Stay Nerd ha avuto il piacere di intervistare James Moran, sceneggiatore televisivo e cinematografico. Lo scrittore britannico è stato ospite di un evento romano dedicato a Doctor Who (organizzato da Proiezioni Mentali) in qualità di autore di uno degli episodio della saga sul famoso Dottore: “Il fuoco di Pompei“.
James Moran si è occupato inoltre dello spin-off della celebre serie inglese, Thorchwood e ha scritto film come Severance e Cockneys vs Zombies. Ecco cosa ci ha raccontato.
Prima di tutto vorrei sapere qualcosa sul tuo percorso personale. Come sei diventato sceneggiatore? È qualcosa che hai sempre voluto fare?
Si, scrivo storie da quando ero un bimbo di 4 anni. In prima elementare avevo già scritto piccole storie che mi piaceva molto leggere ai miei amici. È una cosa che mi è sempre venuta spontanea e di conseguenza diventare sceneggiatore era il mio sogno, ma non avrei mai immaginato che diventasse alla fine davvero la mia professione.
Com’è scrivere per una serie con una storia cosi lunga alle spalle come quella di Doctor Who? È stato difficile scrivere un episodio che fosse coerente con un tutto il trascorso delle vicende e dei personaggi?
Più che altro è molto, molto, spaventoso. Dieci milioni di persone seguono e conoscono Doctor Who e io stesso sono uno spettatore assiduo fin dalla mia infanzia. È lo show inglese più grande e importante, c’è molta molta pressione. Quindi sicuramente direi che è molto difficile, ma anche davvero eccitante.
C’è stato molto studio dietro la stesura dell’episodio che hai scritto per la serie?
Sì, ho letto qualche libro sulla storia di Pompei. Ho fatto, diciamo, una piccola ricerca per assicurarmi che l’eruzione del vulcano e tutto il contesto attorno fossero il più accurati possibile, eccetto la parte degli alieni ovviamente!
Qual è la tua versione preferita del Dottore, considerando l’intera serie dalle sue origini?
Senza dubbio Tom Baker, quello con cui sono cresciuto e ho cominciato ad amare lo show. Il primo episodio che vidi fu City of Death, anche se ormai ricordo solo il finale di quella puntata.
Pensi che un giorno spiegheranno cosa c’è dietro le diverse apparizioni dell’attore Peter Capaldi nello show? Perché lo abbiamo visto prima ne “Il fuoco di Pompei” nel ruolo di abitante di Pompei, successivamente nello spin-off Torchwood e in fine nei panni del Dottore in persona?
In realtà davvero non lo so se lo spiegheranno mai, ma lo spero perché effettivamente mi piacerebbe saperlo. Gli autori hanno una spiegazione per tutto questo, ma non saprei dire se un giorno la useranno o no. Effettivamente non devono farlo per forza, ma sarebbe interessante dare indizi sulla cosa con qualche suggerimento o piccolo dettaglio che i fan possano cogliere. Davvero, spero lo facciano perché anche io sono molto curioso.
Hai una preferenza tra il lavoro per il cinema e quello per la televisione? Quale sceneggiatura trovi più difficile da scrivere?
Penso proprio che tutto sommato siano ugualmente difficoltose. Nei film devi partire da zero e curare molto storia e personaggi originali in modo che sia tutto convincente. Nelle serie tv esistono già una storia e i personaggi, ma devi fare molta attenzione che dialoghi e le situazioni siano assolutamente coerenti con tutto questo. A modo loro quindi hanno entrambe aspetti davvero delicati.
In molte delle tue storie, come ad esempio nel film Severance, o anche Cockneys vs Zombies, combini molto elementi di humor con altri più macabri e horror. È importante per te che anche le storie maggiormente drammatiche e con un contesto “serio” non si prendano troppo sul serio?
Sì, assolutamente. Ho scritto cose molto seriose che però hanno in tutti i casi qualche momento di humor più leggero. Penso che se ti trovi in una situazione pericolosa, non ti stai certo divertendo, ma prendertene gioco, in qualche modo ti fa sentire meglio e ti incoraggia ad andare avanti. Non importa quanto sia drammatica la sceneggiatura, è un tipo di approccio che voglio sempre cercare di trasmettere attraverso i miei personaggi.
Qual è il tuo film horror preferito e perché?
Non posso proprio sceglierne solo uno. Amo molto gli horror degli anni ’70 perché sono cresciuto guardandoli, quindi parlo dell’originale Halloween, La Cosa, A Nightmare on Elm Street (anche se non è degli anni settanta lo colloco nello stesso filone). Erano molto realistici a modo loro e decisamente belli!
Ti sei occupato anche della sceneggiatura del videogioco ”Doctor Who: The Adventure Games”. Com’è stato scrivere per un media cosi diverso rispetto al cinema e alla televisione?
Oh, è stato davvero difficile. Mi chiamarono dicendo che avevano intenzione di produrre un gioco sul Doctor Who e di collaborare con loro perché avevano pronto il design del gioco ma gli mancava una storia. Accettai. Mi dissero allora che dovevo scrivere una storia che prevedesse gli elementi di gameplay che avevano in mente, e questa è stata la parte più complicata. In un film, scrivi tutta la storia, dall’inizio alla fine. Per un videogioco invece, devi scrivere tutto quello che succede prima che parta l’azione del giocatore e poi direttamente la parte finale. È stato molto… strano come lavoro. Inoltre, devi scrivere molti dialoghi extra per tutte le scelte che il videogame mette a disposizione: ad esempio, ogni volta che il giocatore apre una porta che non è quella giusta, ci vuole un dialogo diverso, e cosi via per ogni singola possibilità offerta dall’avventura! Non molto divertente a dire il vero (ridendo NdR).
Sei un videogiocatore?
Sì certo, assolutamente.
Qual è il tuo genere di videogame preferito?
Il primo Silent Hill è il mio gioco preferito in assoluto. Ho preso recentemente l’HD collection perché avevo voglia di giocare SIlent Hill 2 e 3, sono dei grandi giochi. Adoro anche Resident Evil, la saga di Uncharted e tutti i giochi con una bella storia, e molta azione, dove si combatte, si spara, ci sono esplosioni, ecc. (ride NdR.).
Un’ultima domanda James, vedremo mai un altro episodio di Doctor Who scritto da te?
Non saprei, ma lo spero molto! Sanno che se mi vogliono ancora per questo, io tornerei a scrivere per la serie con molto piacere quindi… tutto è possibile.