In occasione della pubblicazione in forma gratuita del documentario The Illumination of Jim Woodring, ripercorriamo il percorso artistico e di vita del fumettista americano
Jim Woodring è uno di quei nomi che, quando si fanno ricerche, spunta fuori tra quelle influenze fondamentali di moltissime artiste e moltissimi artisti che gravitano intorno al mondo dell’animazione, del fumetto ma anche delle arti grafiche più in generale. Non è un mistero che, per citare un nome particolarmente rilevante, Matt Groening sia un grande estimatore del lavoro di Woodring, della serie Frank e della fanzine Jim. Ma perché è così importante? Quali sono i punti che hanno reso la sua opera così peculiare e ispiratrice per almeno due generazioni di creativi e creative? Un modo per comprendere tutto questo può essere il documentario di recente pubblicazione gratuita a lui dedicato, The Illumination of Jim Woodring.
Delineare un profilo di un’artista come Jim Woodring è certamente un lavoro complesso, data la quantità di riferimenti, ispirazioni e approcci tecnici che inserisce nelle sue opere. Dev’essere stato ancor più complicato seguire i suoi discorsi e dargli coerenza per poterne fare un film che in un’ora e mezza ne condensa suggestioni e pensieri. Questa difficoltà è decisamente percepibile nel documentario, che però è incredibilmente utile come strumento di decifrazione della mente di questo genio dell’arte visiva.
Un percorso che è di vita, di arte, di malattie mentali, di esoterismo e meditazione. Un tracciato che è crescita artistica ma soprattutto umana. Racconto di esperienze ma soprattutto di ragionamento e pensiero, di disegno e approcci alla carta come estensione del cervello.
Dal sogno alla carta
Alla base dell’opera di Jim Woodring, come spesso accade in un processo creativo dei più classici, c’è una profonda ricerca e lavoro di documentazione su se stessi. L’artista, infatti, è partito proprio da tutto quello che ha vissuto per poter formare la sua identità artistica. Dal complicatissimo rapporto con i genitori – soprattutto con la madre – alla sua prosopagnosia (malattia che impedisce di riconoscere i volti), passando per la sua passione di raccogliere frammenti di sogni all’interno di un archivio sconfinato di taccuini.
Tutti questi elementi di vita si fondono e uniscono, ovviamente, sia con i riferimenti a cui Woodring si è ispirato che ai mezzi tecnici che l’artista ha scelto per esprimere se stesso e la sua visione di mondo. Per quanto riguarda il primo aspetto sono evidenti i collegamenti stretti con il surrealismo di Dalì e la metafisica di De Chirico a cui vengono mescolati tratti più tipici di epoche più remote, come le incisioni di Dorè. Questi due stili confluiscono e vengono distorti sia dalle molte influenze derivanti dall’estorismo indù e buddista ma anche e soprattutto dal come fisicamente il disegno viene posato sulla carta.
Jim Woodring crea i suoi disegni prendendo le tecniche e gli insegnamenti tipici delle incisioni per la stampa e ne inverte il processo. Il tratto a matita viene steso in modo leggero, con strumenti morbidi che non incidono sulla carta e permettono una resa agli occhi che fa apparire il tutto simile a una stampa una volta inchiostrato. In questo modo l’artista unisce tutti i riferimenti a cui si ispira al suo vissuto, in un contesto onirico carico di arcano e spirituale. Ragionamenti sul sacro che partono dal terreno e vengono proiettati sulla singola persona per defluire al di fuori di esso.
Frank: il surrealismo nelle origini di animazione e fumetto
Tra tutti i lavori di Jim Woodring ciò che ha più attirato i pareri positivi di critica e pubblico, proiettando l’autore nell’olimpo di cui sopra, è certamente tutta la serie di lavori che coinvolgono il suo personaggio più famoso e riconoscibile: Frank. Il fumettista qui porta un animale antropomorfo, volutamente ambiguo nel suo somigliare a tante bestie differenti senza mai esserne nessuna in modo definito, in un contesto surreale e fortemente allegorico del rapporto tra umano e divino.
Il mondo in cui si svolgono le vicende della serie è ricolmo di tutti quei riferimenti che ho elencato come tipici dello stile di Woodring. I temi cari all’autore vengono espressi con metafore e figure retoriche criptiche e complesse nel loro collegarsi con il reale e con chi scrive e disegna. Le storie di Frank sono un conglomerato di surrealismo intinto di sacro tratteggiato come se lo stile dei primi disegni di Walt Disney fossero trasportati in un piano metafisico distorto e composito.
L’arte di Jim Woodring, sia nei fumetti che nei quadri dell’artista, vive di una quantità smisurata di ragionamenti e pensieri, di riferimenti e citazioni. Lo sguardo dall’alto, come se una divinità impazzita guardasse al nostro mondo deviandone le forme e le composizioni, impone in chi legge o guarda un grado di attenzione altissimo. Concentrazione che verrà ripagata con un’immensa soddisfazione, quando verranno scopriti e assaporati ciascuno degli elementi.