Guarnaccia nello spazio
Sapevamo che prometteva bene, Francesco Guarnaccia. Del resto, noi di Stay Nerd lo avevamo intervistato in occasione dell’ARF! 2017 e della sua vittoria al premio Bartoli col Cavalier Inservente. Già allora si vedeva che questo baldo fumettista aveva le idee chiare e un talento sopra le righe. E, soprattutto, ai tempi ci aveva confidato di essere al lavoro su un volume per i tipi di Bao Publishing, che sarebbe dovuto uscire nell’anno successivo.
Infine, eccolo qui: Iperurania, un graphic novel interessante, dinamico e colorato che proietta il suo autore direttamente nelle più prestigiose librerie e fumetterie d’Italia. Come sarà andato, il grande passo?
In un futuro lontano, l’umanità ha colonizzato le stelle e si è sparpagliata in giro per le galassie alla ricerca di un nuovo mondo da chiamare casa. Durante questo viaggio, alcuni coloni scoprono un bizzarro pianeta chiamato Iperurania. Si tratta di un corpo celeste piccolo, ad altissima densità e particolarmente inospitale che tuttavia possiede un’impressionante forza di gravità, che attrae tutti gli oggetti nel suo raggio d’azione. Di fatto, avvicinarsi troppo a Iperurania vuol dire rimanere intrappolati per sempre.
Così, gli studiosi decidono di costruire una stazione spaziale per studiarlo e iniziano a scattare delle foto, effettuate a chilometri sopra la superficie grazie a delle tute speciali. Ma, dopo cento anni, smettono di farlo per la scienza e cominciano a farlo per svago, visto che il mistero di Iperurania sembra impossibile da risolvere. Anzi, diventa una vera e propria arte con dei professionisti in tutto e per tutto, chiamati Shooting Stars, degli autentici fotonauti che cercano di avvicinarsi il più possibile per ottenere degli scatti migliori. Tra questi c’è Bun, un dilettante col sogno di competere con i migliori, però non molto determinato. Tutto cambia quando, per caso, riesce a mettere piede su Iperurania e a tornare indietro…
Nonostante la fresca età anagrafica (classe 1994) Francesco Guarnaccia è tutt’altro che un esordiente. Fa parte da anni di quel collettivo di menti conosciuto come Mammaiuto, con cui ha pubblicato quel gioiellino di From Here To Eternity e ha raggiunto la fama tra il 2015 e il 2017, collezionando premi su premi, tra cui la Menzione Speciale della giuria al premio Gran Guinigi, il “Nuove Strade” del Napoli Comicon e il sopra citato premio Bartoli. Inoltre, ha all’attivo pubblicazioni di peso con Shockdom, Rizzoli, Linus, Internazionale e perfino Smemoranza, oltre che essere un nome di riferimento dell’energia realtà dell’autoproduzione.
Stiamo parlando dunque di un ragazzo affermato e assolutamente capace, un enfant prodige dall’avvenire assicurato di cui sentiremo molto parlare in futuro. Del resto, non collabori con Bao Publishing se non hai qualcosa di speciale e in effetti c’era molto attesa per questo libro.
Sarà stato un po’ per tutti i rumors che si percepivano in giro, per il fatto che Guarnaccia si sarebbe misurato con un racconto di grande respiro e per l’impegno che il team del direttore editoriale, Michele Foschini, aveva deciso di spendere su di lui, ma l’interesse era tanto. Il risultato è stato qualcosa che non può essere considerato un esordio ma neanche un punto d’arrivo, quanto piuttosto un’opera di un autore che ha la possibilità di esprimersi pienamente in un contesto nuovo e stimolante, un qualcosa che sublima le esperienze precedenti e batte nello stesso tempo una strada diversa.
