Si conclude Girl from the other side, il manga di Nagabe
Purtroppo gli eventi dell’anno scorso hanno impedito al maestro Nagabe di esser presente al Lucca Comics come previsto, tuttavia abbiamo potuto continuare a godere dell’uscita del suo manga Girl from the other side. L’opera pubblicata da JPop ha riscosso un grandissimo successo grazie alle sue atmosfere folkloristiche e ora si è conclusa con l’undicesimo volume, nel quale il climax delle vicende troverà infine risoluzione dopo l’eterna divisione tra due mondi apparentemente inconciliabili.
Shiva e il suo Maestro
Girl from the other side è un manga dalle tinte dark fantasy, a partire dall’ambientazione: una terra divisa in due, il Mondo Interno e il Mondo Esterno, uno bianco e l’altro nero, nei quali vivono rispettivamente i Relegati e gli Estranei. Il Maestro è uno di questi ultimi e accompagna una bambina di nome Shiva, dalla pelle bianca come il mondo da cui proviene. I due sono un’accoppiata strana, per non dire pericolosa per la bambina: Shiva infatti è umana e non può essere toccata dal Maestro o la maledizione che sconvolge il Mondo Esterno si impossesserebbe anche di lei, trasformandola in un essere oscuro e minaccioso senza anima.
Nonostante la mancanza di contatto, la coppia di protagonisti vive piuttosto in armonia, con Shiva che si fida ciecamente del Maestro, il quale è altrettanto affezionato a lei. Tuttavia, egli sa che bisogna stare in guardia, poiché i soldati del regno del Mondo Interno danno la caccia alla bambina, sospettando che sia stata contagiata dalla maledizione. Eppure lei sembra esserne immune, cosa che la rende interessante anche agli occhi degli altri Estranei che popolano la foresta e il resto del paese, ormai privo di tracce di vita umana.
Dal nero e il bianco, si crea il grigio
Uno dei temi principali di Girl from the other side è, ovviamente, la diversità, espressa lungo tutto il manga dalla netta dualità di ogni aspetto della storia. Oltre ai due mondi e la lotta in corso tra questi, rappresentata dai soldati che attaccano indiscriminatamente Estranei e umani sospettati di essere già contagiati, viene naturale mettere in contrapposizione proprio il Maestro e Shiva, nell’aspetto come nella personalità.
La bambina possiede, oltre ai capelli, anche un cuore candido: è vivace, talvolta un po’ capricciosa, ma proattiva e molto autonoma per la sua giovanissima età. La creatura nera, invece, ha sembianze caprine, con corna e una lunga coda, è uno studioso (in particolare è un dottore) silenzioso e pacato e sta a fianco a Shiva quasi come un padre. Nonostante queste differenze, che sommate alla loro natura dovrebbero dividerli, la loro convivenza è serena e i loro caratteri si bilanciano a vicenda mentre svolgono faccende quotidiane e scoprono qualcosa in più l’uno dell’altra ogni giorno che passa.
Anche se il loro rapporto si basa su un equilibrio precario, a causa delle loro origini così opposte, entrambi sono la dimostrazione che esistono, a questo mondo, scale di grigi, vie di mezzo, punti di incontro dove è possibile andare oltre la paura del diverso e dell’ignoto, superando pregiudizi e timori alimentati da false credenze e ignoranza. Il resto del mondo che li circonda ancora deve conoscere la verità ma loro due, pur essendo altrettanto lontani da essa (così come il lettore che la scoprirà man mano che prosegue la storia), sanno di non essere poi così diversi e valorizzano il tempo trascorso insieme.
Girl from the other side, un manga per essere più empatici
Ciò con cui Shiva e il Maestro devono però scendere a patti è qualcosa che, dopo un anno e mezzo, abbiamo provato noi tutti sulla nostra pelle: la mancanza di un contatto fisico che porti amore e conforto. Come è stato detto, gli Estranei diffondono la maledizione del Mondo Esterno semplicemente col tocco, dunque il Maestro non può assolutamente toccare Shiva e viceversa.
A livello narrativo, questo porta a una serie di scelte stilistiche che rendono Girl from the other side un manga speciale dal punto di vista emotivo: tra le pagine, divise in ordinati riquadri, le scene si dispiegano con più lentezza in confronto ad altri seinen, con più vignette che si soffermano sui gesti dei personaggi, le loro reazioni a stimoli ed eventi per loro incomprensibili o rivelatori. Sia Shiva che il Maestro si fanno via via più osservatori l’uno dell’altra, specialmente quando decidono di non parlare, lasciando che anche il lettore provi a “leggere l’aria” (come viene detto letteralmente nell’espressione giapponese kuuki wo yomu).
Si crea così un legame empatico fra i personaggi ma anche col lettore, che cercherà di individuare quelle sfumature di grigio figurative di cui parlavamo prima in mezzo alle enormi campiture di nero e ai tratteggi fatti con penna stilografica, usati dall’autore per distinguere le zone di luce e ombra, puro e corrotto, bene e male. Tale empatia si amplierà arrivando a toccare anche chi diffidava di questa coppia male assortita, in un risveglio di anime che, in quanto essenze speciali, saranno al centro dell’interesse di entrambe le fazioni, convinte di essere nel giusto secondo una logica che, nel tempo, ha assunto anche toni religiosi.
Nagabe, quindi, non si esime dall’esplorare ogni anfratto della sua storia e del mondo che ha creato, in cui le opposizioni danno vita a nuove, talvolta scomode, domande sull’essere umano, sul divino, su come vivere a contatto con il diverso, su come sentirci vicini nonostante tutto. E se tutto questo non dovesse bastare, non si può non rimanere affascinati dall’ambientazione tra il gotico e il medievale, di chiara ispirazione europea e fiabesca, in grado di rendere ancora più affascinante Girl from the other side, già di per sé elegante nella sua innovatività nel panorama manga.