Piccola Premessa
“Gotico” è una parola che racchiude dentro di sé una storia lunga quasi mille anni, che giunge fino a noi mutata nel suo aspetto ma non nelle sue intenzioni. Cercare il gotico nei videogame è una cosa difficile e facile allo stesso tempo, proprio a causa della continua reinterpretazione degli stilemi artistici che sono giunti fino a noi completamente stravolti e aggiornati a un gusto e una cultura moderni. In questo breve excursus cercheremo di spiegare le caratteristiche del Gotico così come lo conosciamo e andremo a trovare dei riscontri diretti e tangibili proprio all’interno dei videogiochi che tanto ci piacciono. Non diremo quali sono i videogame più gotici, ma faremo il contrario, vedremo quanto Gotico c’è tra i poligoni e gli sprite della nostra passione preferita.
Archi e Guglie
Storicamente, nel 1100 circa fu costruita quella che è considerata la prima forma architettonica gotica, che ha poi gettato le basi per l’avvenire: era l‘Abbazia di Saint-Denis, nei pressi di Parigi, a opera dell’Abate Suger. Con questa opera di ingegneria si tagliano di netto i ponti con il passato dal sapore Romanico, portando un nuovo approccio costruttivo per una vecchia interpretazione della condizione umana. Si abbandonano i muri portanti enormi, le finestre piccole e minute, la prevalenza dei pieni sui vuoti, per arrivare invece a una sintesi del tutto nuova, slanciata, proiettata verso l’alto, dove le guglie, archi rampanti e i colonnati elevatissimi si protraggono additando il Cielo. È nato il Gotico architettonico e il mondo non sarà più lo stesso.
È interessante fare una piccola precisazione: il Gotico in generale è molto luminoso, facendo della luce uno dei suoi punti cardine. Allora che c’entra mai con la nostra concezione di gotico, oscura, fumosa, quasi affossante? Ci arriveremo presto (nel tardo 1700 per la precisione), per adesso accontentatevi di questa considerazione: la funzione della luce (delle enormi vetrate colorate, ad esempio) e della maestosità del Gotico di questo periodo storico non è quella di farsi i selfie ed esclamare “Ahhh!” ogni volta che si guarda in alto. No: tutto nella costruzione ha una funzione simbolica e il fine ultimo è quello di mortificare l’Uomo di fronte a Dio. Ogni singola pietra posata in una chiesa Gotica serve a privare l’Uomo della sua centralità e portare l’attenzione verso il Creatore. Nonostante la luminosità, l’effetto finale è estremamente oscuro per l’animo umano, portato in una dimensione piatta e inferiore.
Con un approccio del genere, basta poco a immaginare alcuni tra i luoghi più terrificanti che abbiamo percorso durante la nostra vita di videogiocatori. Guglie, colonnati, chiese e archi rampanti sono i protagonisti architettonici di uno dei giochi più disturbanti di questa generazione: BloodBorne. Pensate a Yharnam, alla sua folle geografia, e verrete catapultati in un incubo in parte gotico in parte vittoriano, dove il melange tra i due generi crea soluzioni di pura assurdità che non danno tregua al videogiocatore. La città è viva sotto molti aspetti, ed è inospitale, letale e affamata. L’idea di piccolezza e prostrazione avvolge il giocatore stesso che si sente soverchiato dalla forza negativa che emana da ogni singola parete svettante,
Con lo stesso tipo di ragionamento, con gli stessi canoni interpretativi, il Gotico architettonico nella sua accezione di soverchiante potenza quasi mistica è un protagonista nascosto di quella epopea sottomarina che fu BioShock. Un giocatore artisticamente attento sarebbe già dietro la porta di casa mia a dirmi che Bioshock è un incubo calato in un’urbanistica che ricorda gli anni ‘20 e ‘30 degli Stati Uniti, e io personalmente non potrei dargli torto. Ma tra quelle pareti di cemento e vetro serpeggiano furiosi gli stilemi del Gotico, proprio inteso come rappresentazione di una oppressione, sia essa religiosa o politica. E a Rapture, se vi ricordate, la Politica era schiacciante e andava assumendo contorni quasi religiosi. Forse non guarderete alla città sottomarina con gli stessi occhi, o forse sì, non è importante, perché la cosa certa è che la città vi guarderà a sua volta e lo farà con odio perché voi giocatori siete solo dei miserrimi esseri umani!
Per tornare più con i piedi per terra e vedere il Gotico architettonico per quello che è, allora facciamo qualche passo in Giappone, dagli amici di From Software, che hanno elevato la loro personale celebrazione a questo stile architettonico creando il mondo di Dark Souls (dal primo al terzo capitolo, nessuno escluso). Un vero e proprio inno al gotico, questa serie ha preso a piene mani da edifici, monumenti e costruzioni che esistono nella realtà, contorcendoli fino ad assumere le fattezze che ci hanno fatto letteralmente impazzire ora dopo ora nel corso dell’avventura.
