Hell is Others è un originale survival horror dal profondo simbolismo
oc Toc Toc. Qualcuno bussa alla porta. Adam Smithson va a controllare, ma ciò che si ritrova davanti è un bonsai e un biglietto con su scritto: “Annaffialo. Torno tra 10 giorni con una ricompensa”. Per riuscire nell’impresa, Adam deve raccogliere non acqua, bensì sangue. Nulla di strano: nella distopica Century City è possibile trovare qualsiasi risorsa, sangue compreso. L’importante è uscirne vivi, altrimenti ogni cosa è perduta. Si apre così Hell is Others, il nuovo videogioco di Yonder realizzato in collaborazione con Strelka Games.
Un incipit enigmatico che si contrappone alle regole dure e chiare del gioco: quelle di un survival horror con meccaniche roguelite basato sul PvPvE. Detto così può apparire complesso, in realtà l’articolata struttura di Hell is Others è perfettamente oleata, garantendo un elevato grado di coinvolgimento e di sfida.
Ma andiamo con ordine: nel tentativo di accontentare la richiesta del biglietto, Adam è costretto ogni giorno ad abbandonare il suo logoro appartamento in stile noir anni ‘20 e raggiungere Century City tramite ascensore per un lasso di tempo limitato. All’inizio la sua unica arma è una pistola, ma portando a termine gli incarichi proposti dagli eccentrici abitanti della città, Adam potrà migliorare il suo inventario e rendere più sicura la sua avanscoperta. Sia chiaro, più sicura per sé, non per gli altri.
Come detto prima, il gioco si basa sul PvPvE. Ciò vuol dire che le mostruose creature che popolano la città non sono solo nemici governati dall’IA ma anche giocatori avversari, altri Adam scesi all’inferno con il nostro stesso scopo. Lo capiamo perché quando decidiamo di prendere l’ascensore, vi è un secondo in cui il protagonista si trasforma in un abominio, simile a quelli che si incontrano in città. In altre parole, una volta messo piede a Century City, ognuno vede l’altro come un mostro da uccidere.
Che sia controllato dall’IA o dal giocatore, la tipologia di nemico è perfettamente riconoscibile. Ma tanto poco importa: l’istinto è quello di combattere, perché morire in Hell is Others vuol dire perdere tutto ciò che si è raccolto, a meno che non sia stato precedentemente riposto nell’armadietto del nostro appartamento. Una volta uccisi, si ricomincia da capo, a casa, privati di tutto, ma ancora più assetati di sangue.
Il risultato è un “mors tua vita mea” ansiogeno, adrenalinico, contorniato da un looting oculato, come il genere survival insegna. Tra gli altri elementi da tenere d’occhio durante l’esplorazione, vi è la vita, la stamina, le munizioni e l’inventario. A farci tirare un sospiro di sollievo è il suono dell’ascensore (in generale il sound design è davvero apprezzabile ed efficiente), simbolo della risalita dall’inferno di Century City. Tornati a casa sani e salvi, ci attenderanno nuovi risvolti dagli abitanti del palazzo diroccato che fa hub del gioco.
Un gameplay spietato e al contempo intrigante, saldamente legato al concept di gioco. Hell is Others trae ispirazione dal filosofo francese Jean-Paul Sartre, per la precisione dalla sua piéce teatrale “A porte chiuse”, un dramma in cui tre personaggi si ritrovano all’inferno, provando sulla propria pelle la difficoltà di relazionarsi tra loro, tra tormenti e torture. Hell is Others reinterpreta tutto questo, utilizzando l’idea inconscia in noi giocatori di combattere l’altro, anche quando questi non vuole. Così facendo diventiamo mostri a nostra volta.
Voglio dire che, se i nostri rapporti con gli altri sono intricati, viziati, allora l’altro non può che essere l’inferno. Noi ci giudichiamo con i mezzi che gli altri hanno, ci hanno. dato per giudicarci.
Jean-Paul Sartre
Dopo l’originale Red Rope: Don’t Fall Behind, “il videogioco delle coppie” in cui l’altro è elemento imprescindibile per la vittoria, Yonder stravolge la prospettiva e si getta in un dramma videoludico dal profondo valore simbolico, senza rinunciare a un gameplay strutturato e impegnativo, reso tale grazie anche alla componente multiplayer curata da Strelka Games.
Il gioco è disponibile su Steam da fine ottobre scorso, un mese davvero prolifico per il settore videoludico italiano. Da Mario + Rabbids: Sparks of Hope, passando per Batora: Lost Haven e Saturnalia, l’industria nostrana sta dimostrando di avere un sua identità, un suo carattere, una sua idea di videogioco da esportare nel mondo. In questa meravigliosa cornice si inserisce un prezioso tassello quale Hell is Others.