La nostra intervista a Nathalie Rapti Gomez, la Kate Baker della serie Sky “Diavoli”, con Alessandro Borghi e Patrick Dempsey

Venerdì 17 aprile debutterà su Sky Atlantic Diavoli (Devils), una serie TV di genere thriller con protagonisti Alessandro Borghi e Patrick Dempsey, tratta dal romanzo omonimo di Guido Maria Brera. Nel cast, nelle vesti di Kate Baker, assistente di Alessandro Borghi, c’è Nathalie Rapti Gomez. Nonostante le difficoltà dettate dalla quarantena l’abbiamo intervistata, ed ecco a voi il resoconto della nostra lunga chiacchierata via telefono.

nathalie rapti gomez
ph: Riccardo Riande

 

Il 17 aprile debutterà Diavoli, una miniserie TV che è una grande produzione Sky con Alessandro Borghi e Patrick Dempsey protagonisti, e ci sarai anche tu, ovviamente. Se ne parla già molto e sembra aver attirato immediatamente la curiosità dell’utenza.
Quale potrebbe essere un punto di forza di questo show, secondo te?

Beh, la serie è basata sul romanzo di Guido Maria Brera, ed è una vicenda che ruota attorno a una cospirazione finanziaria mondiale scoperta da un gruppo di uomini d’affari di una grande banca d’investimento. È una coproduzione dove tutti noi attori abbiamo recitato in inglese, per cui vale la pena vederla in lingua originale per godersela appieno.

Tu interpreterai Kate Baker. Raccontaci un po’ il tuo personaggio.

Kate Baker sarà presente nelle scene in ufficio nella banca, e sarà spesso al fianco di Massimo Ruggero (Alessandro Borghi) come sua assistente. Kate è discreta e gli è molto leale. È un ruolo che spero si sviluppi nelle prossime stagioni, ma ancora non si sa qualcosa di ufficiale. 

Come sei stata scritturata per questa serie? Puoi raccontarci come è andata?

Ho fatto due provini. Il primo era generico: una chiacchiera con il direttore casting. Per il secondo invece ho avuto le scene di Kate Baker che ho preparato e presentato in accento british. A primo impatto sembrava che fosse andato bene ed io ero molto contenta di aver avuto la possibilità di fare un provino per un ruolo così diverso dagli altri interpretati fino a quel momento. Questo personaggio era gelido, almeno così me lo sono immaginato.
Dopo tre settimane però ancora non ricevevo nessuna notizia, al che me ne ero fatta una ragione, credendo che non mi avessero preso.

Dopo qualche settimana ancora invece, mentre sono in palestra e mi preparo per tornare a casa, noto 5 telefonate perse e un messaggio dal mio agente. Leggo il messaggio, e dice: “Chiamami subito, è urgente. Ti hanno preso per Devils!”.
La chiamo immediatamente, euforica, e lei al telefono altrettanto entusiasta mi dice: “Fra un’ora fatti trovare pronta, perché vengono a prenderti per fare una prova costume sul set di Devils. E domani inizi le riprese”.
Un’ora dopo sono sul set, provando dei taller Armani per Kate Baker. Andiamo a far vedere il look al regista che approva felice e dopo qualche minuto spunta dietro le sue spalle anche Alessandro Borghi, che mi presentano, ma con sorpresa di tutti ci conoscevamo già da vari eventi pubblici, e ci siamo salutati calorosamente. Mi sono sentita subito a casa e il giorno dopo ho iniziato le riprese.

nathalie rapti gomez


Anche se non sei nata in Italia, dopo tutti questi anni possiamo dire che sei italiana d’adozione. Per l’Italia il successo che sta ottenendo Alessandro Borghi, anche a livello internazionale, è un vanto, anche perché purtroppo non capita così spesso.
Com’è lavorare con lui? E con Dempsey?

Partiamo dal presupposto che Alessandro Borghi è uno dei miei attori italiani preferiti. Primo perché a mio parere è bravissimo, e secondo perché resta umile e umano con tutti. Sul set era esattamente così. Non mi è sembrato mai arrogante o pieno di sé. Poi è anche molto professionale e perfezionista e adoro le persone fatte in questo modo. Patrick Dempsey era gentilissimo ma con lui ho avuto poco a che fare in scena. Ho fatto molta amicizia con l’attore emergente Malachi Kirby, che interpreta uno dei personaggi che lavora a stretto contatto con Massimo Ruggero. Anche lui è un bravissimo attore londinese e spesso ci perdevamo in lunghissime chiacchiere su come gestire al meglio i nostri personaggi e la vita in generale.

