Granblue Fantasy: Relink non è un classico JRPG, ma qualcosa di più orientato al multiplayer
Granblue Fantasy Relink è uno di quei giochi di cui a un certo punto comincia a diventare interessante il contorno: come se ne è parlato, quanto ne se ne è parlato, quali sono le opinioni dei giocatori e perché un certo successo di pubblico non sembra corrispondere a un altrettanto ampio buzz attorno al gioco. Più interna al gioco è invece la questione relativa al suo (supposto o effettivo) genere di appartenenza, e di conseguenza ciò che questo significa rispetto alla già citata percezione del gioco.
A monte la questione più importante: Granblue Fantasy: Relink è un bel gioco? Sì, assolutamente, è un bel gioco sotto ogni punto di vista. Gira perfino bene su PC, che non è cosa propri da tutti i giorni. È solo un po’ (o forse parecchio in realtà) inusuale.
Dico inusuale perché sembra che un po’ tutti avessimo capito che si sarebbe trattato di un JRPG action, e così ci si aspettava la classica struttura del genere. Il fatto è che Granblue Fantasy: Relink è sì un JRPG action, ma decisamente sui generis, dal momento che dopo una campagna principale molto cinematografica, ma anche piuttosto breve per il genere, il gioco comincia a mostrarsi per altro, un qualcosa di assimilabile nella struttura a un Monster Hunter quasi, nonostante le ispirazioni sembrano venire dai giochi più disparati, tra meccaniche di boss fight simili agli MMORPG è sistema di combattimento da action quasi à la Platinum Games.
Quello che credo sia importante notare è il fatto che Granblue Fantasy: Relink, nonostante tutto quello che c’è intorno (e con “quello che c’è intorno” intendo anche la campagna principale), è sostanzialmente un gioco multiplayer. E questa direzione del gioco è evidente già a partire proprio dalla campagna, strutturata in sessioni brevi e lineari, seppur molto cinematografiche, dove a farla da padrone sono le lunghe e strutturate boss fight. Proprio durante queste boss fight il gioco si prende il suo tempo e offre maggiore complessità, mescolando come dicevo un sistema action a meccaniche simili a quelle di un MMORPG (mi viene in mente soprattutto Final Fantasy XIV, che Granblue ricorda anche sotto altri aspetti).
Già giocando la campagna principale in modalità “difficile” infatti è evidente come il gioco richieda la partecipazione di tutto il party di quattro giocatori per concludere positivamente una boss fight, e di come il ruolo di buff, debuff e magie di cura sia centrale tanto quanto (se non più) della conoscenza delle combo di gioco. Allo stesso modo è fondamentale conoscere precisamente le diverse fasi dei combattimenti e gli attacchi a disposizione dei boss, ma anche la conformazione delle arene e il proprio posizionamento all’interno di queste, spesso un aspetti centrali delle fight.
Chi ha giocato a Final Fantasy XIV può pensare a una boss fight qualsiasi, con il party che si muove all’unisono fuori dalle zone di attacco del boss, o che si nasconde dietro elementi di scenario, per avere un’idea abbastanza precisa dello svolgimento dei combattimenti. Quello, ma si mena come in Nier Automata.
Le zone di raccordo tra i combattimenti sono spesso solo questo: zone che collegano i combattimenti più impegnativi, popolate di piccoli scontri semplici da affrontare. I nostri personaggi in questi momenti parlano sempre, commentano quello che succede e molte volte CyGames ha condito questi intermezzi di fasi assolutamente cinematografiche: mi viene in mente un momento, nella prima metà del gioco, in cui si combatte sull’aeronave dei protagonisti. Una situazione semplice ma condita di enormi ancora lanciate sul ponte della nostra nave, mentre le aeronavi avversarie ci abbordano, con il party obbligato a fare avanti e indietro dalle altre navi in rapide fasi a tempo con lo scopo di abbattere gli avversari.
