Periodicamente su internet compaiono presunte liste di “nomi proibiti” che per legge in Italia non sarebbe possibile dare al proprio figlio o figlia: ma è davvero così?
Uno degli articoli che periodicamente tornano di moda sul web è quello sui nomi che secondo alcuni sarebbe addirittura vietato dalla legge italiana, dare a un nascituro o una nascitura. Alcuni siti hanno scritto addirittura delle liste con i famosi “nomi proibiti“, spiegando che se un genitore particolarmente nerd volesse chiamare il proprio figlio Goku potrebbe avere dei problemi.
La cosa non è del tutto sbagliata, dato che ovviamente la legge italiana prevede anche delle regolamentazioni per quanto riguarda il diritto al nome delle persone, per cui ci sono alcuni casi in cui è sempre vietato dare un determinato nome a un neonato o neonata, mentre in altri casi ci si può affidare alla discrezionalità del Procuratore della Repubblica.
Nomi proibiti in Italia: cosa dice la legge
Secondo la legge infatti, è vietata “l’imposizione di nomi ridicoli o vergognosi, ed è inoltre richiesta la corrispondenza del nome al sesso“. Per quanto riguarda il primo caso, si tratta di tutti quei nomi che, singolarmente o uniti al proprio cognome, possano dare adito a facili ironie (pensate a un’eventuale Margherita Pizza, o al sempreverde Felice Mastronzo, ad esempio).
Ma nomi ridicoli possono essere anche quelli di fantasia, cioè completamente inventati dai genitori, o appunto quelli tratti da film o serie TV, per cui effettivamente se voleste chiamare vostro figlio Simba, o Jon Snow o Solid Snake, potreste effettivamente incappare in alcune difficoltà, ma ci torneremo.
Nomi vergognosi sono invece quelli di personaggi universalmente riconosciuti come negativi, che siano essi storici, immaginari o reali. Dare a un figlio il nome di un noto dittatore ad esempio, è sì, proibito, così come chiamarlo o chiamarla come un personaggio particolarmente noto del mondo dello spettacolo o della letteratura (Maradona, Dracula, Frankenstein, ecc). Inutile dire anche che chiamare il proprio figlio Satana potrebbe non essere un’idea brillante.
Tornando invece alla corrispondenza tra nome e sesso, ci sono alcune eccezioni come ad esempio il nome Andrea, che può essere utilizzato sia al maschile che al femminile, o i secondi nomi. Paolo Maria, ad esempio, è un nome accettato senza problemi per un bambino. Non più di tre nomi però, possono essere attribuiti ad una sola persona.
Curiosamente invece, in Italia non è possibile dare a un figlio o una figlia il nome di un genitore ancora in vita. Scordatevi di chiamare vostro figlio Gabriele Jr., ad esempio (ogni riferimento all’autore di questa news è puramente casuale), mentre invece una pratica del genere in altri paesi del mondo è lecita e anche piuttosto diffusa. Nessun problema invece per quanto riguarda i nomi stranieri.
A questo punto però starete pensando: perché Francesco Totti ha potuto chiamare sua figlia Chanel e io non posso chiamare mio figlio Goku? Perché il figlio di John Elkann può chiamarsi Oceano e mia figlia non può chiamarsi Daenerys?
Come già accennato prima, dipende dalla discrezionalità del Procuratore della Repubblica. Secondo l’ordinamento giuridico infatti, l’ufficiale dello stato civile deve avvertire i genitori del divieto di chiamare il proprio figlio o la propria figlia in un certo modo, ma qualora i genitori decidessero comunque di andare avanti per la propria strada, l’ufficiale dovrà formare l’atto di nascita e darne poi notizia al Procuratore della Repubblica, il quale provvederà all’eventuale rettificazione del nome scelto.
Fermo restando dunque che la regola principale è sempre quella del buon senso, se i genitori dovessero ritenere il nome da loro scelto valido, e non ridicolo o offensivo, possono sempre sperare che la loro pratica vada a finire nelle mani di un procuratore accondiscendente, che decida di tollerare la loro scelta. E a quel punto la leggenda di Goku Esposito potrà finalmente cominciare.
(Fonti: Articolo 6 Codice Civile; laleggepertutti.it)
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