Gipi e i suoi libri: istruzioni per l’uso, disegnate male
I libri di Gipi sono quelli che, negli ultimi anni, hanno contributo alla travolgente ascesa delle graphic novel nella vita culturale italiana. Narrazioni a fumetti, spesso autoconclusive e in grande formato, che hanno conquistato gli scaffali di tutto il paese a suon di vendite e riconoscimenti. Artisti come Zerocalcare, Labadessa, Akab, Bevilacqua e molti altri, campioni di una nuova generazione che si è messa in mostra, pronta a prendersi ogni cosa.
Ma questi, più o meno tutti all’unanimità , riconoscono di avere un maestro comune, uno che per primo si è immerso nelle acque un tempo inesplorate dove navigano oggi. Questo qualcuno è appunto Gipi, al secolo Gian Alfonso Pacinotti, il primo esponente della rivoluzione del romanzo grafico. Attivo fin dai primi anni ’90, è un artista poliedrico capace di abbracciare tantissime forme di narrazione diverse mantenendo intatta la propria cifra stilistica.
I libri di Gipi sono autentica letteratura visiva. Così, dopo quello dedicato a Zerocalcare, in occasione dell’uscita del suo ultimo film, e della ristampa economica della sua opera portata in edicola da La Repubblica, vi offriamo una piccola selezione di storie per imparare ad apprezzare al meglio Gipi e la sua arte.
Libro #1: Esterno notte (IBS)
“Moriremo oggi? Ci stavamo probabilmente chiedendo.”
Primo vero libro di Gipi, che fino ad allora aveva collaborato per varie riviste, Esterno Notte viene pubblicato da Coconino Press nel 2003. A quei tempi, l’avventura di Coconino, destinata a diventare una delle case editrici più importanti del settore, era appena agli inizi ed era stata fondata da Igort e Carlo Barbieri solo tre anni prima. Gipi aveva incrociato la strada con questi luminari del fumetto quando aveva realizzato alcune storie brevi per la rivista Black, ideata dallo stesso Igort e da Stefano Ricci.
Ed è proprio da quelle narrazioni semplici e veloci che prende vita Esterno Notte, una raccolta che mette insieme frammenti scollegati e intimi della vita della provincia italiana, realizzata con uno stile pittorico talmente sorprendente da permettere a Gipi di vincere nel 2004 il premio Attilio Micheluzzi come Miglior Disegnatore. Il proverbiale buongiorno che si vede dal mattino, anzi dal primo dei libri di Gipi.
Libro #2: Appunti per una storia di guerra (IBS)
“La nostra valle, in quei giorni, pareva dormire. Pareva dormire ferita. Come dopo una sbronza di cazzotti”.
Il secondo libro di Gipi, seppur distante solo poco tempo dal suo predecessore, segna già una svolta fondamentale nella sua carriera. Appunti per una storia di guerra è il tentativo, finalmente maturato da parte del fumettista, di cimentarsi con una trama lunga e più strutturata. Senza dimenticare quanto fatto fino a quel momento, Gipi riprende i suoi temi più cari e ne aggiunge altri, sviluppando l’argomento del delicato passaggio dall’infanzia alla vita adulta vissuto dai tre ragazzi protagonisti: Stefano, Christian e Giuliano. Sullo sfondo di un conflitto in atto lontano e invisibile, questo trio si dedica al furto, al contrabbando, alle truffe, alla ricerca di un senso di appartenenza.
Nonostante la sua forza visiva, questo libro di Gipi all’inizio non ha il successo sperato in Italia. Tuttavia nel 2006 viene esportato in Francia dove diventa un fenomeno di culto: vende 30 mila copie e a Gipi vengono conferiti i più importanti riconoscimenti francesi: il Premio Goscinny e quello come Miglior Album al festival di Angoulême, cosa che lo rende il terzo italiano nella storia ad esserci riuscito dopo Vittorio Giordino e Hugo Pratt.
Libro #3: LMVDM, La mia vita disegnata male (IBS)
“Credo sia stato allora che ho cominciato ad odiare il fumetto”.