Così le poche ore necessarie a portare a termine la main quest di Granblue Fantasy: Relink scorrono piuttosto ritmate, con timide fasi esplorative a intervallare serrati combattimenti o momenti altamente scenografici. La messa in scena è veramente sontuosa, tra città brulicanti di vita e ambientazioni totalmente animate: sembra veramente di star giocando con un anime.
La campagna, dicevo prima, fa parte appunto dell’intorno del gioco. Per quanto curatissima (forse fin troppo, data la sua importanza nell’economia del gioco!) si tratta quasi di un lungo tutorial utile a rappresentare i legami tra i personaggi e a presentare gli ambienti. Una volta finito il gioco (ma anche a metà, se siete curiosi) è possibile notare come ci sia tanto altro da fare, e da imparare, in Granblue Fantasy Relink.
Passiamo dalla cosa che più mi ha colpito: il roster di personaggi. Granblue Fantasy lo avevo iniziato a conoscere con i picchiaduro di Arc System Works, quindi per quanto non totalmente digiuno la mia conoscenza era abbastanza limitata. Granblue Fantasy: Relink si impegna tantissimo a tessere i legami tra i personaggi, dedicando anche piccoli episodi in forma di “missione secondaria” all’approfondimento delle loro storie. Se si tratta sempre di racconti in definitiva semplici, quello che non mi aspettavo era invece la cura dedicata al funzionamento dei personaggi in battaglia.
Granblue Fantasy: Relink ha circa una ventina di personaggi disponibili, e anche se iniziamo il gioco con Gran o Djeeta potremmo fin da subito cambiare e controllare qualun altro. Ci sono poi altri personaggi che sono da sbloccare acquisendo specifici ticket. Ogni personaggio ha non solo moveset diversi, ma richiede anche un approccio totalmente diverso alla battaglia. Per farvi un esempio: se utilizziamo Narmaya il tasto normalmente deputato all’attacco forte cambia scopo, e diventa un tasto per cambiare stance. Narmaya ha infatti due stance, una dedicata ad attacchi singoli e l’altra dedicata ad attacchi ad area, e possono essere sostituite nel corso di una combo. Inoltre alcuni suoi attacchi “producono farfalle”, una risorsa spendibile per effettuare altri attacchi.
Se a questo uniamo un sistema di crescita ad albero e un numero limitato ma rilevante di armi, assieme a un sistema di skill equipaggiabili limitate a quattro, ci troviamo di fronte un action RPG dove la parte RPG è piuttosto importante grazie a una costruzione dei personaggi piuttosto corposa, che si unisce ad approcci di gioco anche molto distanti a seconda del personaggio selezionato. Ed è importante anche la cooperazione, perché Granblue Fantasy Relink è un gioco che anche in single player si impernia molto sulle sinergie che si creano tra i personaggi del party (gestiti da un’ottima IA quando si gioca da soli).
Tutta questa complessità trova limitato impatto nella campagna principale (non semplicissima comunque se la si gioca a difficile), servendo come impalcatura per l’endgame, vero core del gioco. Una volta visti i titoli di coda vedremo arrivare una pioggia di contenuti tra boss fight, raid e chi più ne ha più ne metta. E insomma, il gioco comincia qui! Come nel miglior Monster Hunter avremo una serie di attività di difficoltà crescente da affrontare, a braccetto con la crescita del nostro personaggio (o, perché no, provandone sempre di diversi). Tra le missioni e il roster disponibile c’è insomma parecchio da giocare, e a quanto pare CyGames ha intenzione di continuare a supportare il gioco per diverso tempo, aggiungendo contenuti sempre nuovi.
Quindi: Granblue Fantasy Relink è un gioco che offre un’esperienza molto diversa da quella che mi sarei aspettato, ma parimenti interessante. La trama semplice – ma piacevole – diverte e lascia spazio molto presto a una serie di attività secondarie tipiche degli hunting game dalla difficoltà progressiva che apre a ore e ore di gioco multiplayer.