Tra le fila degli anime esclusivi Netflix si aggiunge una bomba: Great Pretender
Non lo aspettavamo così presto, visto il suo debutto in Giappone solo lo scorso luglio, ma ecco che dal 20 agosto è disponibile su Netflix un nuovo anime esclusivo: Great Pretender, prodotto da Wit Studio che già si è fatto apprezzare per l’ottima trasposizione anime di Attack on Titan e quella di Vinland Saga. Azione, furberie e trucchetti e una colonna sonora adatta a ogni situazione sono gli ingredienti di una serie che non dovreste perdervi!
Great Pretender: come entrare in una banda di truffatori internazionale
Partiamo sempre in Giappone, seguendo un piccolo imbroglione di Tokyo di nome Makoto Edamura. Il ragazzo vive alla giornata, con i soldi che ruba alle persone per strada, che poi andrà a spendere tra le varie cose alle macchinette gachapon (quelle nelle quali si inserisce una moneta e, girando la manovella, fanno uscire una sorpresa), di cui è appassionato.
Tuttavia, nella sua ingenuità di furbacchione mai colto con le mani nel sacco, non poteva certo immaginare di essere raggirato a sua volta e, per di più, da un turista straniero. Laurent Thierry, esperto truffatore francese, rivela così la sua identità a Makoto e, riconoscendone il valore, lo invita a far parte del suo gruppo di truffatori specializzati. Quasi senza pensarci, non avendo poi nulla da perdere, Makoto accetta e lo segue, partendo così all’avventura in giro per il mondo.
Punto 1: avere grandi doti recitative e soldi a palate
Makoto conoscerà presto i suoi nuovi “colleghi”: tra questi scoprirà anche esserci il suo compare di Tokyo, che in realtà lo stava osservando per conto di Laurent. Nel primo arco narrativo, ambientato nientemeno che a Los Angeles, si aggiungeranno anche altre due splendide co-protagoniste: Abigail “Abby” Jones, dalla pelle ambrata e con un carattere decisamente peperino; e l’agente dell’FBI Paula Dickins aka Cynthia Moore. Non possiamo rivelare altri dettagli o faremmo spoiler troppo grandi ma vi basti sapere che i primi quattro episodi copriranno l’intera, enorme truffa ai danni di un produttore di Hollywood che conduce nell’ombra un’attività di spaccio di droga.
È subito chiaro, dunque, che Laurent in realtà, per quanto utilizzi metodi poco convenzionali, raggiri insieme ai compagni solamente ricchi criminali come Eddie Cassano, in quanto “persone cattive che meritano di essere truffate”. Nonostante l’idea apparentemente innocua, poiché nei piani non sono previste vittime innocenti, spesso la situazione si fa complicata e così Laurent dà fondo alle proprie risorse, creando un castello di carte sempre più a rischio di crollare, dove la recitazione e l‘appropriazione d’identità diventano uno strumento indispensabile per la riuscita dell’inganno.
Le rivelazioni avverranno soltanto alla fine, quando quelle stesse carte verranno scoperte, rivelando ogni singola trama in cui, naturalmente, Makoto rimane invischiato fino all’ultimo e dalle quali tuttavia uscirà illeso e soprattutto pieno di soldi.
Punto 2: ispirarsi ai grandi del passato
Vi accorgerete subito dei riferimenti sparsi lungo l’intero anime di Great Pretender, a cominciare dal titolo stesso e dalla sua ending, ovvero la cover dell’omonima canzone fatta dal sempiterno Freddie Mercury. Le immagini della sigla finale, poi, riprendono letteralmente il suo video musicale, con Freddie e il coro interpretati da un gruppo di gatti, animale speciale perché legato alla storia di Makoto. E già per questo vi consigliamo di non skipparla mai, la pelle d’oca è garantita. Sempre parlando di musica e di sigle, ascoltando opening e colonna sonora penserete subito al jazz di Cowboy Bebop, che tuttavia viene alternato in alcune scene con musica orchestrale come il Finale de Le Carnaval des Animaux di Saint-Saëns.
Sempre la opening, inoltre, con la sua grafica geometrica a frecce, ricorda la locandina di Prova a prendermi, film di Steven Spielberg con Leonardo DiCaprio che interpreta un protagonista, al quale possiamo dire si ispirino il personaggio di Makoto e l’elaborato sistema truffaldino di Laurent. Quest’ultimo, con le sue origini francesi, il piglio sicuro, il suo gusto per il travestimento e le sue nobili motivazioni, per quanto meno stravagante, ricorda naturalmente il ladro gentiluomo Lupin III di Monkey Punch. Inoltre non mancano altre citazioni sparse, già dal primo arco, ad altre opere considerate ormai cult della cultura pop: serie tv come Breaking Bad o altri anime come Le Bizzarre Avventure di Jojo per quanto riguarda la colorazione a tinte unite e sgargianti, che non vuole essere realistica e per questo spicca in ogni scena e su ogni sfondo; mentre Eddie Cassano e il giro di droga e di donne che gestisce pare essere una forse non troppo velata critica al sistema corrotto dello showbiz holliwoodiano.
Great Pretender: perché non state ancora guardando questo anime?
È la domanda che ci poniamo se siete arrivati a leggere fin qui e ancora non avete aperto Netflix. Great Pretender è un anime dal respiro internazionale, poiché questi artisti della truffa andranno dagli USA a Singapore e poi in Europa a Londra, dando così ad ogni arco narrativo una ventata di freschezza e novità con sfondi e atmosfere vivaci, mentre impariamo a conoscere gli stessi personaggi. Makoto poi è un protagonista divertente da guardare, vi affezionerete al suo modo di fare tra lo sbruffone, perfetto per un truffatore in erba, e l’onesto, dovuto al suo passato e al suo desiderio di vivere fondamentalmente una vita tranquilla. Tutto il contrario di ciò che vivrà insieme a Laurent.
L’intero anime di Great Pretender catturerà i vostri occhi e il vostro cuore ma tranquilli, non dovrete soffrire a lungo una volta terminata la visione per vedere anche il finale: a settembre è prevista l’uscita in Giappone di altri 9 episodi conclusivi, che si può dunque supporre arriveranno anche per noi durante l’autunno.