Se c’è una città capace di coniugare il mio amore per il cibo con quello per la cultura nerd, quella città è senz’altro Modena.
Quando penso a Modena le prime cose che mi vengono in mente sono lo gnocco fritto, le tigelle e l’infinità di salumi tipici di quella zona, così come la mia parte nerd al solo sentir parlare della città emiliana pensa subito a una cosa: Panini.
Solo che in questo caso non si tratta di cibo, bensì della celebre azienda che nel 1961 ha fatto conoscere all’Italia le figurine.
E proprio alle figurine Modena ha dedicato un museo, in cui si ripercorre tutta la loro storia, dagli albori (sapevate che esistevano una sorta di primitive figurine stampate su pietra? Qui trovate perfino quelle) fino ai giorni nostri con una meravigliosa collezione permanente e mostre temporanee.
BREVE STORIA DELLA FIGURINA
Benché le origini delle figurine siano antichissime, la loro diffusione era in origine molto limitata, perché si utilizzavano tecniche antiquate come la calcografia, che ne limitavano molto la diffusione su larga scala. Oltretutto si trattava soprattutto di immagini legate alla religione.
L’invenzione della cromolitografia nel 1837 ha reso possibile la produzione di grandi quantità di immagini a basso costo, ampliando inoltre di gran lunga la gamma cromatica. Le prime figurine più simili a come le intendiamo oggi erano di carattere pubblicitario, e in questo senso un grandissimo apporto alla storia della figurina fu data dalla Liebig, un’azienda produttrice di estratto di carne, che produsse un’enorme quantità di figurine e gadget stampati, distribuendoli in omaggio con l’acquisto dei propri prodotti.
Una parte del museo tratta proprio di questo, e accompagna il visitatore fino agli anni ’60, dove troviamo i primi album dedicati ai calciatori, agli sportivi in generale, ma anche a cantanti, programmi TV e film, che hanno contribuito a diffondere così tanto la figurina fino a farla crescere al rango di filone editoriale a se stante.
CELO. CELO. MANGA.
L’altra parte del museo è invece dedicata alle esibizioni temporanee. Fino al 30 agosto sono in mostra gli anni ’80 e ’90, e quindi il trionfo dei primi anime trasmessi in Italia con album di figurine a loro dedicati. Kiss me Licia, Heidi, Candy Candy, Magica Emi, fino a quelli “sportivi” come Holly e Benji su tutti, ma anche Mila e Shiro, Mimì e la nazionale di pallavolo, oltre ovviamente a tutti i mech e robottoni vari quali Mazinga o Jeeg, sono tutti in mostra con figurine, filmati e gadget vari.
E non mancano poi le trashate più totali come le figurine dei Duran Duran, o gli album delle Spice Girls e dei Take That, ma ehi, mica solo cose buone sono accadute in quei due decenni.
Una piccola sezione è poi dedicata anche ai videogiochi. In realtà c’è ben poco, un Gameboy con qualche cartuccia storica e un album di figurine dedicato al mondo Nintendo, ma insomma tutto fa brodo.
Per finire, sempre tra le esposizioni temporanee, è presente la sezione Star Wars, che è un po’ il trionfo del nerdismo: spade laser, gadget di ogni tipo, pupazzetti vari affollano una sezione che agli appassionati farà senz’altro piacere. A completare il tutto uno Yoda di Lego a grandezza naturale.
Insomma il Museo della Figurina rende il giusto omaggio a un mezzo di comunicazione ingiustamente sottovalutato, che viene così visto non più come semplice passatempo destinato ai ragazzini, ma come un modo per raccontare ciò che ci succede attorno e come cambia la società, una sorta di “archivio adesivo” se vogliamo.
Se vi capita di passare dalle parti di Modena fateci un salto, l’ingresso è anche gratuito.