Da Xena a Ash Vs Evil Dead, passando per Battlestar Galactica sino per la sensuale violenza di Spartacus

L’attesa è un fremito. Attendo con impazienza all’ingresso del teatro che fa da snodo centrale ai padiglioni del Napoli Comicon. Il caos tutto attorno e la calura afosa non sono d’aiuto. Dentro il teatro i fan, nerd o meno che siano, si sono accalcati per salutare degnamente Ash Vs Evil Dead, la serie Starz (in Italia in esclusiva su Infinity) che con l’ultimo episodio della terza stagione dice definitivamente addio agli schermi. In questo momento non mi frega poi molto. Dietro il teatro, nel backstage, con un sorriso contagioso ed una presenza a dir poco giunonica, Lucy Lawless mi aspetta per una delle sue ultime interviste della giornata. Di gente ne ho intervistata nella mia vita, dal videogame allo spettacolo, passando per attori e doppiatori, e persino musicisti. Ma, diamine, sto per incontrare Xena, sogno bagnato di buona parte dei nerd di questo mondo.

Da Xena a Battlestar Galactica, passando per la sensuale violenza di Spartacus, Lucy Lawless si è consolidata come uno dei grandi miti della TV, cavalcando una popolarità che, praticamente dagli anni ’90, ha conosciuto ben poche battute d’arresto. Si presenta stringendomi la mano, con un sorriso luminoso e raggiante. Del resto, si sa bene in rete, la Lawless ama l’Italia (che frequenta più spesso di quanto si penserebbe) e accenna a presentarsi in un italiano dall’accento stravagante, dimostrandosi veramente a suo agio. Sciorino convenevoli veloci, come sempre in questi frangenti il tempo è tiranno, mentre dall’altra parte del backstage si sentono le casse prepotenti che in sala emettono un rumore di spari e sega elettrica. Per inciso, prima che me lo chiediate nei commenti: “si, a 50 anni è ancora decisamente in forma”.

Possiamo tranquillamente dire che sei un’icona granitica del mondo delle serie TV, e visto che Xena è un prodotto squisitamente “novantino”, sarei curioso di chiederti com’è cambiato in termini di approccio attoriale ma anche di impatto mediatico il modo di fare serie TV. Quali sono le differenze tra essere un’icona degli anni ’90 e una degli anni Duemila?

Quello che è successo in questi anni è che il pubblico è diventato più sofisticato e il gusto per le serie è cambiato, ma è una situazione ciclica, magari c’è un periodo in cui il pubblico chiede suspense e si appassiona ai thriller, per poi passare a qualcos’altro, come le commedie, o le storie d’amore, e avanti così. E credo che questo sia un momento storico in cui le cose si sono fatte così complicate, c’è così tanta sfiducia nei mezzi d’informazione, le persone sono affamate di esempi di bontà e gentilezza, per cui penso che la fase in cui stiamo entrando sia quella in cui le persone vogliono qualcosa in cui sperare.

Credi che le serie TV siano cambiate a causa delle persone che le guardano, o che certe variazioni siano decise dall’industria?

Gli spettatori sono senza dubbio una forza del mercato.

Possiamo dire che sono loro a decidere cosa vogliono guardare, e quindi cosa deve essere prodotto?

Sì, ma dobbiamo valutare anche un’altra variabile: il modo in cui guardiamo le serie TV adesso, con le piattaforme di streaming. Non stiamo guardando la TV negli anni ’90, ogni giorno alla stessa ora, con Xena in TV ogni mattina prima di andare a scuola; ora puoi guardare tutti e trenta gli episodi di Ash Vs. Evil Dead su Infinity in una settimana, magari anche in tre giorni, perché ne hai la possibilità. Quindi la maniera in cui le persone fruiscono il prodotto è diversa e il mercato si allinea a questa tendenza; in questo modo più gli spettatori desiderano un prodotto, più potere ottengono sul mercato. Perciò sì, è un po’ come pagare per la pubblicità, solo che in questo caso paghi l’iscrizione al servizio, e quindi diventi una forza del mercato.
Gli studios creano sempre dei prodotti che sperano possano incontrare il favore del pubblico, e magari potrebbe piacere, ma non si riesce a trovare; questa è la difficoltà di questi tempi: ci sono così tante ragioni per cui una serie può non andare bene, alle persone potrebbe non piacere, ma potrebbero anche non averla semplicemente vista, non averla mai scoperta.

Ti consideri un’icona femminista?

No.

Questo un po’ mi spiazza, perché secondo me Xena lo è.

Beh, suppongo che lei lo sia.
Non passo molto tempo a riflettere su me stessa, voglio solo fare cose che mi piacciono.
Forse è una cosa egoista, forse dovrei passare più tempo a guardarmi dall’esterno, ma a chi importa, vogliamo solo fare solo le cose che ci piacciono, ma Xena sì, penso che Xena possa essere definita così.

A proposito di Xena, c’è una cosa che devi sapere su noi di Stay Nerd. Il nostro mito, la nostra icona, è Iolao, il personaggio della serie Herclues con Kevin Sorbo.

Iolao? Davvero? Come è possibile?

Beh, semplicemente perché è un figo!

E buffo!

Esatto, e non gliene frega niente di niente, lui vuole solo bere e scopare.

Sai, Michael Hurst, che ha interpretato Iolao, è un meraviglioso regista, ha anche diretto alcuni episodi di Ash vs Evil Dead, e abbiamo appena lavorato insieme a teatro in Nuova Zelanda, un musical diretto da lui, ed è veramente un grande uomo.

Non stento a crederlo! Noi lo adoriamo, e lo so che a qualcuno suonerà strano ma, per favore, la prossima volta potrai dirgli che in Italia ha una nutrita schiera di fan!

Glielo dirò (ride).

Tornando seri. In Spartacus interpreti il ruolo di Lucretia, questa matrona romana dal carattere forte, ma profondamente diversa dal ruolo di Xena a cui siamo stati abituati. Beh, devo dirti che all’inizio non ti ci vedevo in quel ruolo, ma poi la serie è andata avanti e… wow!

Ti ringrazio molto!

intervista lucy lawless

Di sicuro non era un ruolo facile, come immagino non lo sia stato quello più recente e sanguinolento di Ruby. Insomma da Xena a Ash Vs The Evil Dead. Qual è stato il percorso che ti ha portato attraverso questi personaggi?

E in mezzo c’è stato anche Battlestar Galactica!
Di sicuro è stato un viaggio strano quello che da Xena mi ha portata qui, ma mi sento così fortunata ad aver affrontato un percorso simile, e credo proprio che quello di Lucretia sia il mio ruolo preferito: è stato molto duro, certe volte molto impegnativo, un ruolo difficile, ma quando ti si presenta una sfida sei ancora più spronato a dare il massimo. Per questo è il mio preferito.