Più grande, più cattivo… più Godzilla!

Secondo capitolo della trilogia di Kôbun Shizuno, “Godzilla: Minaccia sulla città” è arrivato il 18 Luglio su Netflix, pronto a riportarci su un pianeta Terra ormai non più nostro e dominato da un essere che va al di fuori di ogni immaginazione. Dopo un ottimo primo capitolo noi di Stay Nerd ci siamo addentrati, carichi di aspettative, nella seconda battaglia di Haruo.

godzilla minaccia sulla città

La storia riprende esattamente da dove si era concluso il capitolo precedente, motivo per cui vi consigliamo di recuperare prima “Godzilla: Il pianeta dei mostri”; potreste godervelo anche senza conoscere le vicende del primo film, ma non capireste molti degli eventi narrati.
Dopo essersi salvato dall’attacco della creatura, Haruo fa la conoscenza degli Houtua, una tribù indigena che è riuscita a sopravvivere per 20000 anni sul pianeta praticamente contaminato. Questi si dimostrano un’aggiunta interessante ed un elemento potenzialmente intrigante, in alcuni punti persino cruciale, ma purtroppo non viene approfondito a sufficienza.

Il ragazzo riesce comunque a riunirsi agli altri sopravvissuti della sua squadra per cercare un modo di sconfiggere Godzilla, deciso ancora una volta a riprendersi la casa che gli umani hanno dovuto abbandonare. L’impresa sembra inizialmente disperata, ma un aiuto dal passato darà loro nuova speranza: il nano-metallo. Il materiale con cui era stato costruito il Mecha-Godzilla, andato purtroppo distrutto prima dell’attivazione, è in qualche modo “sopravvissuto” ed ora si rivela un’incredibile arma in grado, forse, di sconfiggere il re dei Kaiju.

La trama resta molto legata ai fatti del primo film, con gli umani pronti a tutto per riconquistare il pianeta; tuttavia la miglior caratterizzazione dei personaggi, anche al di fuori del protagonista, dona maggiore spessore alle vicende. Il concetto di “umanità” giocherà ad esempio un ruolo fondamentale, soprattutto nel finale, andando però purtroppo a togliere ancora una volta spazio alla creatura. Il nostro amato lucertolone è, ancor più che nel primo film, considerato solo come un ostacolo da superare, senza la minima caratterizzazione: capiamo bene che dare un’identità ad un mostro gigante che non fa altro che distruggere può esser complesso, tuttavia dedicargli un po’ più di spazio non sarebbe stata una brutta idea, considerato anche l’elevato livello con cui è realizzato graficamente.

L’azione è abbastanza serrata e domina per buona parte del tempo, del resto non solo Godzilla, ma tutto il pianeta si dimostra ostile e questo gli umani l’hanno capito in fretta. Inoltre per rendere gli scontri ancor più avvincenti viene introdotto un ulteriore elemento che lo rende perfettamente aderente ai dettami della cultura giapponese: i mecha. Diciamocelo, ormai i numerosi film e fumetti ce l’hanno insegnato: i mostri si combattono con i Megazord… o al più con armature volanti armate di laser.

A livello tecnico questo secondo capitolo si rivela estremamente godibile come il primo; una grafica in CGI davvero ben fatta ed una colonna sonora eccezionale ci accompagnano per tutta la durata del film.

Godzilla: Minaccia sulla città si chiude dandoci l’incipit per il terzo episodio, lasciandoci però parecchi interrogativi. Questo è senza dubbio il peso che deve portare sulle spalle il capitolo centrale di una trilogia: molti nodi non sciolti ed una trama che deve preparare il campo all’epilogo, che speriamo sarà la degna conclusione di questa ottima opera.

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Verdetto

Il secondo capitolo della trilogia di Kôbun Shizuno, “Godzilla: Minaccia sulla città” è arrivato il 18 Luglio su Netflix. La storia riprende da dove si erano interrotti gli eventi, ed è costituita da un ritmo serrato e da una serie di elementi aggiuntivi senza dubbio interessanti, come anche una miglior caratterizzazione dei personaggi. Resta tuttavia troppo poco lo spazio dedicato al lucertolone, visto ancora una volta come un mero ostacolo da superare. Dal punto di vista tecnico abbiamo comunque a che fare con un’opera assolutamente di valore.

 

Se Godzilla ti è piaciuto…

Dai un’occhiata a Pacific Rimo Pacific Rim: La Rivolta, mostri giganti contro robottoni funzionano sempre.
Se invece vuoi qualcosa con lo stesso stile grafico, ti consigliamo Gantz: O, adattamento dellomonimo manga tutto realizzato in computer grafica (e sempre disponibile su Netflix).

Mirko Ferrari
Nasce in uno sperduto paesino della Lombardia, e sin da piccolo adora friggersi il cervello con videogiochi vari fin quando non scopre l’oscuro e dispendioso tunnel dal quale non uscirà mai: i fumetti. Accanito lettore e collezionista soprattutto di manga, scrive cercando di condividere la sua opinione su qualunque cosa gli passi fra le mani, anche quando nessuno la richiede. Quando non sta leggendo boiate o morendo su Bloodborne, si dedica alla sua passione per la musica (credendosi un chitarrista), alla scoperta di nuovi video di gattini nell'internet o alla ricerca dell' One Piece. Frequenta la facoltà di ingegneria, per lo meno fin quando non riuscirà ad avverare il suo sogno di conquistare il mondo.