A Romics 29 abbiamo intervistato Stefano Nardella e Vincenzo Bizzarri, rispettivamente autore e illustratore de Gli Assediati, fumetto edito da BD
Gli Assediati è un racconto impegnato, di vita vissuta. Come nasce? C’è qualche storia in particolare legata a quest’opera?
Stefano Nardella: Sia con questo libro che con il precedente, Il paese dei tre santi, abbiamo cercato di raccontare uno spaccato della nostra terra. Noi veniamo da Foggia, dalla Puglia, e abbiamo cercato di raccontare gli aspetti suburbani della nostra città. Il protagonista, il pittore pazzo, è ispirato a un personaggio realmente esistito che era un pittore che viveva barricato nel proprio appartamento e produceva quadri per i criminali della città. Da lì ci siamo ispirati per creare il personaggio e tutta la storia.
Com’è il vostro rapporto lavorativo, dato che siete cugini?
Stefano Nardella: Abbiamo un modo di lavorare atipico, a quattro mani, fino all’ultima pagina cerchiamo di confrontarci e possiamo fare modifiche strada facendo.
Vincenzo Bizzarri: Il nostro è un amore odio (ride n.d.R.). C’è molta confidenza, quindi le cose vengono abbastanza naturali. È bello perché avere un rapporto così con lo sceneggiatore, con cui ci si può confrontare con molta schiettezza non è da tutti.
Ci si può dare consigli anche sull’altro piano artistico, a vicenda.
Stefano Nardella: Sì, sicuramente. Vincenzo interviene molto anche sui dialoghi, io magari sull’aspetto del disegno intervengo meno per questioni di competenza, ma questo lavoro a quattro mani ci piace.
Vincenzo Bizzarri: Mentre sto disegnando e non ho ancora inquadrato il personaggio, Stefano mi dà tanti feedback e alcune idee. E piano piano si aggiusta il tiro. Spesso gli sceneggiatori ti mandano foto di attori e di esempi, invece con Stefano a volte si costruisce man mano insieme direttamente sul foglio.
Ho notato che ne Gli assediati le tavole mantengono questa sorta di inchiostratura stilistica che mi ricorda per alcuni versi The Killing Joke, quando il Joker racconta il suo passato, e c’erano quei toni di rosso e di arancione che spiccavano.
Vincenzo Bizzarri: Ora che mi ci fai pensare ovviamente sì, ma chiaramente non è voluto. Quella che è cercata e voluta invece è la scelta di dare contrasti forti, perché la storia è forte ed impegnativa, e volevo dare il focus su alcuni particolari ma anche sull’ambientazione, che crea questi contrasti tra i verdi, i rossi e i numerosi neri. Perché è molto noir. Ho lavorato molto per trovare quelle colorazioni, che cambiano a seconda del momento.
Clicca qui per il video dell’intervista completa a Stefano Nardella e Vincenzo Bizzarri.