Con Granblue Fantasy Versus Arc System Works realizza un grande gioco anche per chi non mastica picchiaduro
Il nome Granblue Fantasy sicuramente ci dice poco da queste parti ma è un brand ben noto in Giappone. Si tratta infatti di un GDR per piattaforme mobile. La serie tuttavia negli anni sta cercando di allargare il proprio bacino espandendosi attraverso anime e progetti videoludici collaterali. Uno di questi è Granblue Fantasy: Versus, un classico picchiaduro uno contro uno che riprende i personaggi e le ambientazioni conosciti dagli appassionati di Granblue.
Tuttavia, non si tratta del solito prodotto un po’ fanservice privo di spessore, Cygames (autore della serie) ha affidato il progetto a chi è sinonimo di qualità, Arc System Works. I ragazzi di Dragon Ball FighterZ, ve lo diciamo subito, hanno utilizzato la licenza in modo virtuoso, creando un altro picchiaduro di alto rango.
Probabilmente per venire però incontro ai fan di Granblue che non hanno necessariamente familiarità con i tecnicismi dei loro prodotti, o semplicemente come tentativo di far crescere la community di appassionati del genere, Arc System sceglie questa volta la strada della semplicità.
Rispetto a Dragon Ball FighterZ che proponeva dinamiche facilitate per i neofiti, come le autocombo, da affiancare però a tutta una serie di meccaniche manuali che rendevano il gioco comunque molto complesso giocato ad alti livelli, Granblue Fantasy Versus si presenta con una sistema di combattimento asciutto a tutto tondo, senza compromessi in tal senso, o quasi.
Il modello base di riferimento infatti, è Street Fighter 2: una velocità non eccessiva, un gioco basato sulle normal in cui per vincere è necessario sfruttare bene i pochi ma decisivi fondamentali. Gli attacchi sono divisi in soli 3 tasti, attacco forte, medio, e leggero e non esistono complessi sistemi di combo, tutte le combinazioni possibili si eseguono premendo più volte lo stesso tasto, che “comporrà” automaticamente una breve stringa fatta di colpi di diversa intensità. Non c’è alcun vantaggio in termini di damage output nel cercare di fare la stessa combo in maniera manuale alternando i tasti. Anche le mosse speciali hanno subito una drastica semplificazione d’esecuzione.
Tutte le mosse speciali dei personaggi, che si dividono a loro volta in tre diverse intensità di potenza a seconda dell’attacco usato per lanciarle, sono eseguibili con la pressione di un tasto specifico più un direzionale e sono indicate tramite delle piccole icone sotto la barra dei personaggi. A differenza delle combo però, in questo caso eseguirle con i classici input manuali porta ad un vantaggio. Le mosse speciali infatti hanno un periodo di cool-down indicato dall’iconcina sopracitata che si ricarica nel tempo, e usare la shortcut significa dover attendere un tempo maggiore prima di poterla riutilizzare rispetto alla “vecchia maniera”.
In questo modo si incentiva sicuramente l’esperto a sfruttare la sua abilità, ma allo stesso modo non si scoraggia il neofita con movimenti sul pad troppo complessi. L’equilibrio tra accessibilità e profondità, che rendono Gran Blue Fantasy Versus un picchiaduro ben più stimolante dell’anime fighter medio, a prescindere da quanto i fondamentali siano stati facilitati, sta tutto nella versatilità di questi ultimi e come si prestano ad essere combinati tra loro con creatività.
Nelle combo possono comunque essere inserite delle variabili che fanno la differenza tra una tattica di gioco buona e una troppo banale. Si possono concatenare colpi bassi e alti, usare colpi overhead contro chi para basso, usare prese, e ovviamente allungare le proprie stringhe con le mosse speciali. In Granblue Fantasy Versus poi, è determinante il gioco all’angolo. Le mosse speciali nella loro versione “EX” ovvero quella con il colpo potente, permettono di far rimbalzare l’avversario e di riprenderlo in volo per continuare a danneggiarlo e magari finirlo con una super mossa finale particolarmente devastante (anch’essa eseguibile manualmente o con shortcut).
