Il ritorno di un’amatissima leggenda: Inuyasha si reincarna in Yashahime
Quando l’anime di Hanyou no Yashahime – “la principessa mezzo demone” – venne annunciato questa primavera, le reazioni degli affezionati alla saga di Inuyasha furono molteplici. Alcuni furono entusiasti all’idea di rivedere i propri beniamini dopo anni di assenza, altri la definirono una catastrofe annunciata. Ormai l’attesissimo sequel della saga di Inuyasha sta andando in onda da un paio di mesi ed è ora di tirare le somme: come si sta comportando questa serie anime? Ha soddisfatto le aspettative della fanbase?
Yashahime e la nuova generazione: cos’è successo ai compagni di un tempo?
La trama di Yashahime, come si evince anche dal titolo, non vede come protagonisti la gang a cui ci eravamo tutti affezionati, bensì la generazione successiva: i loro figli. Andremo infatti a seguire le vicende di Towa e Setsuna, figlie di Sesshomaru e Moroha, figlia di Inuyasha e Kagome. Towa e Setsuna vengono separate da giovanissime a causa di un incendio e per motivi non ben specificati Towa riesce ad attraversare il portale del tempo e arrivare nel presente, dove viene adottata e cresciuta da Sota, il fratello minore di Kagome.
Setsuna, che non ha memorie della sorella, viene cresciuta da Kaede e gli sterminatori di demoni. Moroha, invece, nonostante conosca Sesshomaru per la sua fama, sembra non sapere chi siano i suoi genitori. E nemmeno lo spettatore sa che ne è stato di loro! Dopo ben 11 episodi di Yashahime, ancora non sappiamo nulla di dove siano finiti i componenti della gang originale: Inuyasha, Kagome, Sango e Miroku sono spariti. Sono rimasti solo Kirara e il vecchio Miyoga a fare delle comparsate, ma entrambi non menzionano praticamente mai i vecchi protagonisti della saga, lasciando il loro destino avvolto dal mistero.
Dopo essersi riunite, le tre inconsapevoli cugine dovranno imparare a conoscersi e ricordarsi i loro legami o, in alcuni casi, scoprirli da zero. Il tutto è complicato dalla perdita di memoria di Setsuna e alla sua peculiare condizione: la giovane mezzo-demone è infatti incapace di dormire. Il suo sonno sembra essere stato rubato da un essere chiamato “la farfalla dei sogni”. Trovarla diventerà quindi la missione di Towa, che trascinerà con lei la riluttante sorella e la cugina Moroha, che avrà sempre bisogno di soldi per ripagare un debito di cui non vuole parlare.
Una carrellata di imparentati: Yashahime o Beautiful?
A legare a doppio filo Yashahime e la serie classica di Inuyasha sono i legami di sangue, ancora più delle comparsate. Figli, fratelli, nipoti, cugini: tutti i nuovi personaggi sembrano avere un legame con un componente della gang originale di cui, in questo sequel, c’è un palese tentativo di ricreazione. Tra i sterminatori di demoni spiccano Kohaku, fratello minore di Sango, e Hisui, figlio di lei e Miroku. Takechiyo, il piccolo tanuki, potrebbe essere il potenziale figlio di Hachi, visto il suo legame con Miroku. A prendersi cura di Towa e a crescerla come figlia propria ci pensa Sota, fratello minore di Kagome, insieme al resto della sua famiglia – che sembra non essere invecchiata di un giorno. Persino Buyo è ancora vivo, che sia un nekomata? Questa carrellata di figli e parenti è un ben di dio per i fan di vecchia data o per chi si diletta a immaginare come potrebbero essere i figli delle proprie coppie immaginarie preferite. Sotto questo punto di vista, Yashahime è molto simile a Boruto.
Domande lasciate in sospeso: la frustrazione degli spettatori
Uno degli aspetti più scadenti di questo anime è senza dubbio il pacing. Guardando la trama generale sia di quella di ogni episodio, lo svolgimento risulta altalenante e poco convincente. Gli episodi cercano di ricalcare la formula dell’Inuyasha originale, ma il risultato è solo un’imitazione sbiadita. Per lo spettatore risulta frustrante guardare un prodotto di cui non si conosce nemmeno la durata totale senza vedere la minima risposta alle proprie domande, ancora di più se il procedimento della trama e dello sviluppo – anche dei personaggi – è altalenante e non consistente.
