Folklore e cyberpunk.

Dopo i primi due volumi in cui ci viene presentata a grandi linee la vicenda di Injection eccoci arrivati al terzo volume. La grande domanda che dobbiamo porci giunti a questo punto è se il fumetto opera di Warren Ellis stia iniziando un percorso di crescita o se si stia piuttosto attestando su uno standard, continuando a percorrere il solco già tracciato in precedenza con gli altri volumi.

Chi si aspetta grandi sconvolgimenti in questo nuovo numero forse resterà deluso. Ancora una volta ci troviamo di fronte a uno scenario che vede gli agenti del FPI di Maria Kilbride confrontarsi con l’Inoculazione, il virus nato dall’unione di magia e tecnologia ribellatosi ai suoi creatori e deciso a sfruttare tanto la rete quanto le forze mistiche sparse nel mondo pur di affermarsi.

Niente di nuovo sul fronte Injection dunque? Non proprio. Qualcosa, dietro le quinte, sembra muoversi. Gli equilibri stabiliti all’interno dei primi due volumi sembrano alterarsi e le cose, poco alla volta, sembrano ridefinire lo scenario che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare fin qui.

Grande protagonista di questo nuovo volume è l’hacker Brigid Roth, già conosciuta nei precedenti volumi, la quale viene contattata dalla dottoressa Kilbride per indagare sul ritrovamento di uno scheletro nel pressi di un sito archeologico in Cornovaglia, il Mellion’s Tor.

La ragazza viene contattata essendo l’unica in grado di analizzare su una misteriosa traccia energetica comparsa nel sito archeologico. Brigid, dopo aver reclutato sul campo la giovane ricercatrice Emma Beaufort, inizia a indagare sulla storia del luogo, scoprendo che il cerchio di pietre in cui è capitata in realtà era un antico passaggio per l’Oltre Mondo, un luogo abitato da entità sovrannaturali.

Per poter capire meglio quando appena successo decide di contattare una studiosa locale, la professoressa Derwa Kernick, che le racconterà della leggenda della Casa Fredda, un luogo dove i criminali venivano lasciati incatenati al tramonto, per poi essere ritrovati ridotti a scheletri il giorno dopo. Un vero e proprio sacrificio umano per l’Oltre Mondo, un modo per tenere buoni gli spiriti dando loro le vite di criminali e predicatori cristiani troppo convinti. Brigid sembra addentrarsi sempre più in una realtà paranormale, costretta a convincere in una strana dimensione dove solo la tecnologia di cui è profonda conoscitrice può essere l’argine per una catastrofe mistica. O, forse, potrebbe esserne proprio l’interruttore.

Nel frattempo, a Londra, Robert Morel ha preso il proprio posto come Breaker presso il Ministero del Tempo e delle Misuri del governo britannico, carica che lo riconosce come la più alta autorità del Commonwealth nello studio del paranormale. La sua presenza a Breaker’s Yard porterà inevitabilmente a riscrivere gli equilibri politici nella caccia all’Inoculazione.

Ancora una volta ci troviamo di fronte al solito connubio tra folklore britannico e fantascienza a cui Ellis ci ha abituato con i primi volumi di Injection. Per la prima volta le azioni dell’Inoculazione sembrano avere un senso, dando l’impressione al lettore che la trama stia iniziando a prendere una propria forma e complessità. Nel mentre anche l’arrivo di Rob nelle fila del governo di sua maestà britannica sembra dare una nuova scossa alle vicende, suggerendo che preso il dottor Morel possa avere un ruolo ben più importante all’interno della vicenda.

La vera protagonista di questo volume è comunque Brigid, chiamata per la prima volta a proporsi come protagonista all’interno della storia. Il suo rapporto con l’Inoculazione sembra essere leggermente diverso rispetto a quello dei colleghi che, come lei, hanno contribuito a creare questa minaccia, abbastanza da scomodarsi per cercare di contattarla e parlarle di persona.

Brigid appare come un personaggio molto diverso da quelli che abbiamo conosciuto fino a questo momento. Non è analitica come Viv o pragmatica come la dottoressa Kilbride, ma si dimostra capace di fare fronte alle situazioni a testa alta, il tutto condito da una buona dose di humor nero, sempre adatto ad alleggerire anche le peggiori situazioni.

Insomma, Injection non smette di appassionare i propri lettori, pur continuando a cambiare i propri protagonisti e i temi che vengono proposti all’interno della storia. Il tutto condito dagli splendidi disegni di Declan Shalvey, colorati da Jordie Bellaire capaci di raggiungere il proprio apice mostrando, verso il finale, alcune soluzioni in tricromia piuttosto originali.

Verdetto

Injection continua a convincere. La trama inizia a mostrare qualche timido cambiamento all’interno dei propri equilibri, lasciando presagire un futuro ricco di sorprese. Nel frattempo il presente dà al lettore il solito ottimo connubio di fantasy e fantascienza, permettendo ai lettori di appassionarsi a una storia che sembra voler svelare le proprie carte solo poco alla volta, stimolando l’immaginazione.

 

 

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.