Il Baffo di carta

Fumetto e web. Un imprevedibile sodalizio ha sconvolto il panorama editoriale della nona arte, nel nostro paese e non solo; un rapporto che nasce nelle immateriali pagine della rete e approda in pregiati volumoni che occupano stabilmente le librerie. Da Zerocalcare a Labadessa, passando per Sio e tanti altri giovani autori che, da fenomeno social, si sono trasformati in successi duraturi, capaci anche di entrare nell’immaginario dei tanti lettori che li seguono.
Tra questi, piano piano, si sta guadagnando il suo spazio anche il talentuoso Giulio Mosca. Genovese di nascita, ha lasciato a vent’anni la sua città per frequentare Graphic Design e Comunicazione Visiva, a Torino. Un lustro dopo, ha iniziato a pubblicare su Facebook delle storielle che vedono come protagonista un personaggio chiamato “Il Baffo”, una figura baffuta con la particolare pelle blu, che riprende in veste autobiografica l’aspetto del suo stesso creatore. E ora, dopo quasi due anni in cui le vignette hanno spadroneggiato a forza di like e condivisioni, esce il suo primo libro, per le Edizioni Manfont.

Il Baffo sta a vegetare sul divano del suo appartamento, con la testa persa tra pensieri pigri e procrastinatori. Di solito rifiuta ogni offerta di uscita da parte dei suoi amici, per rimanere in casa a trastullarsi in un dolce far niente. Di solito. Una sera, infatti, decide di lanciarsi in una grande avventura notturna con un amico, che l’ha invitato ad accompagnarlo in un suggestivo locale. Una volta dentro, i due si separano e decidono di ricongiungersi al bar per il primo giro di bevute. Il Baffo arriva per primo e ha una strana conversazione col tizio che sta dietro il banco, occupato a fargli delle bizzarre domande. Alla fine, lo invita ad oltrepassare una porta, dietro alla quale si trova l’accesso per un lungo cammino che porterà il nostro protagonista dentro se stesso…

Atteso con impazienza come la vera prova al di fuori dell’eden della rete, La notte dell’oliva di Giulio Mosca ha cominciato al meglio la sua avventura ancor prima di arrivare in fumetteria. Infatti fa parte dei grandi annunci per la collana MF Project della Manfont, insieme a titoli importanti come 18 Days e Avatarex: Destroyer of Darkness, realizzate dal mitico Grant Morrison. Una riconoscenza che, già da subito, indica quali siano le aspettative intorno a questo prodotto. Ma trascurando questa collocazione di pregio, l’esordio assoluto di un autore divenuto in poco tempo una star del regno di Zuckerberg rischia di trasformarsi in uno di quegli avvenimenti che non passeranno inosservati, soprattutto in vista del Lucca Comics And Games. C’è sempre curiosità quando uno di questi fenomeni del pollicione blu sbarcano nella vita reale, e non sempre a questo interesse corrisponde un lavoro all’altezza.
Ci si aspetta molto e il disilluso Baffo ne è perfettamente consapevole. Per questo, la strada scelta per  l’iniziale approdo nel mondo della carta è quella del racconto metaforico dove, all’interno di un’esperienza surreale, si affronta un viaggio dal profondo significato filosofico ed esistenziale.

il baffo la notte dell'oliva
Invece che una narrazione organica e ricca, da un punto di vista testuale, la decisione è quella di percorrere una via minimalista che trasforma l’intera vicenda in una sorta di favola adulta quasi psichedelica, in cui ad ogni passaggio, ogni svolta corrisponde un tema e un messaggio da non lasciarsi sfuggire, per quanto non esattamente complicato da recepire. Alla fine, come spesso capita in questi casi, l’intera vicenda diventa un pretesto per parlare di se stessi, delle proprie ansie, delle proprie angosce, che inquadrano anche le difficoltà di una generazione intera. Un’allegoria che parla dei millenials e del loro perenne male di vivere, che si conclude con un invito, quasi un grido determinato, a non crogiolarsi in questa condizione, bensì a cercare di dare vita a qualcosa che possa restare.

Forse era lecito pretendere qualcosina in più da questo esordio, almeno sul piano della scrittura, che finisce per diventare un manifesto giovanile non inedito né tanto meno troppo innovativo. Alla fine, conclude ripetendo soluzioni che in buona sostanza altri prima di lui hanno fatto, sebbene rappresentate attraverso il personalissimo stile di Mosca. Ed è proprio nel suo tratto, nel suo uso particolare dei colori e dei contrasti, nello sfruttamento iconico delle figure rappresentate che possiamo trovare il meglio di questo ragazzo, alla prima esperienza con una pubblicazione. Anche perché il suo filtro, la lente attraverso cui guarda il mondo, può davvero individuare una sfumatura, un dettaglio che sfugge ai più e che merita di essere riportato. In definitiva qualcosa di buono si è visto, ma la speranza è che non si tratti solo di un fuoco di paglia e che, simile a tanti prima di lui, possa piano piano evolversi e riuscire a “creare” davvero, come lui stesso si augura alla fine del volume. Se così fosse, ne sentiremo parlare ancora.

il baffo la notte dell'oliva

Verdetto:

L’opera prima di Giulio Mosca è una fiaba allegorica e surreale, dove in un viaggio fatto di scene e insoliti incontri si cela la meta della consapevolezza. Un esordio interessante anche se non esattamente strabordante che lascia comunque ben sperare per il futuro.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!