Alzi la mano chi non ha mai visto in vita sua una bella scazzottata e qualche calcio volante ben assestato da parte di Jean-Claude Van Damme in uno dei suoi più celebri, ed iconici, film.
Per tutti coloro i quali sono rimasti affezionati (o deviati) agli action movie degli anni ’80 aventi come protagonisti veri machi pronti a prendere a calci qualsiasi nemico,terrorista o malvagio di turno, vi annunciamo che sulla piattaforma di streaming di Amazon (Amazon Video) è approdata una meta-fiction nata dalla commistione di azione ed umorismo grottesco, avente come protagonista proprio il pirotecnico attore belga: Jean-Claude Van Johnson.
La produzione originale Amazon ha come obiettivo principale quello di intrattenere il pubblico da casa proponendo uno script di basilare semplicità e con uno sviluppo, sostanzialmente, lineare, facendo girare tutto attorno all’ex star di Hollywood (come ci viene anche anticipato dal nome della serie), il quale si ritroverà ad interpretare il ruolo di se stesso, caduto in rovina, ma desideroso di tornare all’azione grazie ad una inaspettata missione segreta.
Da qui nasceranno una serie di situazioni esageratamente divertenti, con tanti richiami e citazioni alla sua filmografia, condite dalla giusta (e quasi mai esagerata) dose di azione tipicamente in stile anni ’80.
La serie si compone di 6 puntate da 30min. ciascuna, e sono l’ideale per chi desidera evadere dalla quotidianità per poco tempo staccando la spina da tutto, visto che la fruizione di tale titolo è più che piacevole, ma solo se si è consci di cosa si sta osservando.
JCVJ, infatti, è uno show mai pretenzioso, consapevole della propria natura e finalità, volto a far passare il tempo velocemente mettendo in scena uno script divertente ed autoironico.
Sceneggiatura nata dal lavoro di Dave Callaham, ideatore della serie, ed il regista Peter Atencio, i quali hanno deciso di mettere in scena un prodotto che trae la propria linfa vitale, quasi ed esclusivamente, da Van Damme, che si presta ad interpretare un ruolo autobiografico, dalle forti tinte humor.
La cosa più bella di tutto ciò è che il prodotto, seppur qualitativamente paragonabile ad un b-movie, non scade mai nella banale autocelebrazione di un’icona -e ci duole dirlo- decaduta.
La semplicità e la leggerezza con la quale si prefigura il colore di questa serie si evince anche dal ritmo costante e ben definito dello sviluppo della trama (coadiuvato, come si poteva immaginare, da un minutaggio ideale).
Ma se da una parte i pregi sono numerosi, bisogna anche saper analizzare i lati tristemente negativi dello show.
Jean-Claude Van Johnson fa vedere i propri limiti ogni qualvolta prova ad osare, quando prova a fare il passo più lungo della gamba, ovvero nelle scene di azione, mai realmente coinvolgenti, vista la scarsa credibilità delle controfigure, o degli stessi attori, che si imbattono nel protagonista, o quando si prova a mettere un po’ di carne al fuoco a livello di scrittura.
L’idea di base è interessante, divertente, più che condivisibile, ma sarebbe bastato incentrare la serie quasi unicamente su Van Damme, visto che lo script, anche quando è semplice, viene narrato, purtroppo, malamente.
Da sottolineare, però, la prova di Kat Foster, la quale è la coprotagonista assieme all’attore belga, e che riesce a spalleggiarlo degnamente in più riprese, senza mai essere di troppo, o venir sovrastata dall’ingombrante figura del protagonista.
Verdetto
Jean-Claude Van Johnson è una serie action-comedy con contaminazioni anche di drama, capace di mettere in scena uno script intelligente e semplice.
Uno show veloce e godibile, a patto che si mantengano sempre ben evidenti le premesse attraverso le quali lo si affronta.
Decisamente apprezzabile la scelta di improntare la serie sul filone comedy, ma mai calcato esageratamente, intervallato dalla giusta dose di scazzottate in salsa Taekwondo e Shotokan.
Peccato l’aver voluto forzare la mano, da parte del regista, in alcune situazioni, il quale prova, in malo modo, a donare un po’ più di profondità ad un’opera che è sì un’analisi dell’uomo in declino, ma che, sostanzialmente, è tutto fuorché un drama.
Van Damme ne esce da assoluto vincitore, nonché mattatore, ma non solo per via dell’impronta autobiografica del prodotto, ma soprattutto per averci fatto scoprire un lato comico al quale non eravamo minimamente abituati, facendo ricredere, all’età di 57 anni, tutti coloro i quali pensavano che fosse giunto al suo capolino.
Una meta-serie capace di giocare sulla figura di Van Damme uomo, attore ed artista, ricalcando più volte i cliché tipici delle sue vecchie apparizioni (ai limiti del trash), e che sostanzialmente, tenendo, nuovamente, in conto le premesse più volte descritte, promuoviamo.