Insomma, è sempre necessario avere un certo tempismo e ritmica nella pressione dei tasti, anche se non più per quel che riguarda le sequenze di colpi più elementari. La struttura di gioco è sicuramente semplificata, ma non è diventata banale, e il giocatore veterano avrà sempre la meglio su chi è alle prime d’armi. La differenza sostanziale è che quest’ultimo ha una barriera di ingresso per padroneggiare l’intero moveset del proprio personaggio, infinitamente più bassa rispetto alla media dei picchiaduro.
E parlando di personaggi, un altro grande merito di Granblue Fantasy: Versus è che propone un roster estremamente diversificato. Abbiamo passato diverso tempo a testare praticamente ogni personaggio, e abbiamo notato come l’approccio al combattimento cambi radicalmente ogni volta, con stili di combattimento per nulla simili tra loro. Usare per esempio Metera, che sfrutta il suo arco per combattere sostanzialmente solo dalla distanza, richiede di muoversi e pensare all’incontro in maniera totalmente diversa rispetto a Lancelot, che invece si affida più al pressing ravvicinato. Se questo concetto può essere assimilabile a qualsiasi picchiaduro ben realizzato, fidatevi, in GBFV è particolarmente presente. Complice di questa percezione di grande varietà stilistica risiede anche nel tasto dedicato all’abilità speciale dei personaggi. Questo si affianca agli attacchi base ma riserva ad ogni contendente tutta una serie di funzioni specifiche e personali. C’è chi può teletrasportarsi, chi ha un un salto extra, chi cambia stance, chi ha un colpo aggiuntivo caricabile ecc. Il tasto per la skill speciale ha effetti diversi se usato in salto, da accucciati, e può servire per agganciarsi con altri colpi.
Il tocco speciale che rende GBFV una grande produzione è quello di Arc System Works, che riesce nonostante il lavoro di semplificazione e diversificazione, a rendere tutto il roster bilanciato, e che incornicia il tutto con la solita classe: uno spazio dedicato all’apprendimento esaustivo e didattico; una lobby per il multiplayer online bellissima, che ci trasporta in un vascello volante pieno di cabinati con cui sfidarci con giocati di tutto il mondo in un ambiente magico e nostalgico; una grafica splendida, che seppur derivativa rispetto alla saga trattata, spicca particolarmente per character design, animazioni, uso dei colori e realizzazione dei fondali. Un comparto estetico che sostanzialmente non abbiamo timore di definire superlativo, anche in virtù della sua paradossale originalità. Un picchiaduro in un contesto fantasy come questo infatti, è abbastanza peculiare. Trova spazio anche una simpatica modalità RPG, a cui dedichiamo una piccola analisi qui sotto.
Modalità RPG
La modalità RPG di Granblue Fantasy: Versus è fondamentalmente la modalità single player del gioco (Arcade Mode a parte), che cerca di trovare un equilibrio tra il gameplay di un picchiaduro e la struttura da gotcha RPG di Granblue Fantasy, il prodotto da cui tutto ha avuto origine.
Il funzionamento di questa modalità è infatti esattamente quella del gioco mobile, scontri esclusi. Granblue Fantasy, e così Granblue Fantasy: Versus, è infatti diviso in tantissime miniquest che fanno avanzare pian piano la storia, ognuna divisa in una prima parte dialogica a cui segue una o più fasi “esplorative” e uno o più combattimenti, per concludersi con un altro momento narrativo.
Anche il sistema di crescita ed equipaggiamento è praticamente lo stesso del gioco mobile: dopo ogni battaglia o utilizzando i draw ticket (oggetti utili a pescare casualmente nuovo equipaggiamento) è possibile entrare in possesso di nuove armi. Queste si possono far crescere di livello investendo risorse o “sbloccare” utilizzando un doppione dell’arma per aumentare il level cap, o ancora potenziare per sbloccare nuove abilità investendo ancora altre risorse. L’equipaggiamento poi è composto da 10 slot, ognuno dei quali deve essere occupato da un’arma. Non c’è nessun tipo di vincolo di classe, dal momento che chiunque può equipaggiare qualsiasi arma.
