Homefront: The Revolution una distopica rivoluzione per Homefront
L’America è in ginocchio. Il guinzaglio nord coreano la strangola. Sarete voi a liberarla? Un titolo che è pronto a tornare alla ribalta. Ecco cosa potrebbe essere Homefront: The Revolution. Perché questo piccolo FPS (piccolo in confronto a colossi come Far Cry, Battlefield, Call of Duty, etc.) potrebbe portare qualcosa di veramente nuovo nel panorama videoludico attuale. Partiamo innanzitutto dalla trama: l’ormai mondialmente derisa Corea del Nord con un discreto colpo di mano (direi quasi fantascientifico) ha conquistato gli Stati Uniti d’America. Lo scenario è da incubo. Il governo di Pyongyang ha infatti instaurato la più feroce delle dittature: campi di concentramento, esecuzioni sommarie e militari crudeli presenti ovunque. Come affrontare l’orrore di un nuovo incubo filo nazista? Semplice: con la rivoluzione! Bisogna alzare la testa… e combattare. Questo è tutto ciò che bisognerà fare in Homefront: Revolution, nulla di più, nulla di meno. E a quanto pare lo si farà in uno stile più o meno realistico. Ebbene sì, finalmente un titolo FPS cercherà di distaccarsi dal cliché del “ora vai e ammazzali tutti”. Cliché che in alcuni casi (come Wolfenstein) può essere anche divertente, ma in altri casi può essere anche abbastanza triste come le campagne di tanti, troppi FPS che affollano l’attuale mercato videoludico, soprattutto per ciò che riguarda le console.
Homefront: The Revolution, infatti, non vi permetterà di fare il Rambo della situazione, anzi, vi metterà in una situazione di netta inferiorità. Questo titolo di fatto si prospetta all’insegna dell’astuzia, della collaborazione con i compagni (in multiplayer o con I.A. comandabile attraverso semplici ordini) e v’indurrà quindi sull’arte della guerriglia.
Guerriglia appunto. Un elemento molto spesso dimenticato in favore di grandi – e spettacolari – battaglie. In Homefront: The Revolution ci ritroveremo impegnati a pianificare imboscate, ad utilizzare colpi di precisione e ordigni improvvisati; in questo clima di guerriglia urbana non poteva mancare quindi un classico insormontabile, il cocktail più amato da tutti i guerrieri del mondo: la Molotov. Inoltre per parola degli stessi sviluppatori, come dicevo prima, essere precisi sarà vitale, dato che le munizioni e le stesse armi saranno giustamente scarse. D’altronde sotto una dittatura è difficile reperire munizioni e armi. Quindi spazio anche alle tattiche stealth, con strangolamenti e sparizioni di nemici nel buio.
Inoltre, cosa interessante mostrata anche nei video, il nostro personaggio potrà modificare fortemente i propri strumenti di morte, partendo dall’arma da fianco fino al classico calibro 12. Sulla personalizzazione dell’equipaggiamento, stando a quanto detto dagli sviluppatori è stato speso tanto tempo e risorse, e questo porterà, nell’idea dei ragazzi di Deep Silver, alla possibilità di avere un equipaggiamento completamente differente per ogni giocatore in base ai propri gusti. Quindi un’altra negazione dei cliché dei videogiochi FPS in cui alla fine tutti usano le stesse armi perché nettamente migliori rispetto ad altre.
Come si costruirà quindi la vostra avventura all’insegna della libertà e dei diritti fondamentali? All’interno di uno spazio libero, uno spazio libero importante e ricco di storia per la precisione. Homefront: The Revolution si svilupperà nel territorio di Philadelphia, che sarà divisa a sua volta in più macroaree che si distingueranno sia per la zona della città in cui ci ritroveremo a combattere sia per la presenza più o meno massiccia dei coreani, al tutto si aggiungono ulteriori zone secondarie. A quanto pare si potrà utilizzare una moto per viaggiare e accorciare quindi gli spostamenti da una zona all’altra, cosa utile soprattutto quando i coreani decidono di attaccarci in massa, obbligandoci quindi ad una precipitosa ritirata. Ovviamente Philadelphia sarà pesantemente devastata dalla guerra e dall’occupazione coreana, ricordiamo infatti che Homefront: The Revolution è ambientato in una realtà distopica, e stando a quanto visto, si può dire che l’atmosfera che si respira è ben contestualizzata, cosa che va ad impreziosire la narrazione e il feeling generale col titolo.
Vi starete chiedendo: come è possibile che un normale cittadino possa affrontare (e magari sconfiggere) una potenza militare così imponente? Semplice, come abbiamo detto prima con la guerriglia, ma non solo. Perché gesti singoli non servirebbero a nulla, bisogna quindi armarsi di sana pazienza (e tante munizioni) e colpire i punti giusti per indebolirle l’esercito e riprendere terreno man mano. Attaccare più volte un punto per poi conquistarlo. Fiancheggiare. Stremare. E alla fine colpire. Mentre fate questo, non scordate mai di rovistare nei rifiuti, saccheggiare corpi e perlustrare le rovine degli spettrali edifici abbandonati. Altra feature interessante è la possibilità di “craftare” diversi oggetti, come delle automobiline esplosive (sì esatto, come in Tremors!), le bellissime molotov e altri simpatici gadget mortali. Facendo una valutazione generale Homefront: The Revolution è un titolo che potrebbe regalarci discrete emozioni, soprattutto in un mercato avaro di idee e saturo di FPS dove il protagonista è un supersoldato ultra tecnologico che può effettuare doppi salti e con armi prive di caratteristiche degne di nota.
Quindi, chi vi scrive fa il tifo per Homefront, ma sopratutto per la resistenza di Philadelphia.
Andiamo a prenderli ragazzi.