image16gSe avete sulle vostre spalle poco meno di una trentina d’anni è veramente difficile che non abbiate mai sentito parlare di Grim Fandango, la bellissima avventura grafica dei fu Lucas Arts e, di fatto, canto del cigno di un’intera generazione di videogame punta e clicca che, partendo da Monkey Island e passando per Indiana Jones, finì per sublimarsi nel modello tridimensionale dell’ossuto Manny Calavera.

Se non avete la più pallida idea di cosa stiamo parlando, una volta tanto non vi inviteremo ad uscire dalla sala, ma piuttosto a sedervi ancor più comodi sulle vostre sedie perché oggi vi si presenta, a distanza di 17 lunghi anni, la possibilità eccezionale di ritornare a El Midollo, lì dove le avventure di Manny cominciarono la loro epopea, e ciò grazie alla volontà di sua maestà del Punta&Clicca Tim “Double Fine” Schafer che, in collaborazione con Disney e Sony ha ripescato un po’ di polverosi materiali dell’epoca per rimettere a lucido le ossa bianche del nostro Manny. La piattaforma di destinazione? PS4 ovviamente, a cui va ad aggiungersi in cross buy anche la piccola e bistrattata PS Vita.

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Fino al midollo

Chi vi scrive non lo negherà: io AMO Grim Fandango. Si tratta di uno di quei giochi che hanno caratterizzato la mia infanzia e di cui si sentiva tanto parlare sulle riviste specializzate dell’epoca. Un gioco bello, difficile e splendidamente caratterizzato, confezionato attorno ad un concept figlio degli anni d’oro di Tim Schafer in cui la follia delle sue idee quasi sempre si consolidava in un titolo coinvolgente e fuori di testa. Ecco perché feci il diavolo a quattro per cercarne una copia ma, purtroppo, complice il flop di vendite che il gioco ebbe (ebbene si, fu un vero e proprio tracollo!) trovarne una copia non fu semplice, e solo qualche anno dopo riuscii a portare le avventure di Manny a conclusione, grazie ad emulatori di ogni sorta installati sul mio PC. Ecco perché l’annuncio della sua uscita, arrivato in pompa magna un annetto fa sullo stesso palco che annuncio Uncharted 4 mi fece letteralmente trasalire. Ora l’attesa è finita e questa nuova capatina a El Midollo assieme a Manny e Glottis (voi non gli volete sinceramente bene a Glottis?!) ha lo stesso gusto di una prelibatezza a lungo bramata e ancor più a lungo rimandata. E così quel mix incredibilmente riuscito tra un’avventura noir e di folclore messicano costituisce, oggi come allora, un’avventura stilosa e smaliziata, figlia degli anni d’oro e, per questo, ancora ostica nei suoi enigmi e nelle sue trovate.
4.0E quindi, nonostante siano passati un bel po’ di anni, ecco che ti ritrovi a godere di Grim Fandango come se non fosse passato neanche un mese dalla sua uscita e ciò grazie non solo alle trovate originali di Schafer e soci (appaganti per chi le conosceva, figurarsi per chi non ci ha mai messo mano!), ma anche grazie ad un lavoro di restyle fatto con un certo savoire faire che, all’apparenza, poco o nulla muta della formula originale. Eppure basta un veloce click dell’analogico destro per switchare dall’impianto grafico vecchio a quello nuovo per notare come, con una perizia certosina, si siano praticamente ricostruiti i modelli dei personaggi da capo, ricalcandone fedelmente le dimensioni, i tratti ed anche le colorazioni, dando ovviamente al tutto un tocco di modernità, che si sposa perfettamente, ad esempio, con un nuovo sistema di illuminazione dinamico, capace di rendere ancora meglio certe situazioni e certi ambienti dalle caratteristiche volutamente noire. Double Fine ha infatti ammesso di essere andata a caccia dei più polverosi materiali disponibili risalenti alla lavorazione originale, così da poter rimodellare il tutto basandosi sui concept originali. Concept che, purtroppo, sono stati in parte perduti e ciò è significato, ad esempio, non poter mettere mano agli sfondi o ai video di intermezzo sicché, pur non sfigurando del tutto, il lavoro di remastered sembra a tratti monco o manchevole. Per i video il discorso è decisamente accentuato, mentre per gli ambienti per fortuna no, poiché data la loro bellezza e la loro complessità, giocoforza una scuola in cui si disegnava e colorava tutto ancora “a mano”, fanno ancora la loro porca figura. Anche le musiche, infine, sono state restaurate o meglio… sono state praticamente “risuonate”. Ciò grazie alla collaborazione del compositore originale, Peter McConnell, che alla guida dell’Orchestra sinfonica di Melbourne ha ridato vita a archi, fiati e quant’altro abbia composto la bellissima colonna sonora. L’unica cosa che ci dispiace è la grossolanità con cui è stato reso l’effetto 16:9, selezionabile e non impostato di default. Questo perché ovviamente, Grim Fandango è stato progettato nell’epoca dei 4:3, e pertanto di base il gioco si avvierà con una schermata quadrata, incorniciata da un paio di bordi “a tema”. Al giocatore, poi, la possibilità di impostare l’immagine senza i bordi o in 16:9, consci però che non si tratta di un adattamento ad arte, ma di una sistemazione grossolana che non solo taglia lo schermo ai lati o in basso (la cosa varia un po’ “a random” in base al vostro schermo) ma addirittura imbolsisce il buon Manny, dandogli il peso forma di uno scaldabagno. Manca anche una qualsiasi impostazione di regolazione dei bordi dello schermo che, francamente, visto il problema di cui sopra non ci avrebbe fatto schifo.