Insomma, la situazione che vi ho solo accennato, perché ci sono altre meccaniche in gioco, è già fin troppo complessa per un RPG mobile, figuratevi per un picchiaduro.
Di fatto questa modalità RPG è una storia di discreta lunghezza e poco interesse riempita di piccole meccaniche RPG che altro non fanno che rendere inutilmente farraginosa la progressione. Per fortuna se non si perde troppo tempo dietro a questa confusione ci si trova di fronte a qualcosa di anche piacevole.
Si tratta infatti di una serie di incontri con gruppi di nemici e boss affrontabili in coppia (con un personaggio controllato da l’IA o con un altro giocatore) con minime variazioni sul gameplay rispetto al gioco principale, come la possibilità di utilizzare due diverse abilità.
Il punto più alto sono gli scontri con i boss, le primal beast del franchise, di grande dimensione e molto interessanti da affrontare grazie ad alcune meccaniche che esulano da quelle canoniche del picchiaduro, e gli scontri con gli altri personaggi che controlleremo nel gioco, grazie principalmente alla maggior durata degli scontri che li rendono in qualche modo più epici.
Quello che fa però storcere il naso è la difficoltà di giocare utilizzando gli input tecnici perché, arrivando i nemici da ogni direzione, è molto difficile utilizzare i giusti input, e si è costretti a ricorrere il più delle volte ai comandi semplificati con il tasto R1. In questo senso la modalità RPG non è neanche granché come tutorial perché fa quasi disimparare tutte le combo su cui si è investito tempo a studiare.
Un buon passatempo per ambientarsi nell’universo narrativo di Granblue Fantasy e per fare qualche bella boss fight, e poco di più. In fondo però vi stiamo parlando di un picchiaduro, e queste modalità sono accessorie nell’economie del gioco.
Qualche difetto
Insomma a compromettere parzialmente il giudizio su Granblue Fantasy: Versus, rimangono solo un paio di problemi. Il primo più che un difetto, si tratta di una politica scelta dai produttori del gioco piuttosto fastidiosa per gli utenti. Granblue Fantasy: Versus esce con soli 11 personaggi. Ben realizzati e diversificati come detto, ma comunque pochi, soprattutto se consideriamo il fatto che sono già disponibili i primi 2 personaggi del season pass, Belzebub e Narmaya, e potevano benissimo essere inclusi nel pacchetto base del gioco. Anche perché si sono rivelati alla nostra prova due ottime new entry, complementari per la varietà della rosa di personaggi e che avrebbero senza dubbio avuto senso nel roster principale.
Infine, dobbiamo dire che siamo un po’ preoccupati per la community online. Non è stata una scelta felice dividere la pubblicazione del gioco in diverse date nel mondo. In questo modo chi arriva prima trova un picchiaduro non troppo popolato, e chi arriva dopo, come noi europei, deve fare i conti con un’utenza navigata e già agguerrita, che potrebbe sconfortare i più e spingerli ad abbandonare la scena. Inoltre, Granblue Fantasy: Versus ha un netcode che a oggi scricchiola abbastanza. Non ci sono particolari problemi se si gioca nella stessa regione, ma cambiano continente, il lag è notevole in qualsiasi situazione. Esiste una nuova tecnologia in tal senso chiamata rollback netcode, che rende la situazione molto più stabile. Non capiamo perché Arc System Works non l’abbia utilizzata visto che è evidente vogliano spingere il gioco nella scena dei picchiaduro con abbastanza determinazione (a riprova i diversi eventi internazionali in cui sarà presente il titolo).
Nonostante queste problematiche che speriamo non influenzino troppo negativamente il futuro di GBFV, non possiamo fare a meno di consigliare il titolo sia agli amanti del genere, perché nonostante la filosofia user friendly offre moltissimi spunti per affinare il proprio gioco, sia per chi è attratto dal genere ma teme di doversi applicare troppo nell’apprendimento di tutte le tecniche. Non potrebbe esserci punto di partenza migliore di Granblue Fantasy: Versus.