Irithil of The Boreal valley, che è semplicemente magnifica ed evocativa come un sogno a occhi aperti, insieme al tanto amato/odiato Anor Londo e il Castello di Lothric sono una grande lezione di Gotico classico. Ci trovate di tutto, dentro: l’Abbazia di Westminster, la Cattedrale di Chartres, il castello di Mont Saint Michelle e per finire il nostrano e mastodontico Duomo di Milano, frullati e mescolati (non agitati) in un tripudio di pennoni e archi rampanti. Non solo l’esterno è ispirato al gotico europeo: anche le texture degli interni si rifanno a questo stile architettonico, con una dovizia di particolari incredibile: che siano i capitelli delle colonne, i mosaici dai colori dorati, le vetrate colorate o arcate incrociate, questo gioco urla “GOTICO” da ogni poligono e concettualmente è forse uno dei più bei tributi a questo stile che si siano mai realizzati, anche più del recente BloodBorne, che vince invece su altri piani, come vedremo presto.
E scese il buio
Dal 1100, il Gotico ha pensato bene di modificarsi e diventare altro, di approdare su altri media, modificando le sue concezioni. Dobbiamo aspettare seicento anni, prima che il ben conosciuto Horace Walpole dia alle stampe il suo noto Castello di Otranto, definito il precursore del romanzo gotico. Lontano dalla pietra e spalmato sulla carta, il Gotico cambia ancora una volta faccia e assume un alone romantico e nebbioso, fatto di amore e terrore, due ingredienti tenuti insieme dal gusto macabro per il soprannaturale. Ecco che la luce che permeava le cattedrali altissime viene smorzata al livello di un crepuscolo grigiastro e insano, dove serpeggiano mostri, paure e orrori oltre il nostro immaginario.
Un altro capostipite di questo genere letterario è sicuramente Dracula di Bram Stoker, che non ha bisogno di presentazioni (ma se volete sapere tutto sul Re dei Vampiri e la figura che lo ispirò, il nostro specialone vi viene in aiuto!). In tema videoludico, l’accostamento immediato è con il buon vecchio Castlevania, che ha trovato nuova linfa vitale in questi giorni grazie alla recente mini-serie Netflix. Il gioco di Konami aveva in sé tutti gli stilemi dei racconti gotici cui palesemente si ispirava: dall’ambientazione oscura del castello di Dracula, fino a Dracula stesso, per passare dai mostri, ai non-morti e a tutte le nefandezze che si mostrano a Simon Belmont. Castlevania è uno dei più conosciuti esponenti in genere, il più facile da riconoscere, ma possiamo assicurarvi che la lista è lunghissima.
Anche il già citato BloodBorne è intriso di canoni letterari gotici, dall’inizio alla fine. Se il suo fratello medievale è un inno all’architettura puntuta, allora BloodBorne è il vicario di tutti i canoni della letteratura gotica. Dai riti messianici fino alla martirizzazione della carne, dai mostri fino all’orrore cosmico, in BloodBorne c’è tantissimo di quello che ha reso famoso questo genere, fin dai suoi albori.
E come si fa a non ricordare quella piccola perla di terrore e follia che fu Call of Chtulhu: Dark Corners of the Earth? Un FPS che calava il videogiocatore in una realtà fatta di morte, sangue e scarsa sanità mentale. Ispirato a uno dei più grandi esponenti del gotico americano, il gioco mette in scena il pantheon inventato da H. P. Lovecraft, cercando soprattutto di creare quel senso di impotenza e distruzione imminente che permeava ogni singolo racconto del celebre scrittore di Providence, a partire dal folgorante Dagon fino ai vari Charles Dexter Ward e compagnia bella.
Di Lovecraft è anche l’ispirazione del primo Alone in the Dark, capolavoro della Infogrames che è anche uno dei primi esempi di Survival Horror. Come potete vedere la lista è davvero lunga e praticamente ogni volta che ci troviamo di fronte a un titolo horror è possibile trovarci elementi gotici proprio perché, per definizione, l’Horror è Gotico e viceversa.
A volersi spingere oltre, anche Dead Space è annoverabile tra i canoni gotici, anche se l’ambientazione è fantascientifica. La grandezza del titolo EA è quella di mischiare la crudeltà, la concretezza del sangue e della carne contaminata da riti satanici in un contesto fatto di stelle, assenza di gravità e spazio profondo. Ma il succo del discorso non cambia affatto, siamo nel territorio del Gotico più drammatico, e ne siamo intrappolati fino all’ultima sequenza.