Alcuni dei quesiti che più rimbalzano sulle bocche dei fan sono banali, eppure per qualche motivo lo studio Sunrise non vuole fornirci le risposte. Dico Sunrise perché è confermato che l’autrice di Inuyasha, Rumiko Takahashi, abbia partecipato a questo sequel solo come character designer, non avendo dato quindi nessun contributo alla stesura della trama e della sceneggiatura. Una delle domande più frequenti è: chi è la madre di Towa e Setsuna? Il padre è confermato essere Sesshomaru e la teoria più quotata vedrebbe Rin come sua compagna e madre dei suoi figli, ma a questa prospettiva sul web sembra essersi scatenata una tempesta di negatività.
Forse è per questo che lo studio ha preferito glissare sull’argomento, per evitare un responso negativo? C’è però da dire che non è qualcosa che potrà ignorare e nascondere per sempre e, continuando a evitare a dare questa risposta, lo studio sta solo facendo esasperare il fandom.
Metafore palesi e soluzioni prevedibili: le pecche di Yashahime
Uno degli elementi che minaccia la qualità già altalenante di Yashahime è la sua profondità completamente assente. Nonostante Inuyasha fosse un prodotto che mirava ad un’audience giovane, non ha mai sottovalutato l’intelligenza dei propri lettori e così facendo evitava di risultare bambinesco. Con Yashahime, purtroppo, questo problema si pone eccome. A partire dalla caratterizzazione dei personaggi, passando per i conflitti dalle risoluzioni, fino ad arrivare alle metafore palesi.
Sembra che Yashahime voglia tenere la mano dello spettatore e accompagnarlo passo passo anche nelle cose più ovvie – sempre rifiutandosi di rispondere alle domande più pressanti nel mentre. Semplificando il tutto gli eventi sono portati a risolversi in pochissimo tempo, però, e lo studio Sunrise ha deciso di ovviare a questo problema diluendo la regia delle scene, allungandole. Purtroppo, tutto questo messo insieme non fa altro che trascinare verso il basso il grado di maturità e profondità del prodotto, esasperando nel contempo la fanbase.
Un’altalena che sale e scende: lo sviluppo dei personaggi e l’avanzamento della trama in Yashahime
Un altro aspetto in cui Yashahime pecca è lo sviluppo dei personaggi. Esso infatti risulta inconsistente. A volte ci si dimenticherà di alcuni passi chiave, altri ancora sembra di essersi persi qualche pezzo per strada visti i salti da un episodio all’altro. Insomma, sembra che Yashahime non abbia ancora capito bene dove voglia andare a parare, sia con la propria trama che con i propri personaggi. E parlando di questi ultimi, una menzione particolare è dovuta al personaggio di Moroha: essendo la figlia dei protagonisti della saga storica, ci si sarebbe aspettati che fosse lei la protagonista, al posto di Towa. E se non fosse per la regia e la presentazione forzata dei vari personaggi, probabilmente sarebbe proprio così!
Moroha è un personaggio sfaccettato e complesso, spesso ben più interessante della protagonista, che risulta essere il più delle volte monotematica e ripetitiva. A proposito di ripetizioni: sembra che Yashahime si sia posto la prerogativa di ricalcare, evento dopo evento, gli avvenimenti e i tropi in Inuyasha. Spesso però li affronta con frettolosità e superficialità, forse forte del fatto che sono già stati esplorati nella saga principale. Questo però risulta noioso e ripetitivo per i fan di vecchia data, affezionati a quelle dinamiche, e confusionario per i nuovi spettatori. Speriamo, per il bene di questo attesissimo sequel, che lo studio Sunrise riesca a giocarsi meglio le proprie carte d’ora in avanti.
Cosa ci riserverà il futuro?
Ora come ora, il futuro di Yashahime è incerto. Ancora non sappiamo il numero totale degli episodi, o se lo studio Sunrise voglia dividerli in stagioni o meno. Se volessero effettivamente ricalcare in tutto e per tutto Inuyasha, starebbero puntando su una serie che tende di più ad una pubblicazione sul lungo termine, per esempio come serie quali One Piece, che sono costanti tutto l’anno. Comunque, anche volessimo metterci a fare dei calcoli, una cosa è certa: Yashahime sembra più concentrato a fare richiami e cameo che a portare avanti la trama. Sia sotto il fronte delle domande irrisolte, che di quello dello sviluppo della trama e dei personaggi, questo sequel risulta esasperante.
Questo vale specialmente per i fan di vecchia data che aspettavano con ansia un sequel alla loro saga preferita. Forse la mancanza di Rumiko Takahashi al timone della nave si sta facendo sentire più del previsto? In ogni caso, l’augurio per Yashahime è quello di rimettersi in carreggiata in grande stile, così da riappacificarsi con il fandom e godere del successo che il seguito ad una saga come quella di Inuyasha è capace di guadagnare.