome della rosa? È scontato e fisiologico che all’interno di genere letterario ci siano opere più profonde e complesse di altre, scritte con più o meno cura e maestria. Nel caso della fantascienza, trattandosi soprattutto di narrativa di idee, in linea di massima è più importante il contenuto della forma, per cui è un genere che si potrebbe collocare all’opposto della literary fiction. Ma in ogni caso ciò che viene scritto per essere letto e comunicare qualcosa è per definizione letteratura. Ai posteri l’ardua sentenza se sia buona o cattiva.
Questo principio può venirvi in aiuto quando da giornalisti siete incaricati di fare una valutazione sulla caratura e l’impatto di un’opera di fantascienza. Sappiamo bene che la prima cosa che vi verrà in mente di dire parlando di un romanzo speculativo che vi ha colpiti è qualcosa del tipo “questo libro non è solo fantascienza”. Ma questa affermazione vi qualifica solo come crociani elitari e anche piuttosto ignoranti sulla vastità e complessità di ciò che la fantascienza ha prodotto nei decenni. E se è vero che tanta fantsccienza è spazzatura (un assioma noto come Legge di Sturgeon), allora forse dovreste ridare un’occhiata anche al livello medio dei thriller che entrano nella classifica dei più venduti. Come afferma proprio il corollario della Legge di Sturgeon.
Da tutto ciò deriva anche che non dovreste avere paura a usare la parola-con-la-effe quando dovete descrivere il contenuto di un romanzo che parla, per esempio, di androidi o intelligenze artificiali, possibili evoluzioni tecnologiche o storie alternative. Non c’è niente di male a dire “fantascienza”, per quanto in certi ambienti possa suscitare scalpore, tanto che gli stessi editori generalisti la evitano con lunghe perifrasi per non indignare l’intellighenzia. Ma voi siete giornalisti, e dovrebbe essere il vostro mestiere quello di risultare scomodi e provocatori, no?
Plot twist: c’è vita dopo Asimov
E arriviamo infine a uno degli errori più comuni che fanno i giornalisti che parlano di fantascienza: Isaac Asimov. Chiariamo subito: Asimov è fondamentale e ci fa piacere che lo conosciate, ma utilizzarlo come metro di paragone per tutto ciò che riguarda la fantascienza è approssimativo e anacronistico. Considerate che le opere che citate di Asimov (dalla Fondazione a Io Robot, di cui probabilmetne avete visto solo il film con Will Smith ricavandone quindi un’idea distorta) sono testi pubblicati tra gli anni ’40 e ’60, ovvero hanno una media di settant’anni. Per carità, rimangono dei classici e punti di riferimento imprescindibili per la storia della fantascienza, ma è evidente che non si possa parlare solo di quello. È come se parlando del romanzo storico italiano vi riferiste solo a Sciascia.
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Anche qui da appassionati di fantascienza dobbiamo riconoscere la nostra parte di colpa: il fandom sci-fi è mediamente tradizionalista e nostalgico, soprattutto a causa di una storia editoriale burrascosa che ha favorito esterofilia e riproposizione di vecchie glorie rispetto allo sviluppo di un tessuto autoctono e al passo coi tempi. Inoltre una buona parte di pubblico cresciuta con la fantascienza Golden Age si è disamorata del genere dopo la rottura del cyberpunk a metà degli anni ’80. Quindi in parte siete scusati se quando chiedete in giro cosa si pensa della fantascienza, tutti vi parlano di Asimov, Clarke, a volte Dick e Ballard. Ma dovete sapere che da allora la narrativa fantascientifica ne ha fatta di strada, dando origine a movimenti, sottogeneri e contaminazioni che sfuggono a ogni tentativo di classificazione. Non è questa la sede per fare un excursus sulla storia e le correnti della fantascienza (ma ne parliamo periodicamente sul nostro podcast, se volete approfondire), ma vi basti sapere che c’è molto oltre Asimov. Anzi, in proporzione il post-Asimov è ormai maggiore del pre-Asimov. Quindi provate a scollarvi da questo paradigma.
La fantascienza oggi è vitale e attiva, e anzi sta vivendo un periodo di rinnovamento, per il modo in cui a livello internazionale sta accogliendo le istanze di apertura e integrazione di minoranze etniche, linguistiche e di genere. Forse voi giornalisti non sapete che esiste un filone della fantascienza portato avanti da autrici e autori afrodiscendenti, così come esiste una fantascienza dichiaratamente queer, accanto a quella femminista e anticapitalista, per non parlare della fantascienza cinese (per davvero, non come Ted Chiang) che è esplosa negli ultimi anni, grazie anche al grande supporto delle istituzioni cinesi. Quindi la vostra idea di fantascienza limitata nel tempo (agli anni ’60) e nello spazio (agli USA) è superata e, scusate se ve lo diciamo, ma appare davvero ingenua agli occhi di chi la segue un minimo.
Queste in sostanza sono le nozioni di base che dovreste acquisire per parlare con cognizione di causa di fantascienza. Non vi si chiede un livello di approfondimento da critica letteraria (che peraltro nel campo della narrativa sci-fi è davvero marginale, quindi avreste gioco facile), ma almeno di aggiornare il vostro set di base di riferimenti quando dovete scrivere di questi temi. Ci rendiamo conto che da parte vostra, in quanto giornalisti non potete dedicare alla fantascienza mesi di ricerca per un trafiletto di duecento parole. Quindi vi facciamo anche una proposta alternativa: se prevedete un pezzo su questi argomenti sul vostro giornale, perché non contattate qualcuno che conosce la materia che possa scriverlo per voi? Vi assicuriamo che se solo lo chiedeste potreste trovare decine di professionisti e addetti ai lavori entusiasti di dare informazioni corrette e aggiornate. Oppure, copiate noi: fareste comunque una figura migliore.