Cory Barlog torna a parlare degli insulti inviati al team di sviluppo di God of War Ragnarok
Sono passati solo un paio di giorni dall’intervento di Cory Barlog sui messaggi d’insulti inviati al team di Santa Monica Studio, provocati dall’annuncio del rinvio di God of War Ragnarok e oggi, il director del gioco, ha deciso di rimarcare nuovamente la propria posizione sulla questione.
Secondo quanto ha scritto sul proprio profilo Twitter, nonostante dimostri di aver apprezzato i messaggi di comprensione e supporto inviati dalla fetta “buona” del pubblico, Barlog sospetta che se al suo posto vi fosse stata una qualsiasi collega, i messaggi sarebbero stati molti di più e di ben diversa natura.
Le parole di Barlog
“Sto leggendo tutti i messaggi che mi avete inviato e sono praticamente tutti positivi. Apprezzo molto il vostro affetto e supporto. Quello che mi fa in*****re, è che se al mio posto vi fosse stata una qualsiasi delle mie colleghe donne, sono certo che ce ne sarebbero stati tanti altri, ben lontani dall’essere così positivi.
Non sto cercando di dire che gli autori dei messaggi che mi sono stati inviati sarebbero stati meno positivi nei confronti di una delle mie colleghe, le vostre parole erano genuine e straordinarie. Il mio sospetto ricade sugli altri, quelli che avrebbero spedito st*****te realmente negative.
Nessuna [delle mie colleghe] si meriterebbe una cosa simile, neanche una di loro. So bene di non avere una soluzione, ma sono altrettanto sicuro che non mi fermerò dal diffondere [simili messaggi].
In quanto comunità, possiamo esser migliori soltanto restando insieme.”
Purtroppo, chiunque conosca un minimo la community videoludica mondiale o il mondo dei social network o magari ha solo seguito la vicenda (che è solo una delle tante), sa bene quanto di vero ci sia dietro le parole utilizzate da Barlog. In tutte le cose esistono dei limiti e stavolta, nonostante la maggior parte dell’opinione pubblica si sia schierata in difesa di Alanah Pearce e di tutto il team di Santa Monica Studio, si ha effettivamente la sensazione di essere andati troppo oltre.