Grim Fandango Remastered_20150126204202

Muovi quelle quattro ossa!

Per quel che riguarda l’aspetto puramente ludico non è stato fatto praticamente nulla per differenziare il gioco dalle origini, salvo l’ovvia mappatura dei tasti onde adattarli al pad (o alla PS Vita a seconda della versione), il gioco è praticamente il medesimo dell’originale e, a differenza di operazioni simili come la rimasterizzazione del primo Monkey Island, non include neanche alcun aiuto per andare incontro ai giocatori meno pratici della scuola Lucas dei Punta&Clicca . Questo significa, fondamentalmente, che il gioco è difficile e gode di enigmi che spesso comportano soluzioni a dir poco creative. Per chi lo ha giocato già all’epoca, alcune soluzioni sarammo mnemonicamente a portata di mano, tutti gli altri sono avvisati: Grim Fandango è un gioco che fa bestemmiare e neanche poco. Quel che Schafer e soci hanno fatto è stato però cambiare il controllo del personaggio dandovi la non sottovalutabile possibilità di muoverlo con dei controlli “moderni”, che adattano il movimento alla posizione della telecamera fissa.

26Se non capite cosa significhi questa cosa allora non sapete che originariamente il gioco (del tutto privo di controlli a schermo in stile SCUMM) soffriva delle problematiche dei controlli detti “tank”, per intenderci quelli dei vecchissimi Tomb Raider e Resident Evil, che oggi fanno bestemmiare ancor più che ieri. Certo, potrete comunque giocare con i controlli tank (beccandovi anche un trofeo!) ma la cosa da l’orticaria! Nel pacchetto bonus, solo apparentemente risicato, figura poi il commento audio dello stesso Schafer che, come in un DVD, può essere attivato a schermo mentre il gioco e in corso, così da scoprire molte delle curiosità che hanno caratterizzato la realizzazione di questa autentica perla. Non mancano poi i classici extra by menù, come bozzetti e schizzi artistici, la maggior parte dei quali non aveva mai visto la luce e si presenta, per la prima volta al pubblico, proprio grazie a questa edizione!