Guru Guru, un anime cult per tutti
Appassionati di JRPG e mondi fantasy con maghi, mostri e dungeon, unitevi! Ma anche coloro che non lo sono, in fondo siamo sicuri che l’anime di Guru Guru sia ancora adesso capace di farsi apprezzare da chiunque. Questa serie è una piccola pietra miliare dell’animazione anni ’90 e molti di voi l’avranno vista in televisione da bambini.
Per chi non lo sapesse su Crunchyroll è disponibile da qualche anno gratuitamente un remake sottotitolato della serie anime originale, che riprende da capo le strane e mirabolanti avventure di Guru Guru. E allora, se ancora non lo avete fatto, perché non riguardarlo con una nuova consapevolezza oppure scoprirlo per la prima volta? Le risate saranno garantite.
La magia del Guru Guru
In un piccolo villaggio del Paese di JamJam, vive il giovane Nike con i genitori, che lo hanno educato a diventare un Prode guerriero nonostante lui sogni di apprendere l’uso della magia. Noi lo conosciamo nel momento in cui lo sbattono letteralmente fuori di casa per rispondere alla convocazione del re Urga dei migliori cavalieri del regno, per trovare tra di loro il valoroso che potrà affrontate il pericolo incombente: il demone Giri, infatti, imprigionato per 300 anni dall’arte magica Guru Guru, è riuscito a spezzare i sigilli e ora è tornato a seminare il terrore.
Prima di partire, però, Nike si reca dalla vecchia strega del villaggio, che gli affida la sua apprendista, Kukuri, ultima discendente della tribù Migu Migu, gli antichi detentori della magia Guru Guru. I due partono quindi alla volta del castello del re che, una volta determinato che Nike è effettivamente il Prode guerriero che stava cercando, li incarica dell’importante missione di sconfiggere il demone Giri. Tra dungeon misteriosi, addestramenti per aumentare le proprie capacità e incontri con personaggi strampalati, ha inizio il viaggio di questa coppia un po’ sgangherata.
Cosa lo distingue e lo rende bello ancora oggi
Sono tre gli elementi che, combinati tra loro, rendono Guru Guru un anime amato ancora oggi, che siano le due vecchie serie o la più recente del 2017, e probabilmente avrebbe ancora più riconoscimento se anche il suo manga venisse pubblicato integralmente in Italia (purtroppo, finora interrotto al nono volume di 32 che erano previsti all’epoca della pubblicazione).
Infatti, come ben sapranno i fan, pur avendo qualche differenza, l’anime e il manga di Guru Guru sono fondamentalmente una parodia dei JRPG: i giochi di ruolo giapponesi si sono sempre distinti per alcune specifiche caratteristiche che li hanno resi iconici, come la modalità di combattimento (su un’arena temporanea, con turni d’attacco tra i propri personaggi e i nemici), i numerosi bonus e la caratterizzazione dei personaggi basata su ruoli ben precisi.
Anche nell’aspetto, poi, questo genere di videogame è molto vicino a quello di anime e manga e perciò Guru Guru rispecchia perfettamente tutti questi aspetti, portandoli però nel formato d’animazione. Una delle cose per cui Guru Guru è riconoscibile è proprio la comparsa a schermo dei dati dei personaggi: nome, ruolo, capacità speciali e livello vengono mostrate al loro punto di partenza per poi esser riproposte quando vengono migliorate o subiscono cambiamenti importanti; o ancora anche la grafica in pixel che riprende le mappe e i percorsi seguiti dagli avatar. Insomma, Guru Guru è praticamente un videogioco reso anime e funziona molto bene, soddisfacendo il gusto estetico degli amanti del genere e suscitando maggiore interesse in chi invece non li conosce approfonditamente.
Abbiamo allora Nike che dovrebbe essere l’impavido guerriero, ma in realtà è perlopiù un ragazzino particolarmente astuto che fa di tutto per evitare di combattere, mettendo in prima linea Kukuri che invece cerca di fare del suo meglio come strega ed erede dell’arte magica Guru Guru. Sul loro cammino compaiono poi altri personaggi, uno più stravagante e nonsense dell’altro, a smorzare gli aspetti in qualche modo statici e ripetitivi della struttura del JRPG. D’altronde la comicità demenziale è ciò che ha reso famoso l’anime di Guru Guru e questa si origina soprattutto dai personaggi secondari: Reid, il principe delle tenebre impaurito dai mostri e che usa incantesimi di magia nera ridicoli; Gail, anche lui presentatosi al cospetto del re sperando di essere il Valoroso Guerriero designato; e come dimenticare il vecchio Edvarg, che balla la sua danza Kita Kita, capace di irritare non poco i mostri e di provocare imbarazzo e disgusto nei protagonisti, ma risate agli spettatori, così come le numerose comparsate e battute di tutti i vari comprimari, ognuno dei quali ha un modo di fare che lo rende memorabile.
E se non basta questo a fare dell’anime di Guru Guru un prodotto godibile per ogni età, c’è il fatto che, pur non avendo alcuna pretesa, sotto la leggerezza della sua storia quasi priva di una trama vera e propria nasconde in realtà quello stesso messaggio che possiamo trovare nei JRPG che apparentemente prende in giro: la costante lotta tra luce e tenebre può essere vinta da quegli eroi coraggiosi inconsapevoli di esserlo.
Guru Guru, un viaggio da ripercorrere quando vogliamo
Grazie al nuovo anime su Crunchyroll, possiamo recuperare facilmente il piacere della visione di Guru Guru, che vuole semplicemente intrattenere con quel senso dell’umorismo esagerato che ogni tanto ritroviamo ancora oggi in serie anime più recenti.
Anime come Guru Guru sono capaci di far prendere meno sul serio figure e ambienti familiari a chi guarda anime e gioca ai videogiochi (un esempio calzante è La via del Grembiule disponibile su Neflix, per citarne uno uscito da poco) e a volte abbiamo proprio bisogno di (ri)trovare queste serie, così da apprezzare ancora di più e con rinnovato ardore interessi e passioni che coltiviamo da anni.