Si tratta, tanto per citare dal libro, del primo avvicinamento ad Iperurania fatto in solitaria. Pubblicare con alle spalle un grande editore che punta su di te è un riconoscimento del proprio status duramente raggiunto, e questo cambiamento si avverte fin dall’inizio, quando (come il miglior incipit di un film di fantascienza) racconta cos’è successo e come, per poi farci entrare dentro questa colonia orbitante che ricorda tanto una città contemporanea affacciata su qualcosa di inspiegabile, meraviglioso e misterioso. Un presupposto di narrativa non innovativo che, tuttavia (esattamente come nel Cavalier Inservente) diventa l’occasione per parlare d’altro.
Attraverso la figura di Bun e dei suoi due amici, Chet e Marsi, Guarnaccia mette in scena un storia che, sospesa tra favola e commedia, ci parla di alcuni aspetti del nostro presente, come la sindrome dell’impostore, l’insicurezza, la difficoltà di diventare adulti, il ruolo dell’opere d’intrattentimento in un’epoca dove la sola cosa che conta sembra l’utile immediato. Soprattutto, quello che colpisce è la prospettiva incredibilmente intima e personale dell’intera vicenda, che sfrutta in una chiave più immediata il topos della fantascienza come strumento per scoprire l’uomo.
Quello che ci viene raccontato è la storia di una gloria inattesa e forse folgorante che impatta sulla vita di una persona normale, trasformandola in una celebrità da un momento all’altro. Non si fatica a vedere in questa storia una certa sfumatura autobiografica (mai nascosta da Guarnaccia), che così riflette anche su di sé, sulla sua carriera e sui problemi del successo istantaneo. Successo istantaneo che oggi, con i social sempre alla ricerca di star da mitizzare, può capitare a chiunque, spesso a dispetto dei veri meriti. Perché io? Perché non loro? Cos’ho in più che mi ha permesso di eccellere? Cosa ho fatto per meritarmi questa fama? Riflessioni non banali in un mondo dove tante persone, a volte inspiegabilmente, vengono idolatrate mentre altre, sempre altrettanto inspiegabilmente, rimangono nell’anonimato. Un po’ il leivmotiv della modernità, di quella pazza era d’influencer, blogger, youtuber e comete sparate nel cielo della Rete.
Iperurania, dunque, stupisce per la complessità dei temi e anche per il modo in cui li tratta, cercando una sapiente armonia tra umorismo e avventura. Un’armonia nella maggior parte dei casi raggiunta con successo, sia da un punto di vista visivo che testuale, anche se non esente da ingenuità. Guarnaccia, per forza di cose, non si muove con il mestiere di un autore navigato e spesso rischia di andare a sbattere contro dei vicoli ciechi in cui si è involontariamente infilato, procedendo un po’ a singhiozzi soprattutto verso il finale. In fondo, sarebbe ingiusto pretendere immediatamente una maturità che va ancora pienamente conseguita. Ma quello che c’è adesso è comunque di un livello altissimo.
Infatti, rimane difficile non strabuzzare gli occhi di fronte a certe tavole, dotate di una regia compositiva impeccabile e un bel senso di lettura, oltre che per la raffinatezza di quel tratto cartoonesco che guarda ad autentici colossi dell’animazione come Adventure Time, Gravity Falls e Fly Over The Garden Wall, oltre che alle nostrane celebrità del fumetto come Tuono Pettinato. In questo particolare filone del graphic novel, che potremmo definire young novel (e che vede trionfare una personalità dal calibro di Noelle Stevenson), Guarnaccia si inserisce con potenza e determinazione, dimostrando che in questo campo per lui lo spazio c’è e deve semplicemente occuparlo.
Verdetto
Iperurania, primo volume di Francesco Guarnaccia per Bao Publishing, è un’opera ambiziosa e riuscita che usa la fantascienza per parlare di altro. Una favola divertente, scanzonata ma anche impegnata che ci fa riflettere sul successo istantaneo e sull’importanza dell’arte in quanto tale. Un libro meritevole realizzato da un grande talento del fumetto italiano.
Stay Nerd consiglia…
Visto che Guarnaccia sta per fare il botto, che ne dite di fare bella figura dando un’occhiata ai suoi primi lavori? Per esempio: From here to eternity pubblicato da Shockdom e le gesta del Cavalier Inservente, che trovate sul sito dei Mammaiuto.