A voler andare avanti di questo passo, dobbiamo anche solo citare altri capisaldi del videogame horror/gotico: Eternal Darkness (piccola gemma folgorante del mai troppo compianto GameCube), Amnesia: the Dark Descent (che ha tante cose in comune con l’appena citato Eternal Darkness), Resident Evil 4 (ci sono alcune sequenze da brivido, almeno fin quando tutto non diventa un incubo fantascientifico e basta), Pathologic HD (con la sua ambientazione da peste nera), e talmente tanti altri che davvero non ci basterebbe lo spazio di un tomo, anche considerando che abbiamo un’ultima precisazione da fare…
Dal Post-Punk ai Buchi Neri
Il Gotico è passato da genere architettonico a genere letterario nell’arco di qualche secolo, ma come se fosse un pokémon evanescente, è andato incontro a un’ulteriore trasformazione, una delle più importanti che abbiamo visto nascere e crescere negli ultimi venti-trent’anni: il Gothico è diventato un vero e proprio movimento culturale, che affonda le sue radici in sottoculture nate nei locali di tendenza londinesi come il Batcave, poi sbarcate nel resto d’Europa. La musica è stata la sua principale modalità di espressione, con un’evoluzione che ha mirato sempre più a esplorare gli oscuri anfratti dell’animo umano, cercando di colorare di nero e grigio ogni singola emozione, anche la più intensa.
Il gusto del tetro e del macabro è uno dei punti distintivi, tanto da creare delle vere e proprie linee guida per essere goth, dei canoni che si sono affermati anno dopo anno fino a diventare i segni inequivocabili del movimento culturale. Il colore nero la fa da padrone, così come l’aspetto cimiteriale e pallido della pelle opportunamente truccata, con sottolineature pesanti e oscure che ne tratteggiano i lineamenti. Queste caratteristiche fondamentali, declinate in mille maniere diverse, assorbite e rimaneggiate in mille salse sono la base su cui il Goth costruisce il suo successo planetario e diventa un vero e proprio fenomeno di costume.
Anche i videogame sono stati investiti da questo nuovo gusto artistico ed estetico, con titoli che richiamano chiaramente al Goth così come molti altri si rifanno ai canoni letterari più classici. Ad esempio Vampyre The Masquerade: Bloodline è un esempio di espressione Goth, affondato in una storia più strettamente gotica. Alla stessa maniera anche The Darkness calca molto la mano su una certa rappresentazione carica di borchie e pelle nera, facendo dell’oscurità la colonna portante del gioco. L’atmosfera che si respira nella Gotham City (e già il nome è tutto un programma!) re-immaginata da Rocksteady, poi, è un po’ a metà strada tra il Gotico letterario, quello architettonico e il movimento culturale che fa dell’oscurità il suo cardine. Lo stesso Batman è un eroe buio e indecifrabile, buono ma allo stesso tempo spaventoso, che fa del nero il colore del suo vestito così come quello della sua anima.
Se volgiamo lo sguardo in Giappone, sempre fiera delle sue reinterpretazioni assolutamente personali, il Goth si manifesta in quelle che sono le Goth Lolita, un sottogenere delle Lolita, dove il colore nero dei vestiti si associa a intarsi viola o bianchi, con un trucco del viso nero e pesante che le contraddistingue. E da questa interpretazione quanto mai unica del Goth è nato il design della protagonista di Alice: Madness Return, complice anche il fatto di quanto lo stesso personaggio di Carroll sia un’icona tra i Goth. Per esteso, anche la recente protagonista di Nier: Automata è una splendida Goth Lolita, con tanto di mutande bianche, pizzi e trine neri.
Un’ultima parola di commiato
E siamo arrivati alla fine di questo excursus sul gotico videoludico: di cose ne abbiamo dette tante, ma sicuramente ci sarebbe da discutere ancora, ed è altrettanto certo che si alzerà qualcuno che si sentirà offeso dal momento che non è stato citato il suo videogioco gotico preferito. Come sempre, ripetiamo che non stiamo scrivendo una pagina di enciclopedia, quindi guardate le cose nella giusta prospettiva.
Il titolo dell’articolo è “Gotico Videoludico” proprio perché non abbiamo parlato di videogame gotici, ma di come i tantissimi aspetti che hanno caratterizzato il Gotico nelle sue evoluzioni secolari siano presenti (volontariamente o involontariamente) nei videogiochi. A voler fare filosofia, si può trovare gotico davvero ovunque, da Devil May Cry a Super Mario, passando per Skyrim e Dragon Age, quindi non vedete tutto come un listone, ma come un piccolo spunto per guardare ai videogiochi con un occhio leggermente diverso, a cercare e trovare la cura dei dettagli anche là dove forse non se ne vedono. E con questo, grazie per essere arrivati in fondo.