Infinite: su Prime Video arriva un nuovo e noiosissimo sci-fi di Antoine Fuqua con Mark Wahlberg
Ottobre 2021 sembra già il mese di Antoine Fuqua, con due film distribuiti in Italia sulle principiali piattaforme di streaming, a distanza di pochi giorni. Se però di The Guilty, il remake hollywoodiano con Jake Gyllenhaal protagonista, avevamo parlato discretamente bene, non possiamo fare lo stesso con Infinite, il suo nuovo action-thriller-scifi appena parcheggiato su Prime Video, con il suo fedele Mark Wahlberg alla guida.
E usiamo la metafora delle macchine perché una delle migliori sequenze sta proprio nell’incipit di un film che si maschera da una sorta di grand theft auto adrenalico in salsa vagamente fantascientifica, per poi destarci subito da questo bel sogno e riposizionando i nostri piedi saldamente sulla terra, lasciandoci storditi, al pari del protagonista Wahlberg.
Egli è Evan McCauley, un uomo ossessionato da ricordi di luoghi che non ha mai visitato e situazioni che non ha mai vissuto, ma che gli hanno creato enormi problemi dal punto di vista lavorativo e sociale, arrivando persino a farsi internare in una struttura per qualche mese, con la diagnosi di schizofrenia. Ma è davvero così? Da dove provengono questi ricordi?
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Un film che vorremmo dimenticare
È piuttosto chiaro dove vuole arrivare il film di Fuqua, anche per chi non ha letto il libro da cui è tratto, The Reincarnationist Papers, di D. Eric Maikranz. La reincarnazione è alla base di quest’opera e permea anche lo spec scrip di Ian Shorr, descritto come la fusione tra Wanted – Scegli il tuo destino e Matrix (con tanto di scuse alle sorelle Wachowski, presumiamo), e che ha spinto probabilmente la Paramount ad acquistarne i diritti.
Non sveliamo ulteriori dettagli di trama per non rovinare anche quel poco di interessante che gli utenti di Prime Video potrebbero trovare in Infinite, perché comunque al netto della riuscita finale l’idea di base, pur se abusata e vista in numerose salse dalla letteratura alla settimana arte, resta sempre intrigante, a maggior ragione in questa versione che ci regala uno scenario in cui due opposte fazioni entrano in guerra per la sopravvivenza (o la fine) dell’umanità.
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Il problema principale del film di Fuqua risiede forse nell’eccessiva quantità di informazioni, sciorinata in modo confuso e poco entusiasmante, da rendere noiosa una narrazione che paradossalmente non si ferma mai, ma che non sa catturare l’attenzione dello spettatore, spingendolo probabilmente a cercare rifugio nello smartphone.
I personaggi proposti sono tanti ma nessuno sembra prendere il controllo della situazione, e chi dovrebbe, ovvero Mark Wahlberg, è troppo spento e disorientato fornendoci un’interpretazione ben lontana dal Bob Lee Swagger di Shooter.
Se pensiamo a Wahlberg, a Fuqua e la possibilità di giocare con un personaggio in grado di costruire una katana grazie ai ricordi ci esaltiamo all’idea di cosa possa venir fuori, ma quando assistiamo al risultato la delusione è cocente.
E nemmeno gli altri hanno la possibilità di far risalire la china a Infinite, a partire dal villain Bathurst, interpretato da Chiwetel Ejiofor con un’espressività esagerata e a tratti fastidiosa, quasi a bilanciare quella totalmente assente in Wahlberg.
Dal punto di vista tecnico Infinite di certo non delude, con la fotografia di Mauro Fiore, fedelissimo del regista, che esalta le sequenze action e di combattimento, che invece dal canto loro non ci fanno strabuzzare gli occhi ed è un peccato visto il materiale di cui disponeva uno come Fuqua, tra i migliori in questo campo.
Nel complesso Infinite (su Prime Video) rappresenta una gigantesca delusione e un film difficilmente etichettabile persino come prodotto d’entertainment, poiché più che intrattenere ci fa perdere tempo.
La speranza, quantomeno, è che non si reincarni in un sequel.