Nel 2002 Hamtaro e la sua chiassosa comitiva fanno il loro esordio in Italia. Torniamo a quell’estate. Tra tormentoni nosense, Summer Card e un golden gol mai dimenticato

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era una volta Msn con i suoi trilli impertinenti, l’alibi del “non al computer” per allontanare conversazioni indesiderate, le scritte con improbabili caratteri glitterati, i nickname di cattivo gusto come “pupetta88” e “tommydiabolika”. I dischi masterizzati che ricordavano le estati passate a Milano Marittima o nel Salento, in cui si alternavano, senza alcun criterio e dignità, Bring me to life degli Evanescence, gli Aventura e Calma e sangue freddo di Luca Dirisio. Prima dell’improvvisa moda emo in cui i My Chemical Romance, i Silverstein e gruppi random armati di frangetta avrebbero occupato i 256 MB del lettore MP3. Bentornati ad inizio millennio.

È l’estate del 2002. C’è  grande euforia per l’ultima campanella di scuola, condita da gavettoni creati con palloncini che puntualmente si rompevano appena sfioravano il rubinetto, ma ben supportati da Super Liquidator riesumati dalla retina piena di sabbia dell’estate precedente.

Nemmeno il tempo per gioire per l’imminente inizio di un’estate in cui gli stabilimenti balneari non si sarebbero mai stancati di piazzare a qualsiasi ora del giorno Asereje, ed ecco arrivare un picco di delusione, dovuto ai centodiciassette minuti capaci di generare più astio e rabbia nella storia calcistica italiana. Il 18 giugno Byron Moreno decise di rovinare i piani di milioni di italiani che già pregustavano bagni nelle fontane e caroselli, spedendo l’Italia a casa per un gol del perugino Ahn.

Molti cercarono di dimenticare subito quella tragica serata dal retrogusto coreano andando al cinema la sera successiva. Una settimana prima era uscito un film che avrebbe cambiato per sempre la storia dei cinecomic. Spider-Man di Sam Raimi.

Dopo un’estate salvata dai sensi di ragno e dalla Summer Card Omnitel, migliaia di bambini cresciuti negli anni ottanta e novanta tornarono a scuola, ancora bombardati dalle incessanti note del ritornello nonsense intonato dalle Las Ketchup. Il ritorno dalle fatiche scolastiche era spesso puntualmente dedicato alla quotidiana visione di Bim Bum Bam. Alle ore 17 del 3 settembre fece il suo esordio un nuovo cartone proveniente dalla terra nipponica. Si intitola Hamtaro – Piccoli criceti, grandi avventure e presto diventerà un appuntamento fisso per molti, piccoli e non.

Come molti anime, Hamtaro è una trasposizione di un manga, creato da Ritsuko Kawai e presente dal 1997 nella rivista Ciao della Shōgakukan. Il criceto era poi protagonista di numerosi libri destinati alla fascia più giovane della popolazione giapponese, che ne apprezzava i toni pacati e l’inno all’amicizia che permea totalmente la storia.

La casa di animazione TMS Entertainment, che in passato aveva prodotto Lupin, Hello! Spank, Occhi di gatto e Lady Oscar, nel 2000 manda in onda su Tx Network “tottoko tōjō! hamu tarō”, il primo storico episodio di Hamtaro. In tutto verranno rilasciati ben 296 episodi, suddivisi in quattro stagioni.
Mediaset fiuta immediatamente le potenzialità e acquista prontamente i diritti della serie, che in Giappone spopola sin da subito e viene prontamente supportato da un furbissimo merchandise.

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Hamtaro in precedenza era stato esportato al di fuori della terra del Sol Levante dalla casa di produzione statunitense Ocean Productions, che però aveva riadattato completamente i dialoghi, eliminando totalmente i riferimenti al Giappone. L’Italia è l’unica nazione in Europa ad avere acquistato l’anime direttamente dalla TMS Entertainment, lasciando intatti i richiami originali. Scelta insolita per Mediaset, che in quel periodo riadattava in toto gli anime, eliminando ogni spunto relativo alla cultura nipponica.

La scelta di Mediaset viene subito premiata. Hamtaro conquista subito il pubblico di Bim Bum Bam, grazie alla sua struttura narrativa semplice, ma mai ripetitiva, grazie alla quantità smodata di personaggi. Il leitmotiv di Hamtaro si basava infatti sui rapporti di amicizia che i due protagonisti costruiscono, appena arrivati nella nuova città, dopo il trasferimento. Hamtaro e la sua “padrona”, Laura, incontrano subito più amici di un fuorisede che va a vivere a Piazza Bologna a Roma. Il criceto in particolar modo entra a far parte di una gang chiamata Ham-Hams, in cui ogni componente del gruppo ha una caratterizzazione ben definita, come ogni cartone dell’epoca.  Ecco quindi Ghiotto, il mangione della compagnia, Boss, il duro del gruppo, Bijou, la quota “sexy”, Ronfo, il simpatico dormiglione. I criceti vivono avventure parallele a quelle degli umani, aiutandoli e comunicando con loro con suoni onomatopeici come chazie, per dire ciao, cic-to-cic, per abbracciarsi e cidenti per palesare fastidio. Per capire il successo di Hamtaro, basti ricordare che nel 2002 in Giappone i bambini usavano quotidianamente questi suoni per dialogare tra loro.

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Altro elemento di forza della serie è certamente la Club House, creata da Boss e punto di ritrovo e relax degli Ham-Hams. Una sorta di Pub per gli harleysti. Giochi Preziosi commercializzò una fedele riproduzione che ancora oggi, vent’anni dopo, occupa soffitte e ripiani degli armadi di camerette che non vogliono dimenticare quegli anni fatati.

Oltre ad una miriade di giocattoli, furono prodotti anche sette videogiochi, tutti griffati Nintendo, per Gameboy Color, Advance e DS. Inoltre vennero realizzati anche quattro lungometraggi, che in Italia sono arrivati solamente nel 2010, grazie al canale Hiro.

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Basta ripetere questo mantra per ritrovarsi ad inizio secolo. Quando la preoccupazione più grande era dover mettere righello e squadra nella cartella semitrasparente di educazione tecnica. In attesa di un trillo o uno squilletto.

Leone Auciello
Secondo la sua pagina Wikipedia mai accettata è nato a Roma, classe 1983. Come Zerocalcare e Coez, ma non sa disegnare né cantare. Dopo aver imparato a scrivere il proprio nome, non si è mai fermato, preferendo i giri di parole a quelli in tondo. Ha studiato Lettere, dopo averne scritte tante, soprattutto a mano, senza mai spedirle. Iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2006, ha collaborato con più di dieci testate giornalistiche. Parlando di cinema, arte, calcio, musica, politica e cinema. Praticamente uno Scanzi che non ci ha mai creduto abbastanza. Pigro come Antonio Cassano, cinico come Mr Pink, autoreferenziale come Magritte, frizzante come una bottiglia d'acqua Guizza. Se cercate un animale fantastico, ora sapete dove trovarlo.