Heaven di Mieko Kawakami è uscito per Edizioni e/o
Vi abbiamo già parlato di Mieko Kawakami, quando uscì il primo suo romanzo tradotto in italiano Seni e uova, e oggi la sua prosa ci colpisce nuovamente con grande potenza e tremendo realismo con questa nuova opera disponibile dal 25 agosto, Heaven.
Se in Seni e uova venivano affrontate problematiche che accomunano le donne giapponesi (e non solo) quali precarietà del lavoro, maternità e femminilità in generale, in Heaven invece ci addentriamo nell’ambiente scolastico, dove Mieko Kawakami pone invece l’attenzione su temi diversi ma altrettanto importanti, e soprattutto spesso e volentieri ignorati.
Heaven di Mieko Kawakami, una storia di bullismo
Il bullismo in Giappone è detto ijime ed è un fenomeno, purtroppo, molto comune a scuola e non solo. Spesso è la fonte di tutta una serie di conseguenze più o meno estreme che vanno dall’ostracismo nei confronti della vittima, la quale viene isolata e di cui viene accettata la presenza solo quando è il momento di tormentarla, al rifiuto di andare a scuola, fino ai gesti più estremi di cui i giapponesi sentono spesso parlare nelle notizie di cronaca.
In Heaven di Mieko Kawakami, il protagonista rimane senza nome ma il lettore finirà per identificarlo attraverso le parole dei suoi aguzzini, che gli affibbiano il soprannome di Occhi Storti. Il ragazzo infatti soffre di una grave forma di strabismo all’occhio destro e questa è l’origine di tutti i soprusi e le cattiverie gratuite che subisce giornalmente. Le sue condizioni sono davvero pessime: viene schiavizzato e costretto a fare le cose più disgustose e tremende, prendendosi sempre e comunque botte e insulti gratuiti. Non sapendo nemmeno il suo nome, il lettore non può fare a meno che provare sofferenza nel leggere queste scene, descritte nel dettaglio in prima persona, sentendosi quasi parte del gruppo di bulli che non fanno che chiamarlo con quel nomignolo di cattivo gusto e maligno.
Un giorno, però, il protagonista trova sotto al suo banco una lettera: una mano tesa da qualcuno che non conosce e di cui inizialmente non si fida, temendo un’ulteriore presa in giro dei compagni. Quando si presenta nel luogo indicato sulla lettera, tuttavia, scopre che si tratta dell’unica altra compagna di classe a essere oggetto di angherie. Si chiama Kojima, ha un’aria trasandata e disordinata e viene allontanata dalle ragazze per il suo aspetto e la sua condizione economica. Da qui inizia una corrispondenza segreta tra questa coppia di compagni, nella quale entrambi trovano enorme conforto e le loro sofferenze sembrano appartenere a un altro mondo, nonostante la realtà sia ben diversa.
Affrontare la vita con filosofia
I due insomma riconoscono di essere uguali: entrambi subiscono ogni giorno le stesse violenze, fisiche e psicologiche, non ne fanno parola con nessuno e tirano avanti in un modo o nell’altro. L’unico sollievo che riescono a trovare è la loro nuova amicizia e la comprensione l’uno dell’altra delle loro situazioni. La domanda però è se questo sia sufficiente a creare un legame.
Il punto focale di Heaven viene proposto da Mieko Kawakami ormai a ridosso della fine del romanzo, quando ormai anche il lettore inizia a rendersi conto che la situazione non può andare avanti così. Scorrere le scene di violenza che subisce il protagonista, una peggio dell’altra è quasi una tortura anche per chi legge: si assiste una escalation di piacere perverso nel fare del male misto a un’indicibile pena, che non trova pace se non nel vuoto più assoluto.
Heaven di Mieko Kawakami spinge a ragionare e pensare in questi termini filosofici per mezzo di monologhi intensi e sentiti: si può essere accomunati solo dal dolore? Qual è la ragione intrinseca del dolore e del provocarlo? Per quale motivo c’è chi lo subisce passivamente e chi invece tira su la testa e se ne libera? Chi è forte e chi invece è debole? Qual è poi il modo giusto di reagire? Non siamo tutti in fondo parte dello stesso universo, dello stesso mondo in cui vigono le stesse leggi per tutti?
In Heaven Mieko Kawakami non dà una risposta decisa a queste domande e, d’altronde, forse nemmeno esiste. Eppure, i due personaggi che esprimono al protagonista le loro visioni, diametralmente opposte, sono fermamente convinti del proprio pensiero: da un lato il moralismo quasi religioso di Kojima, dall’altro uno dei bulli del protagonista con il suo nichilismo radicato ma a suo modo puro e semplice. E allora il lettore deve fermarsi, così come a un certo punto si blocca il protagonista stesso, e chiedersi se esistono davvero queste divisioni, se davvero tutto quel patimento può avere un senso logico come viene spiegato da questi ragazzi con grande fermezza, e se davvero non c’è modo di cambiare prospettiva e di liberarsi da tale calvario.
Heaven di Mieko Kawakami è una perla della letteratura giapponese contemporanea
Il romanzo, dunque, si conclude con un finale perlopiù aperto, dopo un climax che porterebbe a pensare solo a un epilogo funesto. Le riflessioni fatte fino a questo momento sono talmente pregne che bisognerà rimuginarci sopra, mentre invece le vite di tutti i personaggi andranno avanti. Non sapremo cosa accadrà in seguito e probabilmente va anche bene così.
Il dolore del nostro protagonista forse non è finito, forse la sua vita scolastica proseguirà a essere miserabile, la sua presenza nella vita altrui silenziosa, il piacere qualcosa di unico e singolare, tuttavia avremo avuto la possibilità di riflettere e di scegliere come lui di vedere la vita nella sua profondità.