Appunti di una storia di guerra, tra i libri di Gipi, è dei suoi maggiori successi e consente all’autore di farsi conoscere meglio in patria, proiettandolo come uno dei talenti più interessanti della scena nazionale. Tuttavia, tempo qualche anno e Gipi dimostra di essere molto di più.
E lo dimostra nel 2008 con quello che è il suo bestseller assoluto: LMVDM, La mia vita disegnata male. Pubblicato in contemporanea in libreria e in edicola, allegato alla rivista Internazionale, il libro diventa quasi subito un cult, non a caso menzionato nei nostri consigli dei must have di Coconino Press. Un romanzo grafico, intimo e personale, dove Gipi declina in mille modi diversi la sua identità facendone uno specchio dove chiunque si può identificare, battezzando una visione poetica che poi sarà fatta propria da molti fumettisti successivi, come Zerocalcare.
Ed è stato una delle primissime graphic novel ad andare in televisione, al programma Le invasione Barbariche di Daria Bignardi. Cosa che ne ha ulteriormente certificato il successo, come ci ha raccontato Gipi in un’intervista che ci ha rilasciato in occasione dell’ARF!
Libro #4: Unastoria (IBS)
“E complimenti vivissimi per questo cambio di atmosfera. Tutto molto coerente. Naturale. Dov’è che siamo finiti? In Colorado?”
I riconoscimenti mediatici trasformano presto i libri di Gipi in bestseller e l’autore in un personaggio di assoluta rilevanza, capace di far parlare di sé attraverso i suoi lavori e non solo, mostrando una sensibilità forte e mai superficiale. Continuando verso la propria strada, non senza qualche difficoltà , torna alle luci della ribalta dopo un intenso periodo passato con le mani nei progetti più disparati (tra cui il suo primo film, L’ultimo terrestre). I frutti di tutto questo vengono raccolti nel 2013 quando esce, sempre per Coconino Press, Unastoria, forse uno dei volumi più importanti mai realizzati dall’autore.
Unastoria racconta le vicende di due personaggi separati tra loro da diversi decenni, sfruttando una registro stilistico poetico e delicato che porta Gipi a sfidare la storia. Con quel libro, nel 2014, viene infatti candidato al Premio Strega, il premio letterario italiano per eccellenza. Il primo fumetto di sempre non solo a partecipare, ma anche a venire inserito nella cerchia dei 12 finalisti. Una svolta epocale che sarà emulata l’anno dopo da Zerocalcare con Dimentica il mio nome, evento che ha definitivamente certificato lo status culturale raggiunto dal fumetto nel dibattito contemporaneo.
Libro #5: La terra dei figli (IBS)
“Sulle cause e i motivi che portarono alla fine si sarebbero potuti scrivere interi capitoli nei libri di storia. Ma dopo la fine nessun libro venne scritto più.”
Ultimo tra i libri di Gipi e, forse, quello della definitiva consacrazione. Pubblicato nel 2016, in poco meno di un anno è stato tradotto in decine di lingue ed esportato in tutto il mondo. Disegnata completamente in bianco e nero e con un tratto particolare, più minimalista e nervoso, La terra dei figli evidenzia la grande versatilità della sua arte, in grado di cambiare e rinnovarsi alla ricerca di strade nuove. In particolare, dà la sensazione di una forte evoluzione drammatica, pur mantenendo intatta la matrice intimista, con pochi dialoghi, didascalie inesistenti, ambientazioni angoscianti e una forte luce critica che guarda in faccia al nostro presente.
Raccontandoci la vicenda di questi due fratelli, sopravvissuti ad un mondo morto e devastato ad un’apocalisse senza nome, Gipi sembra parlare direttamente nelle nostre orecchie attraverso una voce fragorosa che arriva dritto al cuore. La vetta più alta di un percorso partito da lontano e che non ha mai smesso di stupire, la visione di un grande narratore che sembra non conoscere limiti.
E voi? Quali sono i vostri libri di Gipi preferiti? Fatecelo sapere nei commenti!