Tu peraltro hai già lavorato in produzioni importanti internazionali, come nel caso di Black Butterfly di Brian Goodman, in cui c’erano attori come Antonio Banderas… Cosa puoi raccontarci di quell’esperienza?

È stato un “flash” quando ho visto Antonio Banderas per la prima volta. Io stavo scendendo dal camper dove mi avevano appena truccata, e lui saliva. È stato davvero interessante osservarlo mentre recitava. Ho notato che era tanto tecnico. Si è mostrato sempre disponibile ed emana una notevole passione per il suo lavoro.

In Italia hai avuto ruoli importanti in fiction molto apprezzate, come Sangue caldo o Le due facce dell’amore. Quali sono le principali differenze per un attore tra lavorare con una produzione italiana o per grandi produzioni, come Diavoli o appunto il già citato Black Butterfly?

Sui set internazionali ho sempre notato un’organizzazione differente anche perché si ha a che fare con attori abituati a standard molto diversi da quelli adottati in Italia. Per fare un esempio un po’ anticonvenzionale, una cosa che mi è piaciuta molto sul set di Diavoli, è che per la colazione erano disponibili le uova all’occhio di bue con il bacon e le verdure. Io ero felicissima perché se mangio il cornetto con il cappuccino dopo un’ora ho una fame bestiale. Così almeno mi sentivo piena di energia la mattina, e non dovevo abusare con il caffè.

Sembra che dopo un periodo di appannamento, il cinema italiano, seppur con fatica, stia provando a tornare grande. Penso agli straordinari successi di Dogman o Il traditore, per citarne un paio, ma anche film molto apprezzati all’estero come ad esempio Lo chiamavano Jeeg Robot o serie che riscuotono successo ovunque come Gomorra, o ancora esperimenti vincenti e riusciti come Ride, a cui tu hai anche partecipato. A cosa pensi sia dovuto questo cambio di passo? Secondo te abbiamo semplicemente una migliore generazione di attori, registi e sceneggiatori oppure il successo di alcuni prodotti come quelli citati, a partire da Gomorra, hanno fatto pian piano da traino e c’è più fiducia nei nostri talenti?

Non ti so dire con certezza, ma credo che siano state anche le produzioni estere a voler ritornare a lavorare con i talenti italiani. Forse anche per una questione di budget ridotti in generale, e per le location e il talento che in Italia c’è da sempre.
Posso farti anche l’esempio di Penny On Mars, una serie Disney che ho girato a Milano e che è stata anche questa una coproduzione con l’Inghilterra ma che è uno spin-off di Alex & CO, una serie Disney completamente Italiana. Uscirà tra l’altro prossimamente sul nuovo canale online, Disney+.
In Penny On Mars la troupe è italiana, ma la maggior parte degli attori sono inglesi. Io interpreto Ella Johnson, l’insegnante di letteratura all’interno di una scuola d’arte dove si insegna, canto, recitazione, e ballo. Siamo arrivati a fare la terza stagione, quindi le coproduzioni credo che funzionino alla grande ormai.

nathalie rapti gomez

Il film preferito di Nathalie Rapti Gomez?

Mi piacciono molto i film onirici e in cui ti immergi in una prospettiva di realtà parallela come Inception. In più mi piacciono molto le biografie come Amadeus, perché sono un’appassionata di musica e della composizione musicale. Devo anche dire però che i miei film preferiti possono cambiare di volta in volta. Mi sono piaciuti molto anche The Square, Enter The Void e Parasite.

Se avessi potuto scegliere un personaggio di un grande film, quale avresti voluto interpretare? E con chi ti piacerebbe lavorare dei grandi registi italiani o anche stranieri?

A dirti la verità mi sarebbe piaciuto tantissimo interpretare Harley Quinn! Adoro i personaggi femminili cazzuti. Come regista mi piacerebbe tantissimo lavorare con Guadagnino.

Cosa vedi nel futuro professionale di Nathalie Rapti Gomez? Vuoi parlarci di qualche progetto?

Non ti posso svelare molto, sono scaramantica. Di sicuro spero che la mia carriera mi porti a interpretare dei ruoli sempre stimolanti e diversi fra di loro. Invece per quanto riguarda gli altri progetti, tenete sott’occhio Penny On Mars su Disney Plus se avete nipoti o figli. Spero vi piacerà.

(Foto copertina di Riccardo Riande).

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.